Itinerari

In bici sui passi del Colorado

In bici sui passi del Colorado

Fine Settembre in Colorado, lo stato con l’elevazione media più alta degli USA, gli alberi scintillano d’oro e le montagne cominciano ad imbiancarsi di neve. È in questo Stato che si trovano i passi transitabili più alti del Nord America, strade sterrate impervie che serpeggiano tra le cime più alte delle Montagne Rocciose.

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Da Silverthorne, tranquilla e curata cittadina montana, comincia la nostra avventura verso il quarto passo del nostro progetto, il Mosquito Pass a quota 4026 metri.
Trenta chilometri di ciclabile in lieve salita connettono Silverthorne alla città di Breckenridge, da qui si segue la statale 9 verso sud. L’Hossier Pass, con i suoi 3517 metri, è il primo di una serie di passi che affrontiamo in questo tratto di strada. Per fortuna siamo ancora su asfalto ed i 900 metri di dislivello da Silverthorne corrono via abbastanza rapidamente. Dal passo una velocissima discesa porta ad Alma da dove comincia la sterrata verso il Mosquito Pass.

Da Alma, a quota 3100 metri, si segue la strada nr 12 i cui primi 11 chilometri salgono senza grandi difficoltà a quota 3500 mt. Mancano ancora più di 500 metri alla vetta e solo 4 chilometri, la matematica è facile, bisogna ancora affrontare un tratto di strada con media superiore al 10%. Questa ultima parte di salita rientra tra le salite più pericolose e difficili per i veicoli 4×4. Grandi rocce sconnesse e pendenze eccessive la rendono poco praticabile. Consci di ciò, decidiamo di spezzare la salita e di affrontare gli ultimi chilometri al mattino. Scelta saggia.

Cominciamo la salita, tentiamo inutilmente di pedalare. La pendenza ed il terreno ci costringono a scendere di sella e cominciare una lenta risalita a piedi del passo. Un vento gelido ci soffia in faccia. A metà salita ci rifugiamo per qualche minuto dietro le mura diroccate di quella che un tempo fu una miniera, nella zona si estraevano oro, argento e piombo. Se questa strada sgangherata esiste è proprio merito dei minatori che avevano bisogno di una via per portare attrezzatura e portare via i metalli estratti.

Mentre saliamo lentamente, passo dopo passo, sbuffando per la quota e per lo sforzo, cerchiamo di immaginarci come questa strada all’epoca potesse essere percorsa da carrozze e quanta gente sia morta lungo questo tracciato. Oggi ci siamo solo noi e intrepidi autisti di ATV, dei piccoli veicoli a 4 ruote motrici super-rumorosi che gli statunitensi amano guidare su terreni impervi e pericolosi come questo. Non è raro trovarne qualche carcassa alla base di un pendio. Di tanto in tanto qualcuno si ferma per chiederci se siamo dei matti, ma a noi i matti sembrano loro!

Dopo due ore di spinta raggiungiamo finalmente il passo. La vista è incredibile. Incredibile è la discesa che dobbiamo affrontare. Giusto il tempo di qualche foto per immortalare la conquista del quarto passo del nostro progetto e siamo nuovamente in sella verso valle. Purtroppo lo stare in sella dura solo qualche centinaio di metri, la strada è tanto brutta in discesa quanto in salita, con l’aggravante che nella discesa dobbiamo fare i conti con un brutto e profondo dirupo.

Alterniamo tratti sui pedali a tratti di spinta. 5 chilometri e qualche caduta più giù ricomincia una buona sterrata, finalmente possiamo rimontare in sella e velocemente scendere verso Leadville. Leadville è un piccolo paesino nel quale varrebbe davvero la pena spendere un paio di giorni, ma siamo a metà settembre a queste quote l’inverno arriva velocemente. Dobbiamo sbrigarci ad uscire dai monti prima dell’arrivo della neve.

Da Leadville proseguiamo su strada asfaltata, passiamo Buenavista ed entriamo nel Chalk Creek Canyon, così chiamato per le bianche pareti che formano delle profonde gole. Qui comincia la salita verso il TinCup Pass, 3704 metri. Altra strada sterrata esclusiva per ATV.
Avendo salito 600 dei 1200 metri di dislivello fino al passo, decidiamo di accamparci a Saint Elmo, paese fantasma un tempo centro brulicante di minatori e cercatori d’oro. La notte la temperatura scende sotto lo zero e le previsioni per il giorno successivo sono di nevischio per l’ora di pranzo.

Cominciamo presto la risalita verso il passo, ad eccezione di qualche centinaio di metri, assolutamente pedalabile. Come previsto arrivati in cima il cielo azzurro dell’alta quota scompare coperto da minacciose nuvole nere. La discesa è meno dura del Mosquito Pass e riusciamo a pedalare fino a quando non comincia a scendere un misto di pioggia e nevischio che rende le rocce, già instabili, scivolose. Alla base della ripida discesa dal passo si trova il Mirror Lake, un lago alpino dalle acque cristalline, ed annesso campeggio gestito dalla Forestale. Considerato il cattivo tempo siamo quasi tentati di fermarci ma la strada prosegue ancora in discesa e crediamo sia più saggio scendere di quota per sfuggire le rigide temperature notturne. Si scende su sterrata per 26 chilometri ed 800 metri fino al Taylor Park Reservoir. Il nevischio della cima è ormai pioggia battente. Indossiamo i nostri abiti per la pioggia e proseguiamo ancora lungo le gole del fiume Taylor.

Zuppi fino alle ossa decretiamo sia arrivato il momento di cercare un riparo. Convinciamo la responsabile di un campeggio forestale a farci dormire gratuitamente sotto ad un capannone, solitamente usato per i gruppi di campeggiatori. Al mattino non c’è più traccia di nubi, un cielo azzurro ed un sole caldo ci accompagnano fino a Gunnison. Il paesaggio cambia drasticamente, dalle vette altissime ed i boschi di pini, ci si ritrova in pieno paesaggio lunare costellato da grandi massi di granito rosa. Siamo su un altopiano a 2300 metri ed i passi non sono ancora finiti, ci attendono l’Engineer Pass, 3901 metri, e l’Imogene Pass, 3997 metri.

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Il 50% verrà devoluto a World Bicycle Relief.

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