Itinerari

Colle del Nivolet: il paradiso dei ciclisti tra Piemonte e Valle d’Aosta

Colle del Nivolet: il paradiso dei ciclisti tra Piemonte e Valle d’Aosta

Quasi nascosta nel cuore delle Alpi Graie, al confine tra la Valle Orco in Piemonte e la Valsavarenche in Valle d’Aosta, si trova una salita dal fascino fatale: il Colle del Nivolet.

Il panorama mozzafiato che si assapora dal belvedere posto all’ultima curva, poco prima del cartello che indica i 2.612 metri della cima, rappresenta la magica ricompensa che ogni ciclista sogna, attende e prova a conquistare.

La fatica necessaria a percorrere quei 40 km con quasi 2 mila metri di dislivello che portano al Colle del Nivolet in un attimo svanisce. La vetta è vicinissima, ma è impossibile non cedere alla tentazione di rallentare per ammirare ciò che appare come fosse un quadro. Sembra una scenografia studiata a tavolino, una cartolina. In basso a sinistra vediamo le curve e i tornanti della provinciale, in lontananza le maestose montagne a fare da cornice al lago Agnel e Serrù, il tutto a creare una tavolozza di colori dalle infinite sfumature.

Nivolet: Il-panorama-dall'ultima-curva---Settembre Mattia Barlocco
Nivolet: panorama dall’ultima curva in settembre – crediti Mattia Barlocco

Basterebbe forse questo a rendere il Colle del Nivolet un luogo incredibile. Una di quelle salite che ogni appassionato di ciclismo deve per forza fare almeno una volta nella vita. Ma la verità è che una sola volta potrebbe non essere sufficiente.

L’ascesa al Nivolet: si parte da Locana

È a Locana, un piccolo e caratteristico paese a poco più di 600 metri di altitudine, che inizia ufficialmente la salita. I primi chilometri sono in realtà un lungo falsopiano con pendenze che difficilmente superano il 3/4%.

Locana-centro-storico Mattia Barlocco
Locana centro storico – crediti Mattia Barlocco

In questa fase la fatica non è tanto quella fisica, quanto piuttosto quella legata allo sforzo d’immaginazione necessario a focalizzare nella propria mente quell’idea di alta montagna che ancora da quaggiù risulta parzialmente sfocata.

Forse è anche questo a rendere il Colle del Nivolet speciale e per certi aspetti unico. La fatica e la meraviglia sembrano andare a braccetto in un crescendo capace di lasciare a bocca aperta anche i più duri, anche chi parte pensando soltanto al tempo di scalata. Tutti, giunti all’ultima curva, si concedono quello sguardo verso valle e in pochissimi riescono a resistere al fascino di questa salita!

Il Parco Nazionale Gran Paradiso

Dopo circa 9 km, in località Fey, si entra ufficialmente nel Parco Nazionale Gran Paradiso. Attraversare in bicicletta il più antico Parco Nazionale d’Italia, la sua istituzione risale infatti al lontano 1922, è un’esperienza che va decisamente al di la dei “semplici” panorami da ammirare. Si tratta di pedalare in un territorio la cui storia è legata a quel sottile, complicato e importantissimo legame che unisce natura e uomo, conservazione e progresso, tradizione e innovazione.

Gran Paradiso, Nivolet. Crediti Mattia Barlocco
Maggio nel Gran Paradiso – crediti Mattia Barlocco

Superato il centro abitato di Noasca e giunti a Ceresole Reale il paesaggio cambia radicalmente, quasi all’improvviso. Gli ultimi 16 chilometri di salita sono come un’immersione in una natura di rara bellezza fatta di flora alpina, camosci, marmotte, volpi, i rapaci come l’aquila e il gipeto e poi quel rapporto speciale con l’animale che è diventato il simbolo di questo territorio: lo stambecco! È in primavera, solitamente nel mese di maggio, che numerosi gruppi di maschi di stambecco scendono a valle per alimentarsi sui pascoli che rinverdiscono dopo l’inverno. In questo periodo non è sempre possibile salire fino ai 2.612 metri ma pedalare a poca distanza da questi meravigliosi animali è un’esperienza semplicemente unica, anche se si deve girare la bicicletta al Lago Serrù per via dei muri di neve.

Come procedere nel Parco

Con l’arrivo dell’estate la salita è finalmente fruibile e godibile in tutta la sua meraviglia ed è proprio in questo periodo che si apre l’opportunità di spingersi anche un po’ oltre rispetto a quelli che sono gli apparenti “limiti” del Nivolet.

In molti, considerano infatti questa salita, come una strada chiusa anche se questo è vero soltanto in parte. Ciò che termina ai Piani del Nivolet, circa un chilometro dopo l’effettivo scollinamento, è la strada asfaltata ma è proprio da qui che si apre un’interessante occasione. Infatti cominciano 8 km in cui si alternano tratti affrontabili abbastanza facilmente con settaggio gravel ed altri di portage per arrivare a Pont Valsavarenche concludendo così una traversata dal sapore epico.

Giunti a Pont Valsavarenche, da dove normalmente si parte per affrontare l’ascesa ai 4.061 metri del Gran Paradiso, si ritrova nuovamente l’asfalto potendo quindi decidere come proseguire la propria avventura attraverso molteplici ed interessanti alternative; si può pedalare lungo la Valle d’Aosta in direzione Milano o Torino oppure si può sconfinare in Svizzera (attraverso il passo del Gran San Bernardo) o in Francia (attraverso il passo del Piccolo San Bernardo) e pedalare magari verso il vicino e bellissimo Colle dell’Iseran.

L’autunno regala lo stupore

Collegare il Piemonte e la Valle d’Aosta attraverso una traccia decisamente poco battuta fatta di avventura e natura selvaggia può rappresentare una sfida e allo stesso tempo una piacevolissima sorpresa. Il tratto di portage su sentiero sterrato non è mai troppo complicato e può essere affrontato senza troppe difficoltà un po’ da tutti. Le uniche prerogative da tenere a mente sono avere un discreto grado di allenamento, buona conoscenza dell’ambiente montano e tanta voglia di mettersi in gioco.

Per non smettere mai di stupirci è nei mesi di settembre e di ottobre che il Colle del Nivolet si veste del suo abito migliore. Poco prima dell’arrivo dell’inverno i colori predominanti diventano quelli delle sfumature tipiche dell’autunno. Il rosso, l’arancione, il giallo e i toni del marrone “bruciano” prati, pendii e vegetazione donando al paesaggio un’atmosfera unica a cui è quasi impossibile rimanere indifferenti.

In montagna tutto cambia rapidamente e quassù questo concetto trova la più naturale delle conferme; il paesaggio si trasforma con lo scorrere delle stagioni conferendo al Colle del Nivolet lo status di salita da fare non una, ma almeno tre volte nella vita! In primavera per pedalare con gli stambecchi, in estate per godersi a 360° la bellezza del Parco Nazionale Gran Paradiso e prima dell’inverno per il silenzio, la pace e le infinite sfumature dell’autunno.

Dati tecnici

  • PARTENZA: Locana 613 m
  • ARRIVO: Colle del Nivolet 2.612 m
  • LUNGHEZZA TOTALE: 40,5 Km
  • DISLIVELLO POSITIVO TOTALE: 1.999 m
  • PENDENZA MEDIA | PENDENZA MASSIMA: 4,9% / 18%

I consigli

  • Il mio periodo preferito per affrontare il Nivolet: settembre / ottobre
  • Altre salite in zona per divertirsi: la durissima salita del Teleccio, con partenza dalla frazione di Rosone (Locana). Pian del Lupo, affrontata dal Giro d’Italia del 2019, con partenza da Pont Canavese attraverso Frassinetto oppure da Colleretto Castelnuovo. Le salite di Piamprato e del Santuario della Madonna di Prascondù per esplorare altre due interessanti territori limitrofi alla Valle Orco – la Valle di Ribordone e la Valle Soana. La corta ma insidiosa salita di Alpette con accesso da Sparone.
  • Cose da evitare: al chilometro 16, poco dopo aver superato il centro abitato di Noasca, evitare di percorrere la lunga galleria presente sulla Sp 460. Optate invece per la deviazione lungo la “strada vecchia” accessibile attraverso la località di Pianchette.
  • Un’idea diversa per vivere un’esperienza unica: il Colle del Nivolet è quasi completamente privo di inquinamento luminoso. Di conseguenza è uno dei luoghi più incredibili e affascinanti in cui poter pedalare in notturna, godendosi così la magia di un cielo stellato come forse non lo avete mai visto.

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