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Ciclisti affiancati, in gruppo o in fila indiana: cosa dice il Cds

Uno degli argomenti più dibattutti in tema di convivenza in strada tra automobilisti e ciclisti riguarda la possibilità di questi ultimi di circolare su un’unica fila (o come si dice più spesso in “fila indiana”), affiancati in due o più bici. Non è raro infatti le domeniche imbattersi in gruppi di ciclisti che pedalano in coppia scambiando quattro chiacchiere, comportamento che infastidisce non poco gli automobilisti più frettolosi i quali non potendo sorpassare rapidamente si arrabbiano e invocano multe salate. Di seguito vediamo cosa dice il Codice della Strada e un precedente legislativo rilevante.

Ciclisti affiancati, in gruppo
Ciclisti in gruppo

Indice
Ciclisti affiancati o in fila: cosa dice il Cds
Ciclisti affiancati anche nei centri abitati: il precedente

Ciclisti affiancati o in fila: cosa dice il Cds

In merito alla circolazione delle biciclette in un’unica o più file, il Codice della Strada si esprime attraverso l’articolo 182, che recita:

1. I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.

Intanto abbiamo due certezze:
• In qualunque contesto, urbano o interurbano, i ciclisti non possono mai circolare affiancati in numero superiore a due, a prescindere dalle condizioni e dall’età.
• Fuori dai centri abitati, i ciclisti non possono mai circolare affiancati, nemmeno in due.

All’interno dei centri abitati, invece, abbiamo visto che i ciclisti sono tenuti a pedalare in un’unica fila “in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano“. Ma quali sono queste condizioni? Un momento della giornata con pochissimo traffico può fare eccezione? E una strada particolarmente ampia?

Ciclisti affiancati anche nei centri abitati: il precedente

I casi in cui le condizioni della circolazione richiedano di pedalare in fila indiana, come abbiamo visto, potrebbero essere soggetti a una diversa interpretazione che non è tardata ad arrivare. Con una sentenza del 2009 definita “storica”, il Giudice di Pace di Taggia (Imperia) ha annullato una multa di 23 euro inflitta a due ciclisti sorpresi a pedalare appaiati in località Santo Stefano al mare, con la motivazione che le condizioni della circolazione, in quel momento, permettevano di farlo, contrariamente all’opinione comune.
Il cavillo sollevato dal difensore dei due ciclisti, l’avvocato Mario Leone di Imperia, ha fatto leva proprio sulla poca chiarezza del Codice della Strada secondo cui se esistono delle condizioni che richiedono di pedalare in fila all’interno dei centri urbani, esistono anche delle condizioni che non lo richiedono, come quella domenica mattina di fine estate.

Commenti

  1. Avatar Liana Calore ha detto:

    Credo che si debba optare per la massima sicurezza di tutti.Quindi meglio sarebbe se i ciclisti procedessero in fila indiana su strada.In città sarei più restrittiva e creerei piste ciclabili ,vietando che i ciclisti serpeggino tra gli altri mezzi di locomozione.Ricordiamo che per un autista in macchina ci sono mille imprevisti e possibilità di non marciare sempre in modo regolare.In tali casi se urta un’altra macchina è un conto ma se urtasse un ciclista potrebbe danneggiarlo seriamente.

  2. Avatar Angelo ha detto:

    Sono ciclista, runner e automobilista. Nei centri abitati avremo il limite di 30 km/h come in gran parte d’Europa. Dunque il problema non esiste. Due ciclisti affiancati occupano meno spazio di una automobile e vanno a quelle velocità. Vanno rispettati. Punto. Fuori dai centri abitati è riduttivo obbligare i ciclisti in unica fila perché stimola gli automobilisti a superare anche (e spesso) a poca distanza, quasi sfiorando i ciclisti. La situazione merita approfondimento. Invece è obbligatorio per i ciclisti rispettare i semafori, anche per essere protetti. Questo vale moooolto di più con buona pace di chi è impaziente.

  3. Avatar Flavio ha detto:

    Sono un Ciclista Amatoriale ed avvocato di professione , mi imbatto spesso a difendere ciclisti …
    Credo che per colmare questo vuoto normativo del 182 CdS, ci vorrebbe una pronuncia della Corte di Cassazione. È sicuramente vero che il GdP ha dato una spinta avverso questa norma, ma è pur sempre una pronuncia di un Giudice di merito e non di Legittimità, potrebbe essere sempre ribaltata con facilità.
    Saluti a tutti i lettori
    Flavio Del Forno

  4. Avatar Umberto ha detto:

    Giusto per capire, quand’è che “quelli in macchina* possono procedere affiancati”? A parte le strade a percorrenza veloce con più corsie di marcia, dove le biciclette non possono andare, non mi vengono in mente altre situazioni.

  5. Avatar andrea casalotti ha detto:

    Quelli in macchina possono procedere affiancati, mentre chi va in bici no?

    Il resto dell’Europa scuote la testa: sono proprio barbari questi Italiani!

    [Questo commento è stato moderato prima della sua pubblicazione – Bikeitalia.it]

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