Il Col de la Cayolle in bici, sulle Alpi Marittime francesi, è la scalata che ogni appassionato di grandi salite dovrebbe conoscere, una specie di Eden ciclistico che consente di superare ampiamente i 2000 metri attraversando quattro diversi paesaggi. A differenza di molti altri colli francesi resi celebri dai ripetuti passaggi del Tour de France, questa salita resta misconosciuta al grande pubblico del ciclismo proprio per la trascuratezza di cui è stata oggetto da parte degli organizzatori della Grande Boucle: l’ultimo dei tre passaggi della più importante gara a tappe al mondo risale al 1973, esattamente mezzo secolo fa.
Questa perifericità nella storia sportiva si rivela una carta vincente per i cicloturisti: entrambe le mie scalate si sono svolte di domenica e il traffico automobilistico con il quale ho dovuto confrontarmi è stato notevolmente più rarefatto di quello che avrei trovato sulle altre salite della regione.
Se i veri intenditori sono disposti a fare centinaia quando non migliaia di chilometri per affrontare i 29,2 km al 4,1% che da Barcelonnette conducono ai suoi 2326 metri di altezza lo si deve solo ed esclusivamente alle sue qualità intrinseche. Molte delle più celebri salite alpine vivono della luce riflessa degli eventi che hanno ospitato, non sono per niente attraenti nei primi chilometri e lo diventano solamente quando si inizia a prendere quota e la sommità si avvicina, il Col de la Cayolle fa eccezione e in poco meno di 30 chilometri cambia volto quattro volte incominciando con un suggestivo canyon, per poi proseguire con una parte che tocca piccoli borghi di montagna e un’altra che attraversa una foresta e concludere con parti di alta montagna.
Attraverso le Gorges du Bachelard
La salita inizia a Barcelonnette, precisamente al ponte sull’Ubaye situato all’incrocio fra Quai de l’Ubaye, Avenue de Nice e Chemin de Colporteurs. Siamo a quota 1136, in un ampio e soleggiato altopiano. I primi due chilometri sono pianeggianti e conducono a un bivio: a destra si imbocca la strada per il Col d’Allos, a sinistra quella per la Cayolle.
L’ampia strada che porta fino a Uvernet-Fours ha pendenze davvero abbordabili che si mantengono al di sotto del 4%. Messo alle spalle il centro abitato nel quale è presente un punto acqua, la sede stradale si restringe e si entra in uno spettacolare canyon dove la vegetazione di aghifoglie regna sovrana.
Ci troviamo nelle Gorges du Bachelard, un corridoio naturale che nelle giornate estive permette di pedalare al fresco per alcuni chilometri. Dopo 8,5 chilometri si attraversa il ponte sul Bachelard e ci si arrampica con pendenze che superano per la prima volta il 6%, con una parete di roccia sulla sinistra e l’alveo del Bachelard sulla destra.
I villaggi Villard d’Abas e Fours Saint-Laurent
Dopo una dozzina di chilometri di salita si incontra il primo centro abitato, quello di Villard d’Abas. Quello che segue è un tratto decisamente pedalabile, dove l’ascesa degrada a falsopiano prima di entrare a Fours Saint-Laurent, l’ultimo villaggio del lato settentrionale della Cayolle.
Questo piccolo borgo, nel quale spicca il campanile della chiesa del santo eponimo, è il punto ideale per fare una sosta. Lo slargo che si apre a destra della sede stradale ospita una fontana realizzata nel 1931 vicino alla quale ci si può prendere una pausa a 13,5 chilometri dalla sommità.
La strada riprende con pendenze abbordabili, prima di arrivare al tratto pianeggiante che precede Bayasse, dove si trovano l’omonimo rifugio e Les Gaillardises de l’Ubaye, una bottega che vende prodotti locali fra cui barrette ai cereali prodotte artigianalmente.
Nel Parco del Mercantour
A 9 chilometri dalla sommità, messo alle spalle il secondo ponte sul Bachelard, si entra nel Parco Nazionale del Mercantour. L’ingresso nella pineta coincide con il punto più impegnativo dell’intera ascesa, un segmento in cui la pendenza raggiunge il 9%.
Questa rampa nella foresta rappresenta una vera e propria eccezione perché nei successivi 3 km le pendenze tornano al 4%, con una regolarità tale da far dimenticare l’esistenza del pacco pignoni.
Il regno delle marmotte
A 5 chilometri un terzo ponte sul Bachelard dà il via a 3,5 chilometri nei quali le pendenze si inaspriscono con una pendenza che oscilla fra il 7 e il 7,5%. È l’ultima difficoltà dell’ascesa.
Ai boschi si sostituiscono progressivamente le praterie nelle quali, nei mesi estivi, è quasi scontato sentire i fischi delle marmotte. Nell’ultimo chilometro e mezzo la pendenza media scende di poco al di sotto del 7%, ma quale che sia l’entità della fatica fatta questa passa in secondo piano eclissata dalla gioia che il paesaggio consegna allo sguardo. In cima al colle i 2.326 metri del Col de la Cayolle sono scolpiti nella pietra.
Per chi del cicloturismo ama il sapore esplorativo e mette il paesaggio davanti ai servizi, il Col de la Cayolle è una mèta da mettere nel carnet. I mesi consigliati per la scalata sono i sei che vanno da maggio a ottobre. Un consiglio: arrivati in cima scendete di qualche centinaio di metri per godervi anche il panorama del versante meridionale di questo straordinario colle francese.