Ha il nome di un pizzaiolo di Sorrento, il carattere di un commerciante erzegovese e la bellezza di una donna di Dalmazia. È così che ci appare una vecchia linea ferroviaria dove i treni ormai non corrono più.
Il Ćiro oggi è un itinerario ciclabile che collega le città di Mostar, in Bosnia-Erzegovina, e Dubrovnik, in Croazia. Si tratta di un percorso di circa duecento chilometri, che si snoda attraversando paesaggi suggestivi, tra villaggi spopolati, colline di pietra, nude montagne e vie d’acqua.
La storia del tracciato Ćiro
Il tracciato del Ćiro segue quello che era il percorso della ferrovia a scartamento ridotto di 760 mm costruita dalla monarchia austroungarica alla fine del XIX secolo. La storia racconta che la ferrovia prende il nome dal suo progettista, l’ingegnere Emil von Cziffra e fu realizzata principalmente in funzione delle strutture militari strategiche che collegavano i porti dell’Adriatico meridionale alle città dell’entroterra e quindi alla rete delle ferrovie asburgiche e all’Europa centrale.
Inaugurata nel 1901, questa linea – che seguiva parte del corso del fiume Neretva – era nata con l’intento di collegare Sarajevo e Mostar da un lato alla città di Trebinje (Trebigne) e al porto di Ploče (Porto Tolero), e dall’altro al piccolo porto di Zelenika – all’ingresso delle Bocche di Cattaro.
Fu un’importante arteria di comunicazione per la regione, e contribuì a favorire lo sviluppo economico e culturale della zona fino ai tempi della Jugoslavia. Tuttavia, la ferrovia fu chiusa a causa della crescente motorizzazione privata, l’ultimo treno merci viaggiò da Zelenika nel 1968, mentre l’ultimo treno passeggeri lasciò la stazione di Dubrovnik il 30 maggio 1976.
Negli ultimi anni, attraverso piani di recupero e con fondi dell’Unione Europea, buona parte del sedìme ferroviario è stato recuperato, segnalato e reso fruibile ai ciclisti. L’itinerario offre oggi un’opportunità unica per scoprire le bellezze naturali e culturali dei Balcani.
Il percorso da Mostar a Dubrovnik
Il percorso inizia a Mostar, una città ricca di storia e cultura. La città è famosa per il suo ponte ottomano, il Stari Most, simbolo del contatto e dell’intreccio tra Oriente ed Occidente che è stato ricostruito dopo esser stato abbattuto durante il conflitto nel novembre del 1993.
Da Mostar, il percorso si dirige verso sud, seguendo il corso del fiume Neretva, sfilando l’antico centro turco ottomano di Počitelj, che il premio Nobel Ivo Andrić definì “La città di pietra”.
Dalla città di Čapljina si superano le antiche frontiere tra l’Impero Ottomano e le terre della Repubblica di Venezia a Gabela per ritrovare il tracciato originale del treno.
I paesaggi lungo la ex-linea ferroviaria
Lungo il percorso, si possono godere scenari estesi senza trovarne la fine, spazi dilatati nel silenzio più denso. Tratti sul fondo sconnesso che attraversano gli antichi viadotti e diverse gallerie ancora buie scavate nella roccia carsica.
Oggi rimangono le stazioni vuote con pensiline dove il treno non passa più.
Il vecchio percorso continua a seguire, senza sensibili dislivelli, il lato meridionale della vasta piana di Popovo Polje, che ospita preziose vigne e piccoli appezzamenti sotto lo sguardo di villaggi in pietra oramai abitati solo da pochi anziani.
Arriva quasi improvviso il contatto con la città.
Trebinje regala splendide combinazioni di atmosfere balcaniche e mediterranee: luoghi di culto ortodossi e moschee, una piazza del mercato con i suoi enormi platani tra banchi di frutta e verdura, tabacco e lavanda.
Valicando ora confini labili, ora frontiere rigide, si ritrova il corso del treno seguendo l’ago della bussola che segna Ovest. Un tempo per seguire le ultime anse del tracciato e uno per l’ultima Pivo (birra) fronte all’Adriatico immensamente azzurro.
La conclusione sul mare della Croazia
Il percorso del Ćiro termina a Dubrovnik in Croazia, l’antica Ragusa, una città-stato medievale patrimonio dell’Umanità UNESCO. Dubrovnik è una città ricca di storia e cultura. Ha un centro storico di straordinaria bellezza, ricco di capolavori d’arte e di architettura, recuperato dai danni provocati tra 1991 e 1992 dalla guerra di dissoluzione della Jugoslavia.
Lo sguardo del ciclista ora può ritrovare l’orizzonte dell’Adriatico e respirare gli umori di un braccio di mare condiviso.
La strada Magistrala qui segue i profili della costa. Suggerisce un viaggio più a Sud verso le imponenti Bocche di Cattaro in Montenegro oppure un comodo imbarco verso casa. Ma questa è un’altra avventura. La primavera sa essere dolce in questo angolo di Mediterraneo che profuma di salsedine e mandarino.
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