“Il ciclista deve essere assicurato?”
Questa domanda a bruciapelo può essere rivolta a chiunque. Soprattutto a chi utilizza la propria bici per molte ore e con alta frequenza, per andare al lavoro e tornare a casa o per fare un semplice giro di piacere. L’esposizione ai pericoli della strada colpisce tutti, dal ciclista urbano al weekend warrior, dall’amatore evoluto al cicloviaggiatore.
Solitamente i ciclisti riducono l’approccio ai possibili rischi di un giro in bicicletta agli imprevisti: una foratura, una banale caduta, un piccolo incidente, magari sul bagnato causato dal fondo stradale viscido per la pioggia, la leva del freno idraulico che diventa spugnosa, una scivolata per una buca non vista, la rottura della catena, la rottura accidentale di un raggio, il forcellino che si storta per aver messo male la bici mentre con gli amici si prende un caffè al bar.

Ma oltre ai problemi meccanici, vi è sempre e comunque il rischio di essere coinvolti in un incidente. Che non per forza significa essere investiti: pensiamo anche al semplice problema meccanico che ci impedisce di proseguire l’uscita o di tornare a casa sui pedali. Piccoli e grandi incidenti di percorso che possono trasformarsi, a volte, in un pericolo importante per sé e per chi sta intorno, oltre a tutti i disagi conseguenti. “Chi può venire a recuperarmi?”, “Dove lascio la bici?”, “Chi me la può custodire?”. Sono tutte domande alle quali cerchiamo di dare risposta solo quando il problema si è già presentato, senza mai pensarci in anticipo. Vi è mai capitato di incontrare un ciclista a bordo strada che non può più proseguire e cerca di contattare al telefono qualche conoscente che possa recuperarlo in auto?
Non giriamoci intorno: la bici è l’unico (o quasi) mezzo che circola sulle nostre strade a non avere l’obbligo di alcun tipo di assicurazione, né RC né infortuni. Non essendoci un obbligo, non ci si pone nemmeno il problema. Molte persone hanno una polizza infortuni molto generica, che copre la parte derivante dal danno subito durante un’attività: sia essa ricreativa, sportiva. Altri hanno un’assicurazione conto terzi, che protegge dai danni causati ad altri ma non copre gli infortuni personali o i problemi del proprio mezzo.

Non avere un obbligo non significa dover rinunciare, in maniera proattiva, ad attuare comportamenti e azioni preventive e specifiche che permettano di pedalare in modo sicuro e il più tranquillo possibile.
Ciò non vuol dire allontanare i pericoli o ridurli, ma mettersi nella situazione tale per cui, se succede qualcosa, si possa chiedere aiuto a qualcuno di specializzato in questo tipo di attività.
Dalla nostra esperienza è bene per un ciclista che voglia assicurarsi contro questi inconvenienti, andare alla ricerca di una copertura che includa assistenza alla persona e una repentina assistenza tecnica alla bicicletta.
Prevedere l’intervento di un mezzo per il trasporto della bici fino al domicilio oppure, in caso di guasto, incidente o furto, avere la possibilità di avere un’altra bicicletta o ricevere un rimborso per l’acquisto di un titolo di viaggio per rientrare al proprio domicilio (treno o taxi), sono servizi di qualità da non sottovalutare.
Ricevere una buona consulenza medica, oltre l’intervento dei sanitari in caso di emergenza, soppesando la necessità di un trasferimento in un istituto di cura attrezzato per una eventuale riabilitazione in caso di incidente (provocato da altri o da sé stessi, come una caduta). Il ritorno al proprio domicilio, su un mezzo sanitario adeguato a spese dell’assicurazione, nonché la possibilità per un familiare di assistere un ciclista infortunato in ospedale in caso di un ricovero obbligato, con un pagamento delle spese di viaggio, vitto e alloggio, possono essere delle opzioni da non scartare.
Ottenere anche un’assistenza specifica per la gestione dei sinistri per eventuali risarcimenti, soprattutto nelle situazioni in cui diventa difficile vedersi riconosciuta la ragione, può diventare la terza opzione da non scartare. Parlando con i ciclisti ci sono state raccontate esperienze al limite del tragicomico: ciclisti investiti sulla ciclabile ai quali l’assicurazione dell’automobilista negava il rimborso perché “sulla ciclabile la bici va portata spinta” e che è terminata solo dopo aspre diatribe legali.
Per cui, anche se non è obbligatorio, l’idea di assicurare sé stessi e il proprio mezzo è un’opzione da non scartare a priori perché, come affermava uno slogan in voga anni fa, “Shit Happens”.
Tra le aziende che stanno muovendo i passi in questo mondo, TUNAP SPORTS ha sviluppato un prodotto assicurativo ad hoc – SOS Bike – che tiene conto delle caratteristiche sopra elencate.
Grazie a una partnership con Europ Assistance, una tra le aziende leader a livello assicurativo, TUNAP SPORTS garantisce una rete di assistenza formata da centri diffusi con capillarità per fornire interventi tempestivi ed efficaci.
Per quanto riguarda l’assistenza alla persona SOS Bike offre:
- Una consulenza medica h24 a disposizione del ciclista in caso di infortunio mentre utilizza la bicicletta.
- L’invio di un medico al domicilio oppure un trasporto in ambulanza nel centro medico convenzionato più vicino.
- Negli incidenti più gravi, dopo il ricovero in Pronto Soccorso, il trasferimento dell’infortunato in un istituto di cura attrezzato oppure il ritorno al proprio domicilio, su mezzi specifici e attrezzati.
- Se il ricovero post incidente supera i 7 giorni, il pagamento a un familiare di un biglietto andata e ritorno per raggiungere il ciclista infortunato. Provvedere anche alla prenotazione dell’albergo in loco pagando le spese di pernottamento e prima colazione fino all’importo massimo di €400.

L’assistenza tecnica alla bicicletta prevede:
- L’intervento di un mezzo di soccorso per il trasporto della bici fino al proprio domicilio o in altro luogo entro un raggio di 25 km dal luogo del fermo.
- In caso di guasto, incidente o furto della bicicletta, la possibilità di rientrare al proprio domicilio, oppure presso il luogo di lavoro o in altro luogo.
- In alternativa, SoS Bike offre la possibilità di avere una bicicletta a sostituzione della propria (compatibilmente con la disponibilità sul luogo del fermo) per la prosecuzione del viaggio fino alla meta prefissata; un biglietto ferroviario; la disponibilità di un taxi il tutto con un massimale di spesa di €100 rimborsati a seguito di comprovata documentazione delle spese sostenute per il trasporto.

La gestione dei sinistri con il supporto di Euro Risarcimenti che dà la possibilità di avere:
- Una consulenza legale in ambito civile e penale finalizzata al recupero del danno fisico e materiale subito in un incidente causato da un automobilista o da un altro soggetto ritenuto responsabile.
- La gestione dei sinistri riconducibili alle coperture assicurative specifiche eventualmente stipulate dal ciclista contro il rischio di infortuni e attivate nel caso di una lesione subita durate l’utilizzo della bicicletta.
- Tutti questi servizi sono estesi al nucleo familiare del ciclista con le stesse modalità e caratteristiche.
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