Leggere i diari di viaggio dei lettori di Bikeitalia, mi fa sempre molto piacere.
Credo che il racconto delle esperienze personali possa essere una fonte di ispirazione per tante persone e forse anche un modo per incoraggiare tanti che sono timidi per fare il primissimo passo verso un avventura piccola o grande che sia.
Il viaggio che vorrei raccontare io è un viaggio semplice, breve, in pianura. Il percorso parte da un centro bellissimo, attraversa vari quartieri, parchi e monumenti. Il percorso è fattibile sia in inverno che in estate.
Adesso ve lo racconto.
Il mio viaggio parte da Milano, Piazza Lega Lombarda, vicino a parco Sempione. Una volta superati tutti i semafori della piazza, che sembrano essere creati apposta per rallentare pedoni e ciclisti, prendo via Bramante, ogni tanto un po’ impaziente dietro a un tram (quelli gialli, simpatici), faccio poi un respiro rilassato appena imbocco via Paolo Sarpi.
Via Paolo Sarpi (conosciuta come Chinatown), una volta era una delle strade più caotiche di Milano, per il passaggio di veicoli medi e grandi che entravano e uscivano per caricare le merci dai grossisti, dal 2015 con la pedonalizzazione è diventata una delle strade più vive di Milano. I bar, i negozi etnici, i venditori di ravioli e crêpe, hanno reso questa strada un luogo di incontro sia per gli italiani che per gli stranieri. Via Paolo Sarpi diventa il set di una favola soprattutto durante i mesi invernali con le sue luci, lanterne e feste per il capodanno cinese.
Lascio Via Paolo Sarpi, attraverso un altra piazza che richiede molto tempo e attenzione per chi non è in macchina, Piazzale Baiamonti. Ci sono pezzi di ciclabili che sono disconnessi ed è difficile intuire dove vanno, ma una volta sopravvissuta ai buchi del pavé e ai binari scivolosi del tram giro su Via Quadrio.
Via Quadrio è la strada che porta al Cavalcavia Bussa che connette il quartiere Isola con China Town. Il cavalcavia Bussa è da anni al centro di molte discussioni perché un tempo era a senso unico, con una ciclabile che si interrompeva all’improvviso e le famiglie che si recavano all’asilo vicino al cavalcavia dovevano fare giri lunghissimi per arrivarci sani e salvi. Nel 2017 i residenti del quartiere hanno disegnato la corsia ciclabile con un intervento notturno. Quella corsia è stata prima cancellata dal Comune, poi è stata delimitata con dei new jersey e dall’anno scorso è stata trasformata in pista ciclabile ufficiale. Poiché mi ricordo com’era un tempo, oggi, come ogni mattina, quando vedo bambini, ragazzi, pedoni e ciclisti, li saluto con gioia.
Il Cavalcavia Bussa è la prima delle due microsalite del mio viaggio. Dopo questo strappetto, mi sento sempre in uno studio fotografico con la luce che si riflette sui grattacieli. Prendo velocità in discesa con una bella curva e arrivo a Isola.
Al martedì c’è il mercato settimanale del Quartiere Isola. La sera, quando torno dal lavoro invece, rallento a guardare i bambini che giocano e ballano nella coloratissima Piazza Minniti, che è stata riqualificata recentemente. Mi piacciono molto le #piazzeaperte del Comune di Milano che prima erano parcheggi per le auto e ora sono piene di vita e umanità.
Quest’anno il mercato storico coperto in Piazzale Lagosta è stato completamente rinnovato e, se non sono in ritardo al lavoro, mi fermo per il secondo caffè del giorno.
Pedalo per un po’ sul controviale di viale Zara che, essendo molto stretto, mi rende molto nervosa perché le auto pur di sorpassarmi mi passano vicinissime. Troppo vicine. Al primo semaforo proseguo per la parallela, più ampia, meno trafficata e soprattutto meno semaforica: Viale Sarca.
La Collina dei Ciliegi è lì sulla destra e mi permette di vedere il cambio delle stagioni. I palazzi sono sempre uguali in ogni stagione, invece gli alberi sono come calendari che segnano il passare del tempo.
Passo davanti al giardino della villa, Bicocca degli Arcimboldi, un piccolo castello nascosto dietro un cancello. La Bicocca degli Arcimboldi è un prezioso esempio di architettura quattrocentesca lombarda; all’interno un ciclo di affreschi importantissimo racconta lo stile di vita delle famiglie abbienti al tempo degli Sforza, con un focus particolare ai passatempi delle donne dell’epoca. Questo gioiello merita sicuramente di essere visitato e sul sito della Fondazione Pirelli ci sono tutte le informazioni per eventuali visite guidate.
All’incrocio con via Chiese, dove quasi sempre becco il semaforo rosso, resto spesso a guardare incantata un edificio simbolo della Milano industriale del Novecento, la Torre Breda, alta 45 metri. Nel 2003 è stata concessa in uso all’Università di Milano-Bicocca diventando uno degli edifici del Campus Bicocca col nome di U36, trasformando la struttura da un serbatoio d’acqua a un laboratorio.
Subito dopo il centro commerciale “Centro Sarca” mi trovo nel Giardino del Museo di Via Granelli che passa accanto allo scheletro industriale (ex-Breda) del Carroponte. Il percorso ciclabile che si trova dentro al giardino è intitolato a Luigi Malabrocca, ciclista pluripremiato, soprattutto in quanto perdente, maglia nera nel Giro d’Italia nel ’46 e ’47.
La Galleria Campari, nata nel 2010 in occasione dei 150 anni di vita dell’azienda, è un museo aziendale interamente dedicato al rapporto tra il marchio Campari e la sua comunicazione attraverso l’arte e il design. Il progetto nasce nell’ambito della riscrittura architettonica e funzionale dello storico stabilimento di Sesto San Giovanni, fondato da Davide Campari nel 1904. Periodicamente si svolgono delle visite guidate gratuite su prenotazione.
Pedalo lungo Viale Gramsci e appena passo la stazione dei treni di Sesto San Giovanni, se non ci sono pedoni sulla ciclabile, la imbocco per poche centinaia di metri e arrivo in ufficio.
Spero prima o poi di vedere realizzato MIMO, il parco lineare per collegare Milano con Monza, che ho sognato spesso durante il mio bike to work per tanti anni, un progetto dei miei colleghi di Bikenomist già presentato al comune di Milano.
Davanti al nostro ufficio non ci sono rastrelliere perché le biciclette si portano dentro, si lasciano accanto alla scrivania e questo è un vero lusso.
Da casa mia al lavoro, da porta a porta, ci vogliono 29 minuti al mattino e qualche minuto in più al ritorno a casa la sera perché mi piace attraversare il parco urbano, la Biblioteca degli Alberi (BAM). Il BAM è un giardino botanico contemporaneo, dove ci sono eventi e esperienze culturali a contatto con la natura urbana. Poi ultimo luogo clou del mio viaggio verso casa è la Piazza Gae Aulenti, quello che chiamo il secondo ombelico di Milano, dopo il Duomo.
Ho fatto questo viaggio con tutti i tipi di bici, pieghevole, bici da strada, gravel e city bike.
La bici che sto usando in questo articolo è un’e-bike, una Canyon Precede:ON e la uso da un mese. Una city bike elettrica attrezzata per fare tutto. La bici Canyon ha diverse funzioni integrate, un design molto elegante e la potente assistenza del motore elettrico Bosch. Il portapacchi posteriore può trasportare fino a 25 kg, mentre i parafanghi integrati in alluminio mantengono sia te che la bici puliti e asciutti. La batteria della Precede:ON non è solo perfettamente integrata nel tubo obliquo, ma è anche incredibilmente facile da ricaricare. Posso estrarla e a caricarla utilizzando l’apposito caricatore in dotazione, oppure la lascio agganciata sulla bici e la carico tramite il jack integrato sul telaio.
In termini di tempo, con la bici da corsa impiego un paio di minuti in meno, ma con l’e-bike mi risparmio gran parte della fatica e del sudore e questo significa che posso concedermi qualche vezzo in più nell’abbigliamento, magari per le giornate in cui ho appuntamenti o se, semplicemente, ho voglia di indossare una scarpa col tacco, un pantalone elegante o una giacca di lana.
La traccia del percorso, Milano – Sesto San Giovanni è scaricabile da questo link.
Le fotografie di questo articolo sono state scattate dal mio compagno di viaggio, Paolo Pinzuti.