Il Cammino di Santiago a modo mio/nostro (ovvero come farlo in bici da corsa senza correre)

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Agosto 2011. Partenza 18 agosto 2011 da Milano in camper, arrivo il 19 a St Jean Pied de Port. Il Cammino inizia il 20 agosto e termina il 30 a Santiago de Compostela. Tutto inizia nel 2008 quando, durante le vacanze nella Spagna del nnord fatte con il nostro camper, io (Severino, 62 anni a novembre) e mia moglie Marisa ci siamo imbattuti nei pellegrini del Cammino di Santiago.

Per noi erano i primi in assoluto: sorpresa, emozione e rispetto hanno disegnato questa prima immagine del Cammino. Poi, durante una sosta in campeggio, un ex-camminante ci ha fatto conoscere meglio cosa volesse dire fare il Cammino. Da allora ho approfondito il tema acquistando guide, leggendo decine di resoconti e chiedendo suggerimenti in modo che l’itinerario risultante avesse come basi le nostre due passioni: viaggiare con il camper e pedalare con la bicicletta da corsa. Alla fine ho completato ricerca e stesura del percorso e individuato il periodo in cui effettuarlo: Cammino Francese da St. Jean Pied de Port a Santiago de Compostela, nella seconda metà di agosto 2011.

Il caso ha voluto (ogni tanto il fato è benevolo) che pochissimi giorni prima della nostra partenza, fissata per il 18 agosto, mio figlio Marco (34 anni) e sua moglie Simona abbiano trovato ferie e voglia per venire con noi: la sorpresa è stata bellissima. Il team prevedeva perciò mia moglie alla guida del camper, io ai pedali per tutto il percorso mentre Simona e Marco, oltre agli ultimi 200 km necessari per ottenere la Compostela, hanno pedalato anche un imprecisato numero di chilometri durante gli altri giorni di Cammino.

Premesse doverose

Dico subito che la motivazione che ci ha spinto ad intraprendere il Cammino non è religiosa o mistica, forse nemmeno turistica (molti dei luoghi attraversati li avevamo già visitati nel 2008, compresa l’emozione di arrivare a Finisterre); direi che probabilmente la principale causa è stata la curiosità: volevamo vedere e provare dal vivo quanto descritto nei resoconti degli altri pellegrini e confrontare le nostre sensazioni con le loro. Queste righe non sono e non vogliono essere delle verità assolute, le ho scritte nel momento in cui ho vissuto l’evento e risentono del mio umore, del tempo atmosferico, della fatica, ecc…; sono perciò solo considerazioni soggettive.

Le medie giornaliere testimoniano che, pur utilizzando bici da strada, il mio/nostro andare è stato impostato su tempi e modi del curioso che vuole ascoltare, non sentire, che vuole guardare, non vedere in altre parole che vuole entrare con il corpo e la mente nel luogo e nel tempo che sta vivendo. Queste note possono risultare utili a coloro che intendono effettuare il Cammino con mezzi e modalità simili alle nostre ma anche gli altri pellegrini potrebbero trarre utili spunti di riflessione.

E’ importante non avere eccessivi problemi di tempo; il Cammino vi prenderà il suo tempo, non il vostro! Abbiate quindi una “scorta” di giorni che a prima vista potrebbero sembrare superflui. La raccolta dei sellos (timbri) sulla Credencial diventa un gioco: più ne ho e più bravo sono, un po’ come per la raccolta di figurine da bambini! All’inizio snobbavo qualche sello ma poi li ho fatti applicare ovunque. Anche Marisa è caduta in questa trappola ma, correttamente, non avendo pedalato non ha ritirato la Compostela.

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Bici da corsa o mountain bike?

Come detto, prima di intraprendere il Cammino mi sono documentato sia sul percorso (tramite guide cartacee e internet) sia sul come affrontarlo e a tal proposito ho letto molti resoconti di pellegrini ciclisti. La maggior parte ha effettuato il Cammino con la MTB ma molto spesso, a causa di pioggia, fango, pietre, scaloni e ripidissime salite, ha optato per buoni tratti di asfalto. Malgrado questa abbondante contaminazione con l’asfalto i loro racconti non collimavano con i nostri intendimenti. Altri hanno affrontato il Cammino con la bici da corsa, ma lo hanno fatto come se si trattasse di una gara (giù la testa e via per 130/150 km al giorno), senza nulla vedere e nulla assaporare, solo l’effimera gloria del vanto con gli amici per la performance. Anche questo modo non rientrava nella nostra visione di come fare il Cammino.

A fronte di quanto sopra abbiamo quindi scelto di fare il percorso solo su asfalto e non su sentiero (che a dire il vero dovrebbe essere riservato ai camminanti).
Le tanto vituperate statali non si sono rivelate particolarmente trafficate o pericolose, anzi. La maggior parte delle volte, specie quando risultavano parallele alle autostrade o alle superstrade, erano praticamente deserte. Per quanto riguarda la bici da corsa, le modifiche sono state davvero modeste: un leggero portapacchi (quelli che si fissano al piantone sotto la sella), una borsa legata al portapacchi per contenere la macchina fotografica, le cartine stradali, qualche barretta e le necessarie protezioni solari. Una menzione particolare alle borracce, portatene due se potete perché non sempre le fontane ci sono quando servono.

Partite con copertoni e camere d’aria nuove (senza dimenticare le pezze). Il sellino deve essere già rodato. Il casco è molto raccomandato. Per i pedali mi sento di suggerire quelli senza sgancio perché se fate il Cammino anche come turisti avrete da camminare ed è meglio farlo comodamente.

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Camper o Albergue?

Quasi tutti i racconti dei pellegrini ciclisti hanno evidenziato particolari comuni che ci hanno ulteriormente convinto ad usare il camper: le camerate degli Albergue molto affollate, soffocanti, odorose di umanità, rumorose, le docce non sempre calde e non sempre il posto letto è assicurato. Ad ogni modo, per chi non ha un camper, oltre agli Albergue ci sono tantissimi Hostales (le nostre pensioni) che ospitano i pellegrini senza depredarli. Se pensate, comunque, di pernottare negli Albergue sappiate che non si può prenotare in anticipo, si può stare solo una notte e hanno rigidi orari di ritirata; se il vostro Cammino è anche turistico potrebbe darvi fastidio.

Informazioni utili

Anche se la Spagna ha il nostro fuso orario e ora legale, di fatto è molto più a ovest, quindi a parità di orario si hanno mattinate fredde (il sole sorge più tardi) e pomeriggi caldi (per il motivo opposto); bisogna usare il bilancino per non patire il freddo mattutino e il caldo delle ore centrali. La “Credencial” è l’unico documento che vi permette di accedere in qualità di pellegrino agli “albergue” e che consente di farvi rilasciare, una volta giunti a Santiago, la “Compostela””. Per ottenerla NON dimenticate di farvi apporre i sellos che attestano il vostro percorso.

Potete richiedere la “Credencial” anche prima di partire a: Centro Italiano di Studi Compostellani, Via del Verzano 49 – 06123 PERUGIA. Aggiungo, in ordine sparso, alcuni suggerimenti/considerazioni/riflessioni che potrebbero esservi utili: – Sulle statali c’è un abbondante spazio riservato ai ciclisti, circa 1,5 mt tra la
riga bianca laterale e la fine dell’asfalto. – I menù del pellegrino costano poco e valgono in proporzione. Non aspettatevi di trovare qualche metro di pianura, si sale o si scende. Affrontate l’impegno con allenamento adeguato (nel mio caso avevo circa 2000 km nelle gambe).

  • Molto spesso c’è vento ed è sempre contro.
  • Portate creme solari.
  • I prezzi sono quasi allineati a quelli italiani tranne la benzina e il gasolio dove la differenza a favore è notevole.

Se siete arrivati fin qui vuol dire che non ho annoiato più di tanto, quindi…si parte!

Leggi il report completo qui pdf

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Commenti

  1. Avatar Francesco ha detto:

    L’ho fatto alcuni anni fa in MTB e con le borse. A mio modesto parere non ha molto senso percorrere il Camino con la bici da corsa. Si perdono alcuni tratti tra i più belli e anche il senso più intimo del percorso. Peraltro i camminatori non vengono affatto infastiditi dai biker.

  2. Avatar felino ha detto:

    racconto molto bello e simpatico. una piccola critica riguarda l’insistere sull’assenza del cosiddetto misticismo e senso religioso…..molto difficile da vedere se non se ne ha.
    infatti è proprio questo che lo rende bellissimo,ed evitare questo fattore svaluta profondamente il significato di un cammino che nasce religioso da qualche secolo.
    dormire e mangiare con altri pellegrini avrebbe sicuramente fatto emergere un fattore importante che purtroppo le è sfuggito…….esiste, eccome, ad ogni 50 cm che sono più o meno il percorso di un passo. poi lo si può affrontare come una impresa personale, nessuno a niente da ridire. affrontarlo in solitudine con zaino in spalla, mi creda, è un’altra cosa. provare per credere

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