In bici nel cuore della Maremma, ospiti dell’Agribio l’Anichino

Ogni volta che saliamo in sella viaggiamo anche con la fantasia e, spesso, anche quando siamo in mezzo al traffico immaginiamo di pedalare su strade libere, immerse nella natura e riusciamo quasi ad assaporare quella sensazione bucolica che ci richiama alla mente odori penetranti, aria fresca e colori incredibili di paesaggi da sogno. Per uscire dalla dimensione onirica e provare dal vivo queste emozioni è possibile dirigersi verso Grosseto, nel cuore della Maremma Toscana: capoluogo di una vasta area rurale dove l’espressione “qui una volta era tutta campagna” si declina ancor’oggi al presente, dove l’amenità del posto si unisce alla tranquillità di strade dove la presenza di motori è davvero molto limitata.

La Maremma è un territorio che sembra fatto apposta per essere pedalato: strade ben asfaltate uniscono piccoli centri abitati e per ogni tracciato esistono numerose varianti che “tagliano” per la campagna, per strade vicinali o interpoderali, spesso sterrate, dove il gusto della bici incontra l’epica del ciclismo eroico, delle strade bianche, delle sgroppate dell’indimenticato Gino Bartali. Tutt’intorno campi coltivati, boschi, corsi d’acqua e un orizzonte che regala tramonti indimenticabili.

Mappa


profilo altimetrico
Scarica la traccia gps

A metà settembre c’è una temperatura ideale per trascorrere un weekend in Maremma all’insegna della bici: ma il clima temperato accompagna per buona parte dell’anno questa vasta area dell’Italia centrale e rende questa mèta perfetta per una “fuga dalla città” anche fuori stagione. Parto in mattinata da Roma e arrivo in treno a Grosseto prima dell’ora di pranzo: scendo dal Regionale Veloce con la mia bici da viaggio montata al seguito e comincio il mio soggiorno maremmano, dirigendomi verso l’Agribio l’Anichino, una struttura che dista soltanto 15 chilometri dalla stazione e si trova a 260 metri sul livello del mare, circondata dagli ulivi, in cima alle colline che sovrastano gli scavi etruschi di Roselle.

Lasciata Grosseto prendo la strada per Scansano e, dopo pochi chilometri, imbocco la deviazione per Marrucheti che mi porterà a destinazione: la pianura iniziale si trasforma a poco a poco in lieve salita, con qualche ripido saliscendi e nel tratto finale s’impenna un po’ diventando anche sterrata. Nulla d’impossibile: un test di tenuta che le gomme Schwalbe Mondial da 40 mm superano senza incertezze, nonostante la borsa sul portapacchi posteriore e il fondo con brecciolino.

L’arrivo in cima ripaga di ogni fatica: si gode di una magnifica vista e c’è una leggera brezza che mi rinfresca il viso accaldato dalla salita. Già pregusto quella stessa strada che farò in discesa e senza bagaglio, disegnandone mentalmente le traiettorie. L’Anichino è un’Azienda Agricola di oltre 85 ettari con 4.000 alberi di ulivo che produce tre varietà di olio extravergine di oliva IGP monovarietali: Leccino, Frantoiano e Olivastra Seggianese. Ma è anche una struttura ricettiva bike friendly con quattro spaziosi appartamenti dove gli ospiti-pedalatori possono trovare comfort e relax.

Un buon caffè, qualche biscottino di-vino artigianale realizzato con ingredienti biologici del posto dalle mani di Paola Chialli e sono pronto per fare un bel giro ad anello nella bassa valle del fiume Ombrone, arrivando fin su al borgo medievale di Campagnatico per poi ritornare alla base per una merenda-cena a base di prodotti locali che mi mettono già l’acquolina in bocca.

La discesa in sella verso la valle dell’Ombrone è spettacolare: è sabato pomeriggio e sul mio cammino incontro solo un paio di automobili, pedalare in presa bassa fendendo l’aria dà bellissime sensazioni. Arrivo sulla strada principale, che percorro per un paio di chilometri fino al bivio con la strada vicinale “Le Conce” che mi porterà fino a Istia d’Ombrone e da lì nel cuore della Maremma. Sembra di percorrere una larghissima pista ciclabile dove, ogni tanto, s’incrocia qualche mezzo a motore: l’asfalto è buono, le indicazioni chiare e le gambe cominciano a sciogliersi macinando i primi dieci chilometri in pianura.

Queste sono terre rinomate per l’olio ma anche per il vino e il cartello del Morellino di Scansano Docg me lo ricorda. La pedalata prosegue senza fretta, velocità di crociera di circa 25 km/h con qualche saliscendi e un orizzonte punteggiato di nuvole bianche che sembrano zucchero filato.

Per arrivare a Campagnatico bisogna affrontare quasi 5 chilometri di salita che comincia dolcemente ma poi nel tratto finale diventa più aspra e qui benedico il rampichino della mia corona tripla anteriore Shimano Deore che accoppiato con il pignone più grande al posteriore mi consente si mantenere una buona cadenza senza spezzare il ritmo. Nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie c’è una provvidenziale fontanella per reintegrare i liquidi persi e riempire le borracce in vista del ritorno: il paesino arroccato in collina domina la vallata.

La via del ritorno verso Marrucheti è in discesa e costeggia il fiume Ombrone: i terreni di pascolo si spingono fin sulle rive del corso d’acqua e lambiscono la strada, l’unico rumore che si sente è quello degli pneumatici della bici sull’asfalto. Rientrando alla base faccio una piccola deviazione rispetto alla traccia che mi ero costruito: sono curioso di percorrere l’inizio della “Strada La Macchia” per vedere com’è.

Si tratta di una bella variante sterrata che attraversa i campi e sale verso la collina lontano dal centro abitato: una strada bianca dove la mia bici in acciaio equipaggiata per il cicloturismo non incontra difficoltà di sorta. Il tratto finale, con più di 50 chilometri di saliscendi nelle gambe, rappresenta un ultimo sforzo prima del meritato riposo.

Mi godo il tramonto dalla cima della collina e mi ristoro con un’ottima cena a base di prodotti locali a chilometro zero cucinati dall’Agribio L’Anichino: tagliere misto di salumi e formaggi, un paio di bicchieri di rosso Montecucco, costine e bistecche di maiale alla griglia. Dulcis in fundo i biscottini della casa che gli ospiti possono anche acquistare così come le conserve di verdura e le composte di frutta realizzate in modo artigianale utilizzando soltanto i prodotti biologici dell’Azienda Agricola.

Dopo una giornata così densa di emozioni e di chilometri pedalati non c’è niente di meglio di un bel sonno ristoratore: il silenzio che avvolge la struttura, per chi vive in città, è quasi irreale e mi spinge tra le braccia di Morfeo. Il risveglio nel miniappartamento che mi ospita è dolce: prima di lasciare l’Agribio l’Anichino faccio un tuffo e qualche bracciata nella piscina che si affaccia sulla vallata e l’acqua fresca ritempra le mie gambe preparandole per la pedalata.

Intorno alla struttura ci sono diversi percorsi per bicicletta: per chi ama la mountain bike e l’offroad è possibile pedalare verso Montorsaio e Batignano; gli scavi etruschi di Roselle sono vicinissimi e un po’ più in là c’è l’antica Vetulonia; a pochi chilometri c’è Marina di Grosseto e la sua ciclabile sulla litoranea; la laguna di Orbetello è fattibile in giornata, il Parco della Maremma Toscana aspetta solo di essere percorso in lungo e in largo in bicicletta. Insomma, quando ritornerò in questi luoghi avrò solo l’imbarazzo della scelta: a presto allora, sempre in sella!

Per maggiori informazioni sull’Agriturismo l’Anichino clicca qui

Commenti

Un commento a "In bici nel cuore della Maremma, ospiti dell’Agribio l’Anichino"

  1. Lorena ha detto:

    Grazie per questo bell’articolo, molto coinvolgente !
    E’ venuta voglia a tutti di pedalare ……….
    Lorena, Paola e Stefano dell’Anichino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

Iscriviti alla nostra newsletter

Ricevi il meglio della settimana via mail.

Iscriviti