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Il Passo dello Spluga in bicicletta: una salita da non perdere

Il Passo dello Spluga in bicicletta: una salita da non perdere

Da due secoli il Passo dello Spluga è una delle principali “porte” verso la Mitteleuropa, un suggestivo passaggio in quota che unisce l’Italia e il mondo mediterraneo al cuore germanofono del Vecchio Continente.

Se il versante elvetico – lo Splügenpass – richiede uno sforzo decisamente contenuto per chi abbia nelle gambe e nei polmoni l’abitudine alle grandi salite, i 30,5 km del versante italiano superano un dislivello di 1791 metri, con una pendenza media del 5,9%.

Se lo vogliamo tradurre in giri d’orologio sono tre per i meno allenati, due per chi abbia nelle gambe una buona dose di chilometri e scalate.

L’itinerario dello Spluga

Punto di partenza è Chiavenna, località che dà il nome alla valle eponima e che è attraversata dai refoli del sorel, un vento che nasce negli anfratti rocciosi che sovrastano il centro abitato e che con la sua temperatura costante di 8°C fornisce alla celebre brisaola e ai formaggi locali le condizioni ideali per la stagionatura.

Bandiera arancione del Touring Club Italiano, la località sondriese ha nella collegiata di San Lorenzo – un complesso con battistero del XII secolo, campanile cinquecentesco e porticato seicentesco – il suo monumento più rappresentativo e nella passeggiata pensile lungo il fiume Mera l’itinerario pedonale più spettacolare. Prima o dopo la scalata un giro nel centro storico è vivamente consigliato.

Salita al Passo dello Spluga in bicicletta Valchiavenna Turismo
Salita al Passo dello Spluga in bicicletta Valchiavenna Turismo

La salita verso Campodolcino: 200 anni di pendenze

L’attacco della salita è posto alla rotonda che fa da crocevia fra la SS36 dello Spluga e la SS37 del Maloja, a quota 326 metri. I primi tre chilometri dell’ascesa si sviluppano su una strada rettilinea con pendenze comprese fra il 5 e il 6%. È poco prima di San Giacomo Filippo che la strada inizia a farsi sinuosa, attorcigliandosi nei tornanti che la rendono una delle ascese (e delle discese) più caratteristiche d’Europa.

Concepita dal genio ingegneristico di Carlo Donegani (al quale si deve lo spettacolare serpentone dello Stelvio), la strada dello Spluga ha festeggiato nel 2022 il suo bicentenario.

In questi due secoli il passo a cavallo fra Grigioni e Lombardia è stato un asse viario fondamentale, frequentato in un paio d’occasioni anche dal Giro d’Italia, ma sempre dal versante svizzero.

SPLUGA Valchiavenna Turismo
Spluga Valchiavenna Turismo

In concomitanza con i primi tornanti le pendenze aumentano, arrivando al 10% nel sinuoso passaggio al Santuario di Gallivaggio. Superata quota 1000 m, a Prestone inizia un tratto caratterizzato da un chilometro all’1% seguito da 500 m al 4,5% e poi da un altro chilometro equamente diviso fra discesa e pianura. Tirato il fiato e messo alle spalle Campodolcino, ecco che si entra nel tratto più entusiasmante dell’ascesa.

Il cuore vertiginoso dello Spluga

La manifestazione plastica del genio di Donegani trova il suo apice subito dopo il bivio della variante di Isola, quando la strada s’impenna al 9% ed entra nel suo cuore vertiginoso fatto di tornanti e gallerie. È in questo tratto piuttosto regolare che l’ascesa raggiunge la sua punta massima del 13%.

tratto delle gallerie (3) SPLUGA Valchiavenna Turismo
Tratto delle gallerie nella salita dello Spluga, Valchiavenna Turismo

Sette gallerie e dieci tornanti dopo il bivio si raggiunge Pianazzo, località posta a 13 chilometri dallo scollinamento.

Tutte le domeniche di luglio e agosto, dalle 8 alle 14, l’interdizione del traffico automobilistico rende le biciclette assolute padrone del tratto che va dal bivio di Campodolcino all’abitato di Pianazzo. Una fontana posta sul lato destro della strada è l’ultima opportunità per rabboccare la propria borraccia prima dello sforzo finale.

dopo pianazzo (3) SPLUGA Valchiavenna Turismo
Dopo Pianazzo, salita allo Spluga, Valchiavenna Turismo

La “tregua” del Lago di Montespluga

Nel tratto successivo a Pianazzo le pendenze tornano a farsi impegnative, in un paio di tornanti la percentuale torna in doppia cifra.

La strada attraversa i pascoli d’alta quota, raggiunge Teggiate Nuova con una serie di tornanti, poi si inerpica severa fino a Boffalora. Fra Palù e il rifugio Stuetta le pendenze diminuiscono progressivamente, senza mai superare il 5%. L’attenzione è catturata dalle cime poste sul confine italo-svizzero, dalla maestosa Diga della Stuetta e dal Lago di Montespluga.

Passo dello Spluga in bicicletta - lago di montespluga Valchiavenna Turismo
Lago di Montespluga, Valchiavenna Turismo

Raggiunti i 1900 metri di quota, la strada diventa pianeggiante seguendo il lato orientale del lago per 3 chilometri; in questo tratto vale la pena fermarsi e scattare qualche foto per immortalare un paesaggio davvero incantevole. Chi non ha fretta e vuole rifocillarsi può fare tappa alla Ca’ della montagna Vittoria, un presidio d’alta quota che accoglie i viandanti dal lontano 1496.

Finalmente lo Spluga, un passo di frontiera

Lasciati alle spalle il lago e l’abitato di Montespluga, la salita riprende con 2,7 chilometri al 7,4% di pendenza media. Il tratto conclusivo è altamente spettacolare e propone, in rapida successione, ben dieci dei 51 tornanti complessivi.

In vetta al Passo dello Spluga in bicicletta, Davide Mazzocco, Valchiavenna Turismo
Davide Mazzocco in vetta al Passo dello Spluga in bicicletta, Valchiavenna Turismo

In prossimità dello scollinamento a quota 2117 metri, la pendenza raggiunge il 12%.

Una curiosità: la frazione di Montespluga è il centro abitato italiano più lontano dal mare, con 294 km di distanza dal litorale di Genova.

I mesi consigliati per scalare il Passo dello Spluga in bicicletta vanno da maggio a ottobre, ma se ci si muove da lontano è consigliabile monitorare il meteo poiché la Valchiavenna è, statisticamente, una delle più piovose dell’intero arco alpino.

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