Cicloturismo

Bici da viaggio su misura

Quando si comincia a desiderare una bici da viaggio su misura si cominciano ad interpellare amici, intenditori, ciclisti professionisti ed infine si arriva dal meccanico ciclista. Tutti, ma proprio tutti, la prima cosa che pensano è a una bici da corsa e all’impostazione corretta conseguente: altro non sanno semplicemente perché per alcuni non esiste. Sono in pochi in Italia a desiderare una bici da viaggio su misura.

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L’impostazione di una bici da viaggio è naturalmente tutt’altra cosa rispetto ad una bici da corsa. Deve rispondere a criteri di comodità, stabilità, sicurezza e soprattutto robustezza. Sommando queste necessarie virtù si annulla il totem assoluta della leggerezza più leggera.
Ecco quello che mi sono divertito a fare io. Ho cercato l’usato. Venduta la mia Racing Rats, che è una simil bici da viaggio, ho trovato una Kona Sutra usata al prezzo di 350 euro. Era un modello nel 2007 e aveva quindi 3 anni quando l’ho comprata, ma proprio perché sbagliata non era mai stata usata e si vedeva. La misura standard era ok.

A quel prezzo si compra il telaio, e in più avevo venduto bene la mia Cinelli. Ho iniziato a cercare la mia misura. Ci ho messo un po’ con la sella Brooks. Un po’ la alzavo un po’ la abbassavo, un po’ avanti e un po’ indietro, poi ho capito che la pipa di serie non andava bene: all’improvviso mi sono ricordato che ho le braccia un po’ corte rispetto al resto. Seguendo il consiglio di chi mi diceva che per viaggiare occorreva che la sella fosse a livello del manubrio ho comperato e montato una pipa più corta e indirizzata verso l’altro. A quel punto ho sistemato l’avanzamento della sella fino a quando non mi sono sentito comodo.
Da 1 anno e mezzo non ho più modificato l’impostazione. La sento come se fosse su misura. Quest’anno ho fatto un giorno con più di 12 ore di sella: non avevo neanche un dolorino. Ecco fatta la bici da viaggio su misura.

Indice
Pregi
Difetti
Commenti
Foto

Pregi

• Comoda
• Stabile
• Sicura sia perché è stabile sia perché i dischi meccanici e robusti, fanno il loro lavoro
• Robusta: è in acciaio e le sezioni sono come le normali bici in alluminio
• Chi la prova rimane meravigliato di come sia scorrevole nonostante il peso
• Nasce stradale e basta – ma ho provveduto a renderla “sterrosa” con i copertoni Marathon Plus Tour

Difetti

Componenti

Il modello 2007 non aveva componenti raffinati – cambio, deragliatore, pignoni e guarnitura li ho infatti cambiati mettendo una guarnitura compatta e dei pignoni un po’ più adatti ad uso fuoristrada. Inoltre non montava portapacchi. Se li avessero previsti si sarebbero accorti per tempo del problema descritto sotto.

Portapacchi

Il disco posteriore impedisce un corretto posizionamento del portapacchi che risulta troppo avanzato. Ho risolto il problema con il portapacchi modello Pioneer della Old Man Mountain. E’ un portapacchi che può essere montato con i dischi, sulle sospensionate posteriori e viene fornito con i fissaggi per chi non ha ugelli. è universale ed è un’altra cosa rispetto ai Tubus. Inoltre la parte piana è chiusa e funziona da appoggio oltre che da parafango. I portapacchi anteriori sono montabili anche su bici sospensionate ed in assenza di ugelli predisposti. Il piano di appoggio misura 16 cm x 40. Essendo molto staccato dalla sella è possibile posizionare una borsa a tubo per lungo e non per traverso. Davvero un bell’acquisto.

Cerchi

Finora non li ho cambiati, ma avendo dovuto sostituire una camera d’aria per la rottura della valvola, ne ho toccato la inconsistenza relativamente a quello che intendo fare. Stanno insieme perché i raggi sono robusti e le Marathon Plus Tour sono talmente dure che secondo me tengono insieme il cerchio, anche qui provvederò appena trovo cerchi di acciaio.

Peso

Non metto il peso tra i difetti, perché se si vogliono le virtù di cui sopra, è una componente conseguente e necessaria. Per la cronaca la mia completa di 3 portapacchi, impianto luci davanti e dietro, parafanghi, cavalletto e fronzoli vari pesa 16 kg.

Prezzo

Alla fine mi è costata come comperarla nuova di serie ad allestirla completamente, ma questa è una bici totalmente personalizzata, su cui ho imparato a mettere le mani, e che mi ha fatto dimenticare di tirare in casa altre bici.

Commenti

Non riesco ad andare a far la spesa in macchina. Due borse sul portapacchi e via, magari arriva il carrellino. È una commuter, come dicono gli americani, per uso giornaliero. È una compagna fedele. Non può essere la bici per tutti e adatta a tutti. Ma se si desidera una bici con le qualità sopra descritte da usare sempre e spesso, allora è da valutare come acquisto. Non è fatta per correre ad abbattere il tempo: infatti sulla strada è molto più lenta delle bici da corsa tradizionali e sullo sterrato è più lenta delle mtb. E’ stata costruita, e ultimamente migliorata, allo scopo di godersi la vita. Concludo con una battutina: la mia non è più una Kona Sutra orma ma una kosa e basta..

Foto

In viaggio sul colle della Lombarda.

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Commenti

  1. Avatar felino ha detto:

    è fatta per la città e su questo non ci piove. ha un prezzo molto accessibile, ha solo una corona davanti, ha rapporti adeguati per uso in città. credo sia anche comoda. ma per questo occorre sapere come fare a impostare per sè una bici standard. e per questo ti rimando al mio articolo sul mio blog
    https://ilbiciclismo.wordpress.com/2015/04/20/misure-telaio-della-bici-standard/ . se seguirai le istruzioni ti metterai bene in bici che è fondamentale.
    per la somiglianza con la tout terrain si tratta appunto di una somiglianza…..il portapacchi posteriore non è saldato al telaio. inoltre una tout terrain costa minimo 2000 euro fino a non so….un motivo ci sarà: il primo, a parte la tecnica e le soluzioni, i componenti che sulla darsena sono ovviamente supereconomici…..ma anche io ho iniziato così.

  2. Avatar Fabrizio ha detto:

    Buongiorno,
    ho letto il post che mi è piaciuto davvero molto.
    Io vorrei assemblarmi una bici non proprio da viaggi e neppure da città, cioè per un uso quotidiano urbano con carico da ufficio (borsa e orpelli vari) e possibilità di qualche passeggiata in campagna nei fine settimana.
    Avrei pensato di partire dal telaio della Olmo Darsena che oltre ad essere molto bello mi dà l’impressione di avere una impostazione comoda (misure del posteriore apparentemente abbondanti) ed è predisposto per portapacchi posteriori ed anteriori suoi specifici.
    E poi successivamente assemblerei manubrio, sella e movimento, freni e illuminazione più specifici.
    Mi piacerebbe un commento sul telaio che mi ricorda vagamente il tout-terrain.

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