“Lo straordinario risiede nel cammino delle persone comuni, quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al Cammino.
È il Cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare, e ci arricchisce mentre lo percorriamo.”
Paulo Coelho, “Il cammino di Santiago“, 1987
Decidi di partire e vieni assalito da mille dubbi. La lunghezza del tracciato, la varietà dei percorsi, la difficoltà dei dislivelli, l’incertezza metereologica e lo stato di forma raggiunto ti interrogano sulle reali possibilità di farcela. Senza contare le difficoltà familiari, affettive e pratiche. Ma se ci pensi troppo e aspetti il momento giusto, il periodo perfetto, non lo farai mai. Ad un certo punto bisogna farsi forza e muoversi. Comprare il biglietto, fare un programma di massima e cominciare a preparare le borse.
Questo è stato il mio Cammino.
Totale Km percorsi in bici 660. Giorni 11. Velocità massima 60 Km/h. Velocità media 14.81. Altitudine massima 1540. Altitudine minima 290
La mia preparazione
La preparazione atletica è fondamentale, anche se non ne ho fatto un’ossessione. Molti ciclisti lungo il percorso mi dicevano di aver macinato 1500-2000 km, prima di partire, su percorsi di vario tipo: pianura, montagna, asfalto e sterrati di vario tipo. Io ho percorso dall’inizio dell’anno meno di 500 km, molti dei quali pianeggianti, e, indubbiamente, sono pochi. Sicuramente avrei sofferto meno, soprattutto i primi giorni e sulle salite. Comunque alla fine ho tenuto la stessa media di persone più allenate di me, che ho poi incontrato lungo il percorso, e con le quali ho condiviso l’arrivo. È proprio vero che è il Cammino che ti aiuta e ti porta a Santiago… Prima di partire ho fatto una bella visita medica, con tanto di rilascio di certificato medico agonistico, per avere un quadro generale delle proprie condizioni fisiche
Come ci sono arrivato
Sono partito da Roma con volo Ryanair diretto per Santander, con bici al seguito. Da lì in auto, lasciata poi a Pamplona, dove ha avuto inizio il mio cammino in bici. Sono comunque passato per Roncisvalle, dove partecipare alla messa con la benedizione del pellegrino, che si tiene ogni sera alle 18.30, è veramente suggestivo. Per il ritorno Ryanair Santiago-Roma, lasciando la bici alla Ups di Santiago che la recapita direttamente a casa.
Il Camino
Per fare il camino in bici in tutta tranquillità bisogna avere a disposizione due settimane piene. In realtà per percorrerlo ci vogliono meno giorni, ma vanno presi in considerazioni imprevisti che ne aumentano le difficoltà. In primis la pioggia che riduce velocità e, quindi, quantità di km percorsi. I miei ultimi tre giorni di pedalate sono stati bagnati dalla mattina alla sera, facendomi impiegare tre giorni per percorrere una distanza che in condizioni asciutte avrei percorso in uno o, al massimo, giorni. Sterrato e strade statali hanno, ovviamente, distanze diverse: il primo taglia molto, ma alcuni tratti sono difficili, se non impossibili, da percorrere (scaloni di terra, lastre di roccia, ponticelli stretti, fiumiciattoli, scale… con la bici a pieno carico non è proprio il massimo). Le statali a volte allungano un po’, ma si cammina sempre bene (a parte tratti molto trafficati) soprattutto in caso di pioggia.
Ho cominciato a pedalare lunedì e sono arrivato a Santiago il giovedì successivo (11 giorni), saltando però un pezzo, per mancanza di tempo, percorrendo minimo 50 e massimo 100 km al giorno e per un totale di 700 km. Il percorso sullo sterrato è ben segnato con frecce, conchiglie e i tanti pellegrini che lo percorrono. Ma quando lo si lascia per percorrere la “Carrettera” (la strada statale) è bene avere una piantina aggiornata, per non perdersi o, nel migliore dei casi, percorrere inutili chilometri in più.
Comunque è un cammino, non una competizione: è bello prendersela con comodo, fermandosi quando si vuole.
Ho portato…
Sacco a pelo (negli albergue le lenzuola non ci sono!) – Una federa (Il cuscino non ne ha) – Asciugamano piccolo e grande per la doccia – 4 paia di slip – Almeno tre completi bici corti e uno lungo (sulla Cruz de Hierro, 1300 mt alle 10 di mattina la temperatura il 5 giugno era 9 gradi!!!) – Giacca bici invernale – Giacca antipioggia (fondamentale) – Gilet tecnico bici – Pantaloni e copriscarpe antipioggia (io ne ero sprovvisto, e ne ho pagato le conseguenze) – Guanti bici – Un pile – 5 paia calzini tecnici – Un pantalone lungo – Qualche maglietta cotone (utili anche per dormire) – 2 bermuda – Prodotti per igiene personale (Gli albergue sono sprovvisti di tutto) – Tappi per le orecchie (la notte nelle stanze degli albergue vanno in scena opere sinfoniche) – Ciabatte doccia – Scarpe da ginnastica/trekking molto comode e leggere, utili sia per pedalare che per camminare – Occhiali da sole (Con lenti bianco-gialle intercambiabili per i giorni di pioggia) – Coltellino svizzero – 2 Borracce da 75 cl – Barrette energetiche o simili – Il necessario per riparare la bici: smaglia catena, maglie catena, multiattrezzo, 2 camera d’aria, pompa, guanti multiuso, fascette di plastica, viti di ricambio, – Catena per la bici
Prima di partire bisogna prendere la Carta del Pellegrino: è il documento necessario per alloggiare presso gli Albergue, gli Hostal e per poter mangiare nei ristoranti a prezzi modici. Si fa timbrare ad ogni sosta e alla fine del viaggio si consegna nella basilica di Santiago di Compostela per poter ricevere la “Compostela”, la pergamena che certifica di aver compiuto il camino. Attenzione a timbrare spesso, soprattutto negli ultimi 200 km, per poter dimostrare di aver effettivamente percorso il camino.
La mia bici
La mia è una Cube Attention modificata (ho montato una forcella Rock Shox Tora 100ml, e ruote Mavic Crossmax). In giro c’era gente con bici da supermarket, ma lo sconsiglio. Io non ho avuto nessun problema tecnico, non ho neanche mai bucato (avevo camera d’aria antiforatura), tranne l’ultimo giorno: arrivato a Santiago, le viti di acciaio della sella si sono spaccate in tronco mentre pedalavo, lasciandomi con la sola canna (alla Fantozzi). Ma tanto ero arrivato. Con un mezzo di qualità inferiore avrei avuto sicuramente maggiori problemi, vista anche la complessità dei terreni da percorrere: lungo e fortemente ondulato, ci sono due cime (1300 mt e 1504 mt con relative discese). Per questo una revisione generale al mezzo va fatta, con attenzione particolare ai freni (se a disco è meglio cambiare tutte le pasticche). Ho smontato i pedali con sganci rapidi: meglio avere i piedi liberi per poggiarli a terra con facilità.
Discorso a parte le borse. Assolutamente a tenuta stagna (ho optato per un paio di Ortlieb Classic con portapacchi Topeak). Perfette. Avevo poi un piccolo zainetto della Rudy project (molti lo sconsigliano, ma io sono abituato a pedalare con le spalle coperte). Non avevo, e me ne sono pentito, la borsa sul manubrio: è necessaria per riporre cartine, soldi, cellulare e macchina fotografica. Ero costretto a fermarmi ogni volta per prendere la guida nello zaino o la macchinetta fotografica.
Copertoni: Io ho lasciato quelli originali, Schwalbe Smart Sam. Ma percorrendo tutti questi km su asfalto sarebbe stato meglio montare un paio di coperture più stradali, meno tassellate. Ho montato su entrambe le ruote camera d’aria con Sigillante “Slime” già presente all’interno. Ottimo prodotto che mi ha permesso di fare tutto il cammino senza neanche una foratura.
Dove ho dormito
Lungo tutto il percorso, in ogni paese, anche se composto da sole quattro case, c’è almeno un Albergue: si dorme in enormi stanzoni con letti a castello (minimo 5 massimo una ventina) e bagni comuni per uomini e donne (2-3 wc e docce). Sono i dormitori per i pellegrini (si può dormire una sola notte e dietro presentazione della “Carta del pellegrino”) e la spesa varia da 5 a massimo 10 euro a notte. A volte con un paio di euro è anche possibile fare colazione. Quasi in tutti è presente una distributore di snacks e di bevande calde e fredde, come quelle che si trovano negli uffici. Il prezzo economico è sicuramente il lato positivo di queste strutture. I lati negativi sono: il dormire in tanti e sconosciuti nella stessa stanza (russamenti, rumori e movimenti vari, privacy), avere pochi bagni e docce sempre in comun (uomini e donne)e. Ad onore del vero devo dire che bagni e docce li ho trovati sempre puliti, anche dopo ore ed ore di onorato servizio, grazie al rispetto che tutti i pellegrini hanno per gli altri. Stesso discorso vale per la privacy: il rispetto verso gli altri è veramente alto e nessuno ha voglia o intenzione di spiare o farsi gli affari altrui.
Chi fa il cammino a piedi si sveglia molto, molto presto, 4:30 – 5:00 e parte subito. A quell’ora chi va in bici vorrebbe dormire, visto che partire al buio e con il freddo non è l’ideale, ma svegliandosi tutti… Negli Albergue non danno lenzuola e federe: per questo occorre portare un sacco a pelo dove rintanarsi, e la federa per coprire il cuscino in dotazione. Di solito danno una coperta, ma con il sacco a pelo non ce n’è bisogno. Alle 22:00- massimo 22:30 si spengono le luci e bisogna fare silenzio, anche se dormire è un po’ difficile. In quasi tutte queste strutture è possibile cucinare, ed è presente un lavabo con relativo stendino per poter fare il bucato. Io l’ho fatto tutte le sere, anche se avevo dei cambi puliti: così non mi sono fatto cogliere impreparato quando, causa pioggia, le cose pulite e asciutte cominciavano a finire. Alcuni posseggono anche lavatrici e asciugatrici, da pagare a parte (2-3 euro). Gli Albergue si dividono in “Municipal” (AM) e “Privati” (AP): i primi sono i più economici e, ovviamente, più spartani. Negli ultimi 200 e, soprattutto 100, km del camino la difficoltà di trovare posto per dormire aumenta notevolmente, poiché i pellegrini in questo tratto sono tantissimi. Un giorno ho dovuto girare tre paesi prima trovare un alloggio. I ciclisti non hanno, giustamente, la precedenza rispetto a chi va a piedi e alcuni non hanno dove sistemare adeguatamente le bici per la notte.
In alternativa agli Albergue ci sono, un gradino più su, gli Hostal. Sono composti da camera doppia, quasi sempre con bagno interno, asciugamani e lenzuola pulite. C’è bisogno sempre della “Carta del pellegrino” e il costo lievita intorno ai 15-25 euro a persona in camera doppia, più costosi nelle grandi città. Ma ogni tanto, ve lo posso garantire, ne vale la pena: ci si pulisce e, soprattutto si dorme e si recuperano le forze. Sono paragonabili ad un hotel italiano a 2, anche 3 stelle…
Dopo gli Hostal ci sono poi i classici alberghi che hanno comunque prezzi inferiori agli alberghi italiani, offrendo comunque un servizio migliore.
Dove ho mangiato
Alcuni Albergue oltre alla cucina a disposizione per i pellegrini (da lasciare ovviamente pulita come la si trova), hanno un ristorante: con 8, massimo 10 euro si può cenare. Il “menù del pellegrino” o “del dia” comprende un primo a scelta tra due-tre, un secondo con contorno, frutta e dolce, sempre a scelta. Di solito c’è incluso anche vino, acqua o birra e il caffè conclusivo. Le porzioni sono abbondanti, a volte esagerate. Volendo mangiare in un ristorante bisogna contare che prima delle 8:30-9:00 spesso non aprono proprio (la vita in Spagna è spostata un paio d’ore in avanti, nonostante lo stesso fuso orario. D’altra parte il sole non tramonta prima delle 22-22:30).
Per il pranzo per strada rimediare un “bocadilo con Jamon serrano”, il panino con il prosciutto crudo spagnolo, non è un problema. Ovviamente anche bar e ristoranti sono aperti e hanno quasi tutto, anche dei mega piatti di pasta, a volte scotta e con un sugo improponibile… ma comunque sono carboidrati.
La difficoltà maggiore riguarda la colazione. La vita in Spagna, comincia molto più tardi che in Italia. Trovare un bar aperto prima delle 8:00-9:00 è difficile se non impossibile. Spesso ho fatto colazione alle macchiette, bevendo dei caffè improponibili. L’alternativa è comprare qualcosa la sera prima, cercando poi, strada facendo, il primo bar aperto. I cornetti, che si trovano spesso anche nelle panetterie, sono di dimensioni maxi. Alcuni Albergue per colazione passano anche il pane tostato con un filo d’olio, burro e marmellata… una vera goduria. Il caffè in Spagna è quello che è: a volte è meglio prendere quello americano, almeno è fatto bene. Le barrette che mi sono portato mi hanno aiutato non poche volte. Con una minima scorta si viaggia tranquilli. Fontane con acqua potabile si trovano senza grosse difficoltà.
Le mie tappe
- 30/05/2010: Roma-Santander-Roncisvalle
- 31/05/2010: Pamplona-Estella – 52 km, asfalto, sole.
- 01/06/2010: Estella-Logrogno – 49 km, asfalto, sole.
- 02/06/2010: Logrogno-Burgos/Burgos-Hontanas – 53 km, asfalto, sole.
- 03/06/2010: Hontanas-Sahaugun – 99 km, asfalto, sole.
- 04/06/2010: Sahaugun-Leon – 64 km, asfalto/sterrato, sole.
- 05/06/2010: Leon-Rabanal del Camino – 73 km, asfalto/sterrato, sole.
- 06/06/2010: Rabanal del Camino-Villafranca del Bierzo – 65 km, asfalto/sterrato, sole.
- 07/06/2010: Villafranca del Bierzo-Samos – 64 km, asfalto/sterrato, sole.
- 08/06/2010: Samos-Ventas de Naron – 55 km, asfalto/sterrato, pioggia.
- 09/06/2010: Ventas de Naron-Arzua – 44 km, asfalto/sterrato, pioggia.
- 10/06/2010: Arzua-Santiago di Compostela – 42 km, asfalto/sterrato, pioggia.
- 11/06/2010: Santiago di Compostela-Finisterre
Il camino è uno. Ma ognuno ha il suo.
Il camino lo affronti una volta, ma lo porterai per sempre dentro di te.
di Giuliano D’Orsi
www.giulianodorsi.com
www.aifonz.com
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