Eurovelo 11 è uno dei più lunghi percorsi della rete Eurovelo: attraversa infatti l’Europa da nord a sud proprio nel punto in cui maggiore è la distanza fra le estremità settentrionali e meridionali del continente. Partendo da Capo Nord in Norvegia, EV11 tocca ben 11 paesi in più di 6000 chilometri, raggiungendo infine la capitale greca Atene. A parte la lunghezza, EV11 è alla portata di tutti, in quanto le salite sono rare e non troppo impegnative, soprattutto nella prima parte.

L’attrazione principale esercitata da questo percorso deriva dal fascino di zone che rimangono solitamente fuori dai normali giri turistici, nell’Europa centro-orientale e balcanica. Proprio per questo motivo però le infrastrutture per i cicloturisti sono meno sviluppate, e alcuni tratti del percorso non sono ancora ufficiali. EV11 è quindi consigliato soprattutto a chi ama un pizzico di avventura ed ha capacità di adattamento alle varie situazioni che si possono incontrare lungo la strada. D’altra parte, chi ha fatto questo tipo di viaggi sa che si può sempre contare sulla generosità e l’ospitalità delle popolazioni locali, incuriosite dai rari cicloturisti che attraversano le loro terre.

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ATTENZIONE: i percorsi Eurovelo sono ancora in gran parte solo sulla carta. Spesso non ci sono piste ciclabili separate, e neanche cartelli indicatori. Inoltre, la situazione sul terreno cambia continuamente: le amministrazioni locali possono decidere di far passare il percorso per una strada parallela a quella da noi segnata, magari perché lì decidono di realizzare una nuova pista ciclabile. La traccia gps è da considerarsi solo come un punto di riferimento generico per avere un’idea del percorso e delle distanze. Per pedalare lungo i percorsi Eurovelo è necessario un certo spirito di avventura, adattabilità ed esperienza.
Norvegia 276 km 
EV11, come anche i suoi “cugini” EV1 e EV7, comincia a Capo Nord, estrema punta settentrionale del continente europeo – se vi si arriva in estate, il sole qui non tramonta mai. Dopo pochi chilometri, è subito necessario scegliere se affrontare o meno alcuni tunnel. I due tunnel più lunghi, lo Skarsveg (3 km) e il Nordkapp (6,9) sono evitabili prendendo un traghetto dal villaggio di Honningsvag verso Havøysund, ricongiungendosi poi al percorso principale a Smørfjord (si veda la traccia fornita a parte per questa deviazione); per decidere se affrontare o no i tunnel, la cosa migliore da fare è dare loro un’occhiata su Google Street View o Youtube.
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Da Smørfjord, mentre gli altri percorsi Eurovelo si dirigono verso sud-est, EV11 continua a seguire il Porsangerfjord fino alla sua parte più interna, coincidente con la cittadina di Lakselv (188 km), fra i saliscendi che caratterizzano la costa norvegese. Da qui si risale il corso del fiume omonimo, inoltrandosi in una regione abbellita da numerosi laghi dalle acque cristalline.
Il tratto norvegese di EV11 è relativamente breve, terminando dopo soli 276 chilometri, ma gli amanti dei paesaggi scandinavi sono ottimamente serviti da ciò che li aspetta in Finlandia.
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Come arrivare a Capo Nord, dal portale ufficiale del turismo norvegese
Informazioni generali sul cicloturismo in Norvegia
Finlandia 1495 km 
Si pedala ora nel cuore della Lapponia, con quei tipici paesaggi che anche chi non ha visitato dal vivo conosce: boschi di betulle, fiumi, laghi, la natura la fa da padrona, e gli insediamenti sono rari e molto piccoli. È necessario quindi pianificare con attenzione le soste e i rifornimenti di cibo. Si segue la strada regionale numero 92, che confluisce nella strada statale numero 4 nello stesso punto in cui si incontra EV13; i due percorsi coincidono per poco meno di 300 km. Fra le cittadine che si toccano quelle a maggiore vocazione turistica sono Inari (95 km) e Saariselka (160 km), entrambi principalmente centri per gli sport all’aria aperta.
Fatta una deviazione sulla SS 5 per visitare il lago di Kemijärvi (405 km), uno dei più ampi del paese, si torna sulla SS4 incontrando il capoluogo della Lapponia, Rovaniemi (485 km), il cui ufficio turistico è riuscito ad ottenere l’esclusiva da Babbo Natale per ospitare il suo ufficio. Da qui si segue per circa 120 km il percorso del fiume Kemijoki, che sfocia nel mar Baltico vicino alla cittadina di Kemi. Quindi EV11 segue lo stesso percorso di EV10 fino alla città di Oulu (715 km), ricalcando la linea della costa. Ci si inoltra ora nella regione dei laghi, che caratterizzeranno gran parte del rimanente tratto finnico di EV11. Questi 1495 km si concludono a Helsinki, la capitale della Finlandia, città molto vivace culturalmente e coperta per circa un terzo da parchi naturali; se vi si arriva in agosto si troverà il Festival artistico in pieno svolgimento. Infine un traghetto porta a Tallinn, capitale dell’Estonia, evitando di continuare il periplo del mar Baltico compiuto invece da EV10.

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Info generali sul cicloturismo in Finlandia
Traghetto Helsinki-Tallinn
Estonia 470 km 
L’Estonia ha in comune con la Finlandia una particolarità linguistica: in queste terre infatti (così come in Ungheria) si parlano delle lingue molto particolari, appartenenti al ceppo cosiddetto ugro-finnico; in tutto il resto d’Europa invece sono diffuse lingue del ceppo indo-europeo.
Si è quindi sbarcati nel primo dei tre paesi baltici, indipendenti dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica nel 1991; l’Estonia è uno dei paesi che ha meglio sfruttato i benefici derivanti da questi eventi, e la pubblica amministrazione è basata su sistemi informatici avanzatissimi che fanno invidia a quelli dei più blasonati paesi dell’Europa occidentale. Il futuro si concilia con il passato fra gli stretti vicoli del centro medievale, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2007.

Il tratto estone di EV11 si svolge lungo 3 percorsi ciclistici nazionali: si segue prima il percorso numero 1 verso est, lungo la costa del mar Baltico; nei dintorni di Rakvere (160 km) si devia verso sud lungo il percorso numero 4, fino a raggiungere Tartu (348 km); infine, con il percorso numero 3 si prosegue verso sudovest dove si passa il confine con la Lettonia. Per una descrizione particolareggiata si veda la pagina dedicata all’Estonia.
Lettonia 564 km 

Il lettone è invece una lingua baltica a tutti gli effetti, imparentata quindi (seppure alla lontana) con l’italiano. Il tratto lettone ha la natura come attrazione principale: si attraversano infatti numerosi parchi e riserve naturali di importanza europea, come il parco del fiume Gauja o la regione dei laghi nel sud-est.
Il percorso può essere diviso in due parti: la prima, sull’itinerario ciclistico nazionale LV2, porta fino alla città di Sigulda (126 km), dominata dalle rovine del castello medievale. Si descrive poi un arco lungo LV3 per sconfinare in Lituania. Per una descrizione particolareggiata si veda la pagina dedicata alla Lettonia.
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Centro informazioni sul cicloturismo in Lettonia
Lituania: 472 km 
Per la Lituania vale quanto detto per il suo vicino a nord: anche qui infatti si attraversano regioni dominate da laghi e foreste, protette dall’esistenza di un parco nazionale. Dopo circa 213 chilometri lungo il percorso LT3 si giunge alla capitale Vilnius, anche questa con un centro storico risalente all’epoca medievale e barocca.

Usciti da Vilnius si continua in pianura lungo strade secondarie che collegano piccoli villaggi, passando per l’ultimo tratto attraverso una fitta foresta al confine fra Lituania, Polonia e Bielorussia.
Per una descrizione particolareggiata si veda la pagina dedicata alla Lituania.
Polonia: 762 km 
Si è nel bel mezzo della grande pianura dell’Europa centro-orientale, e il percorso non potrebbe essere più piatto di così, almeno per i primi 450 chilometri. Evitando le strade principali, EV11 serpeggia ancora una volta fra laghi, foreste e villaggi continuando tortuosamente verso sud. All’altezza di Łomża (225 km) si incontra Eurovelo 2, di cui si segue il percorso fino alla capitale della Polonia, Varsavia; chiunque abbia visto Il Pianista di Roman Polanski sarà rimasto impressionato dalla sistematica e assoluta distruzione compiuta dalle truppe naziste che si preparavano a ritirarsi nel 1945; molti palazzi e chiese furono comunque ricostruiti secondo i progetti originari nei decenni successivi, e oggi Varsavia è una città culturalmente ricca, capitale di un paese dinamico, unico fra quelli europei a non essere mai andato in recessione negli ultimi anni.

Si esce da Varsavia verso sud, parallelamente alla Vistola, da cui ci si allontana dopo un’ottantina di chilometri deviando in direzione sud-ovest, verso Cracovia, cominciando una impercettibile salita (pendenza media: 0,8%) che continuerà per tutto il tratto polacco di EV11.
A Cracovia (655 km) si incontra EV4; vale sicuramente la pena di fermarsi un paio di giorni in questa famosa città, il cui centro storico ha un’atmosfera particolare, soprattutto di notte; fra le numerose chiese, la più importante è la cattedrale del Wawel, luogo di incoronazione e di riposo dei vari monarchi polacchi.
A pochi chilometri di distanza da Cracovia, all’altezza della cittadina di Wieliczka, vi è un luogo del tutto particolare: delle antiche miniere di sale, oggi trasformate in un museo; per visitarle, si scende in profondità, camminando poi nei larghi tunnel scavati nel sale; il momento più impressionante è quando si giunge a visitare una grande chiesa interamente scavata nel sale.

Negli ultimi 100 chilometri del tratto polacco di EV11 ci si inoltra nella regione dei Carpazi, continuando a salire lentamente verso il confine slovacco.
Informazioni generali sul cicloturismo in Polonia
Slovacchia: 138 km 

Ciò che caratterizza il breve attraversamento della Slovacchia è la presenza di fiumi. Prima si risale il corso del Dunajec, che tortuosamente funge anche da confine fra Polonia e Slovacchia; una volta giunti in cima (alla modica quota di 608 metri) e superato lo spartiacque si passa sull’altro versante, seguendo in discesa il fiume Hornad, che attraversa la città di Kosice (115 km). Questa è la seconda città slovacca per popolazione e un importante centro culturale, data anche la posizione decisamente decentrata ad ovest della capitale Bratislava; la chiesa di Sant’Elisabetta è solo il più grande dei numerosi monumenti e palazzi che caratterizzano il ben conservato centro storico di Kosice, quasi completamente pedonalizzato.
Da qui manca ormai poco al confine con l’Ungheria.
Ungheria: 443 km 
Ed ecco, dopo Finlandia ed Estonia, il terzo paese dove si parla una lingua ugro-finnica, l’ungherese appunto. A parte le particolarità linguistiche, l’Ungheria è però sempre stata, nella storia moderna, al centro dell’Europa, fatto che tendiamo a dimenticare. Il fiume che si segue è questa volta il Tibisco (Tisza), al centro di una vasta piana che ricopre tutta la parte orientale del paese: sarà difficile trovare un metro di strada in salita.
Gli spunti di interesse di questi 443 chilometri possono essere riassunti in due parole: natura e vino. Per quanto riguarda la prima, si attraversano molti siti appartenenti alla rete europea di aree protette “Natura 2000”; di particolare interesse è la zona attorno al lago Tisza (200 km), con sviluppate infrastrutture turistiche e la possibilità di fare sport e birdwatching.

Chi apprezza il vino invece corre il rischio di fermarsi un po’ prima, nella regione del Tokaj (85 km) e non ripartire più, data la varietà di vini che si possono gustare da queste parti.
Continuando a seguire fedelmente il percorso del fiume, fra anse e curve, si attraversano diversi villaggi e cittadine, la più grande delle quali è l’ultima che si incontra, Szeged (425 km), città originariamente fondata dai romani e distrutta completamente nel 1879 da una piena del Tibisco.

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Portale turistico ungherese
Serbia 633 km 
I primi 190 chilometri mantengono le stesse caratteristiche del percorso ungherese: si continua infatti a seguire il Tibisco nella provincia serba della Vojvodina, con una forte minoranza ungherese; questo territorio infatti, fino al trattato del Trianon del 1920, era compreso nella parte ungherese dell’Impero Austro-Ungarico. Siamo in una zona molto importante per la storia europea: passa di qui infatti uno dei grandi confini di civiltà, che divide il mondo cattolico da quello ortodosso, con quest’ultimo a sua volta fortemente influenzato dai secoli di presenza ottomana. È impossibile capire i dolorosi avvenimenti nei Balcani negli anni Novanta senza essere consapevoli di queste diversità culturali.
Il Tibisco confluisce nel Danubio all’altezza di Belgrado (186 km), da cui passa anche EV6. La capitale serba è una città molto interessante, dove i resti della storia antica e recente si mescolano ai palazzi ancora non ricostruiti dopo i bombardamenti del 1999. Le trattorie tipiche del quartiere bohémien che sorge attorno alla via Skadarija sono un ottimo posto per rifocillarsi.

Lasciando Belgrado verso sud ci si inoltra nella parte montuosa dei Balcani, anche se le salite rimangono comunque generalmente brevi e non troppo pendenti. Il paesaggio è caratterizzato da zone collinari densamente coltivate, e gli insediamenti che si incontrano sono tutti molto piccoli, con l’eccezione di Kragujevac (298 km) e Niš (487 km), l’antica Naissus romana, la città delle Ninfe che diede i natali all’imperatore romano Costantino I.
Il percorso si tiene lontano dai confini del Kosovo, ma proseguendo verso sud si entra comunque in una zona, la valle di Vranje, fra le più instabili dei Balcani: vi sono infatti tensioni etniche fra macedoni, albanesi e serbi, che culminano periodicamente in episodi violenti. Per un cicloturista non ci dovrebbero comunque essere problemi, se si ha l’accortezza di non impelagarsi in discussioni politiche.
Continuando lungo la valle si entra al confine con la Macedonia.
Macedonia: 240 km 
Questo stato, nato dalla dissoluzione della Yugoslavia, riprende il nome di una delle più famose entità del mondo antico. Macedone era infatti Alessandro Magno, conquistatore di un vastissimo quanto effimero impero che si estese fino all’odierno Afghanistan. Proprio l’importanza storica di questa regione è alla base di una disputa con la Grecia, che non accetta che la Repubblica di Macedonia possa chiamarsi così, temendo che il nome possa indicare mire espansionistiche verso la provincia greca con lo stesso nome. Nelle organizzazioni internazionali quindi la Macedonia è chiamata FYROM, acronimo inglese che sta per “Former Yugoslav Republic of Macedonia”, ad indicare che il nome è solo temporaneo.
Dal punto di vista altimetrico, nella prima parte del tratto macedone di EV11 continuano i saliscendi (sempre abbastanza facili), mentre la seconda parte è prevalentemente pianeggiante.
Il momento più interessante del breve attraversamento della Macedonia è sicuramente la visita alla città di Skopje (60 km), simbolo, durante il regime titoista, della pacifica coesistenza di etnie diverse. La città giace all’incrocio di due importanti assi di comunicazione nord-sud e est-ovest, fondamentali in una regione montuosa come lo sono i Balcani. È stata quindi abitata fin da tempi antichissimi, e conquistata poi dai Romani nel primo secolo.
Il resto del percorso scorre prevalentemente lungo il fiume Vardar, e sconfina in Grecia all’altezza del lago della città di Nov Dojran.

Grecia: 620 km 
Ed ecco quindi l’ultima tappa di questo lunghissimo EV11: la Grecia. Siamo ormai lontanissimi da Capo Nord, dove si è iniziato a pedalare qualche settimana fa, e a questo punto giacche, felpe e pantaloni lunghi saranno già stati rispediti a casa per posta.
La prima parte del tratto greco di EV11 è nella provincia a cui si accennava prima, la Macedonia. Una ampia pianura intensamente coltivata porta alla città di Salonicco (67 km), nota come la “co-capitale”, titolo riferito non al suo ruolo nella Grecia moderna, ma al suo status nell’impero romano d’oriente. Come accade in gran parte dei Balcani, il passaggio delle diverse civiltà (greca, romana, bizantina, ottomana…) si fonde in un’eccezionale collezione di monumenti e testimonianze del passato. L’arrivo in città segna anche il ritorno al mare, visto per l’ultima volta sul traghetto che dalla Finlandia portava all’Estonia.
Per qualche decina di chilometri si rimane vicino alla costa del Mediterraneo, pedalando lungo la striscia di terra pianeggiante fra il mare e le montagne che si innalzano nell’entroterra: la più alta fra quelle che si vedono è il famosissimo monte Olimpo, dove abitano gli dei.

Una stretta valle permette di addentrarsi nella Tessaglia, giungendo al suo capoluogo Larissa (237 km). I 60 chilometri che seguono, e che riportano al mare, sono gli ultimi in pianura di EV11: da qui in poi comincia una serie di salite (la più dura di 15 km al 9% di pendenza max, non lontano dal luogo della battaglia delle Termopili) che portano a entrare nella regione dell’Attica. In questo tratto finale, il percorso coincide con quello di EV8. Dopo più di 6000 chilometri si arriva così ad Atene; la città è purtroppo devastata dal cemento e conserva ben poco del fascino legato al suo nome, con la grande eccezione naturalmente dell’Acropoli, straordinario sito archeologico da cui si domina il panorama circostante. L’aeroporto di Atene è ben collegato con i principali aeroporti italiani.

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Sito sul turismo in Grecia
Tutti gli itinerari Eurovelo
Eurovelo 1: la costa dell’Atlantico
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