Una handbike è un mezzo di locomozione che permette a qualunque persona, disabile o normodotato, di muoversi nell’ambiente sfruttando la propulsione fornita dalle proprie braccia. Nasce come strumento adatto a spostarsi in sicurezza ed in autonomia, diventando poi, grazie ad una sua importante diffusione negli ultimi anni, uno degli sport per disabili più conosciuti e seguiti anche dai mass media.
Può essere considerata una cugina della nostra amata bicicletta perché con essa ha in comune moltissimi componenti. Inoltre deriva proprio dal desiderio delle persone che in seguito a un incidente, a un trauma o a una malattia, hanno perso la possibilità di utilizzo degli arti inferiori e, di conseguenza, di usare la normale bicicletta come mezzo di trasporto.
In modo molto schematico potremmo dire che una handbike è formata da un telaio con un sedile, sul quale chi la usa può posizionarsi seduto o sdraiato in base ad alcuni fattori che successivamente vedremo. Al telaio sono fissate tre ruote, una anteriore e due posteriori. La ruota anteriore presenta una peculiarità: così come nelle tradizionali biciclette è collegata allo sterzo e si occupa di dare la direzione al mezzo, essa è pure responsabile della forza motrice in quanto collegata alle pedivelle mediante la catena. Si capisce quindi facilmente che le due ruote posteriori sono solamente responsabili della stabilità e garantiscono l’equilibrio al mezzo durante la marcia e le soste.
I freni sulla handbike agiscono mediante leve tradizionali e/o a “contropedale” ma solo sulla ruota anteriore, rendendo la frenata brusca o prolungata una situazione cui prestare particolare attenzione. Il motivo per cui posteriormente non vengono applicati sistemi di frenata è relativamente semplice; se ipotizzassimo una frenata con le ruote posteriori, una anche minima differenza nella sua ripartizione provocherebbe pericolose sbandate rendendo il mezzo difficilmente controllabile in discesa o in situazioni di emergenza.
L’ultimo componente che unisce bicicletta ed handbike è la presenza dei rapporti di trasmissione, in tutto e per tutto simili e comuni con la cugina più nota ma con la singolarità di essere montati “al contrario”. Quelle che normalmente è il pacco pignoni, sulla handbike diventa la corona anteriore e viceversa, proprio perché la ruota motrice si trova davanti.
Chi usa l’handbike?
Come inizialmente accennato il tipico praticante di handbike si suddivide grossolanamente in tre categorie:
• Il mieloleso: colui che ha subito una lesione del midollo spinale e non può più sfruttare totalmente o parzialmente i muscoli degli arti inferiori e/o del tronco. Solitamente in questa categoria rientrano tutte quelle persone che sono state coinvolte in incidenti stradali o cadute accidentali durante il lavoro o attività ricreative.
• L’amputato: colui che ha subito una amputazione totale o parziale degli arti inferiori. Anche in questo caso gli incidenti stradali possono essere una delle principali cause (come nel caso di Alex Zanardi, probabilmente uno degli handbiker più noti a livello mondiale), ma possono essere dovute anche ad altre cause (malattie neuromuscolari o tumori).
• Malattie neurologiche e/o neurodegenerative: tutte quelle persone che per malattie presenti dalla nascita hanno un deficit nel controllo dell’equilibrio o della forza degli arti inferiori e possono muoversi in modo efficace solo con la forza delle braccia.
Così come esistono diverse categorie di atleti praticanti handcycling, allo stesso modo esistono diverse tipologie di handbike.
Handbike di tipo ricreativo
Sono mezzi deputati a spostamenti ludici e ricreativi, senza obiettivi di prestazione. Solitamente prevedono una seduta comoda di facile accesso, una buona stabilità e comfort a discapito delle prestazioni e delle velocità raggiungibili. L’utilizzatore può avere un controllo completo della strada, lo sguardo rivolto in avanti e risultare parecchio visibile anche agli altri mezzi con i quali si trova a condividere la strada. Sono costituite da telaio in acciaio o alluminio, ruote con copertoni diversi a seconda della tipologia della strada che si intende percorrere e manopole con pedivelle lunghe, per essere adattate ad ogni persona che le intenda usare. Risultano però ormai poco diffuse perché soppiantate da mezzi più leggeri, ergonomici ed in grado di raggiungere velocità più elevate. Anche negli spostamenti cittadini sono state soppiantate da sistemi a motore elettrico che il disabile può applicare facilmente alla propria carrozzina rendendola adatta anche a superare dislivelli, strade sconnesse, mantenendo l’accessibilità a negozi o locali pubblici.
Handbike intermedie
Rappresentano il primo tentativo di rendere l’handbike un mezzo sportivo da usare in competizioni di vario tipo. Presentano un telaio in alluminio o acciaio ma di forme completamente diverse rispetto al precedente. Infatti il baricentro risulta notevolmente abbassato per guadagnare in stabilità nei cambi di direzione e favorire l’aerodinamicità per il raggiungimento di buone velocità. Presentano regolazioni nell’inclinazione e vicinanza dello schienale alle pedivelle. Queste stesse possono essere alzate o abbassate in relazione alla conformazione fisica del praticante. Le ruote sono simili a quelle per l’handbike ricreativo, e anche in questo caso le coperture possono cambiare in funzione del tipo di strada da percorrere. Anche in questo caso la persona riesce a controllare facilmente il percorso ed essere sufficientemente visibile dagli altri mezzi, ma spesso si preferisce attaccare una bandierina con una lunga asta posteriormente al telaio per essere meglio individuati. Essendo molto configurabile, la tipologia intermedia, rappresenta il primo approccio dell’aspirante atleta con la pratica dell’handbike e gli consente di apprendere i primi rudimenti dello sport, di capire le difficoltà e le reali necessità. È frequente che le società sportive ne dispongano come una sorta di “muletto” da prestare ai nuovi atleti che a loro si rivolgono.
Handbike da competizione
Sono mezzi usati esclusivamente per le gare e gli allenamenti. Hanno un baricentro estremamente basso, con un’altezza da terra di pochi centimetri; il telaio è quasi interamente di carbonio con un’elevata attenzione alla riduzione del peso. Le ruote montano esclusivamente coperture altamente preformanti e lisce per garantire il massimo della scorrevolezza e della velocità di marcia. I cambi anteriori e posteriori sono mutuati dalle biciclette da corsa di altissimo livello, spesso ormai controllati e gestiti elettronicamente. Le regolazioni della posizione sono ridotte al minimo, solo alla posizione della testa che può essere alzata o abbassata di pochi centimetri inserendo appositi spessori sotto al supporto. L’atleta risulta quindi completamente sdraiato con la sola eccezione del capo che deve poter controllare il percorso davanti a sé; ne risulta che la resistenza aerodinamica sia ridotta al minimo.
Vanno quindi realizzate su misura e progettate con attenzione per essere perfettamente adatte all’atleta che andrà ad usarle. Il comfort, è evidente, risulta molto limitato in quanto si tratta di mezzi estremamente rigidi, suscettibili alla minima sconnessione o asperità che si incontra lungo la strada; non è raro che gli atleti rimangano incastrati sui dossi riduttori di velocità di cui le nostre strade sono largamente munite. Inoltre, a causa della vicinanza con l’asfalto, gli atleti si “riempiono” di polveri e detriti che le ruote naturalmente sollevano ed obbligano ad indossare occhiali protettivi per proteggere gli occhi. Infine la visibilità nei confronti degli altri mezzi è estremamente ridotta, motivo che ne sconsiglia l’utilizzo nel traffico cittadino a meno di essere appositamente segnalati e magari scortati da mezzi di supporto.
Handbike da competizione per amputati
Rappresentano una sotto-categoria della precedente e si differenziano per la mancanza dello schienale e per la postura che fanno assumere all’atleta. Presentano un telaio in carbonio a forma di “guscio” nel quale bisogna scivolare e che permette anche l’uso dei muscoli del tronco (addominali e dorsali) per aumentare la forza e la potenza della spinta. Necessitano ovviamente di un ottimo controllo della stabilità e sono più soggette a ribaltamenti a causa della posizione del baricentro più rialzata, compensata però dalle capacità di equilibrio di questa tipologia di atleti.
Nei prossimi articoli inizieremo ad approfondire nel dettaglio la conoscenza dell’handbike e dei suoi protagonisti ricordando che le informazioni qui riportate non hanno carattere medico e che la pratica dell’handcycling può essere effettuata se preceduta da un’adeguata visita con medico fisiatra e/o dello sport e sotto il controllo di specialisti dell’attività fisica adattata.