La Ciclovia dei Parchi della Calabria in gravel e bikepacking
Ciclovia dei Parchi della Calabria: quando abbiamo scoperto per la prima volta l’esistenza di una ciclovia che attraversa l’entroterra calabrese davvero non sapevamo cosa poterci aspettare. Per toglierci ogni dubbio siamo andati a vedere in prima persona.
Abbiamo pedalato da Reggio Calabria a Laino Borgo, passando per i quattro parchi nazionali: Aspromonte, Serre, Sila e Pollino.
Per noi la Calabria era associata soprattutto al turismo balneare e siamo rimasti piuttosto sorpresi di ritrovarci a pedalare per giorni tra i pini secolari di foreste verdissime, tra minuscoli borghi addormentati che ci guardavano con curiosità, laghi cristallini e strade con traffico praticamente inesistente.
Ci sono voluti 6 giorni per percorrere l’intera ciclovia e, nonostante le alte temperature che si soffrivano nelle parti costiere, abbiamo goduto del fresco della montagna anche nelle ore centrali della giornata.
Abbiamo deciso di affrontare il viaggio in bikepacking, cioè con piccole borse e un bagaglio minimale. Abbiamo alloggiato in strutture come bed and breakfast, rifugi e agriturismi e abbiamo apprezzato la varietà della cucina tradizionale calabrese, ma anche di nuove sperimentazioni sul tema. Anche Pinar, vegetariana, ha apprezzato l’ampia disponibilità di verdure e legumi sempre cucinati in modo diverso e l’abbondante frutta fresca.
Nonostante la vacanza sportiva, non ci siamo fatti mai mancare il vino a tavola: bianco, rosso, ma soprattutto rosè.
Ciclovia dei Parchi della Calabria
La Ciclovia dei Parchi della Calabria è stata davvero una continua sorpresa e crediamo che ci sono 5 buoni motivi per cui riteniamo che i ciclisti dovrebbero prenderla in considerazione per le prossime vacanze:
1. La varietà del paesaggio
Tutto è inaspettatamente bello e in cui il paesaggio cambia a ogni curva, dopo ogni salita e si passa con disinvoltura dalla foresta più fitta ai campi coltivati, senza però mai incontrare le devastazioni dell’industrializzazione forzata che altre zone d’Italia hanno conosciuto nel corso del secolo scorso;.
2. Una continua scoperta
È una destinazione esotica a portata di mano: la Calabria è una regione che è stata sempre molto timida nel raccontarsi, soprattutto rispetto all’entroterra. Pedalare sull’Aspromonte ci ha riportati in una condizione selvaggia che pensavamo non potesse neanche esistere in Europa.
3. “Viaggiatori, non turisti”
L’ospitalità: ci è capitato in più di un’occasione di essere invitati a bere un caffè o una bibita da perfetti sconosciuti che non volevano nulla in cambio da noi. Ci ha fatto sentire come dei viaggiatori e non come dei turisti. Uno dei luoghi comuni sulle popolazioni mediterranee è la capacità di far sentire a casa il forestiero ed è stato bello vedere che queste sane abitudini ancora permangono immutate anche nel terzo millennio.
4. Natura incontaminata
La natura incontaminata dell’Aspromonte, la cultura delle Serre, i laghi della Sila, la storia del Pollino.
5. Sicurezza stradale
La sicurezza stradale: uno dei grandi temi per chi si muove in bicicletta è la sicurezza e quando è stata lanciata la Ciclovia dei Parchi della Calabria, in molti hanno osservato che questa si sviluppasse lungo una strada statale invece che su piste ciclabili protette: ma a cosa servono le piste ciclabili se non c’è praticamente traffico automobilistico e le poche auto che passano hanno rispetto per chi pedala?
Gli ingredienti per il successo ci sono tutti, adesso si tratta solo di rendere accessibile a tutti il percorso attraverso dei noleggi di e-bike e con servizi di transfer per chi non ha voglia di pedalare tutti i 540 km della ciclovia.
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