Viaggiare

Istria in bici, lungo le strade del vino e del tartufo

Istria in bici, lungo le strade del vino e del tartufo

È il giro di boa dell’autunno, quando le rondini hanno lasciato ormai da settimane i loro nidi, la terra odora di muschio e di erba umida e tutto si tinge dei colori della stagione: dai toni ocra del sottobosco di scòtano, alle sfumature dorate dei boschi di roverelle. Una breve bolina che ci condurrà alle soglie della stagione invernale, con le giornate corte, dalle foschie lattiginose e dal sole opaco.

Il momento ci offre questa meravigliosa finestra per esplorare vie minori, strade che portano a scoprire borghi e frazioni poco conosciute, lontane dal traffico estivo e dove il turismo arriva di sponda. L’Istria nord-occidentale è una tavolozza di colori e sapori da gustare lentamente in bicicletta. Meglio farlo d’autunno quando i calori estivi lasciano il posto a giornate dolci dal sapore di caramello.

Da Kucibreg verso Vergnacco Istria crediti Fabrizio Masi
Da Kucibreg verso Vergnacco Istria crediti Fabrizio Masi

Un cicloviaggio per scoprire una regione unica scomposta in tre Paesi: Italia, Slovenia e Croazia.

Alle porte di Trieste, puntiamo le ruote verso sud lasciando il primo confine impalpabile per entrare in Slovenia e iniziare a salire sui colli Savrini, nella valle del fiume Risano, alle spalle della città di Koper/Capodistria. Da Sv. Anton/S. Antonio la strada si impenna e le salite ci condurranno a esplorare ampi pianori e dolci vallate ai margini dell’ampia valle del fiume Dragogna. Il corso d’acqua sfocia nel vallone di Pirano e oggi separa fisicamente le repubbliche di Slovenia e Croazia.

Val Dragogna Istria crediti Fabrizio Masi
Val Dragogna Istria crediti Fabrizio Masi

È un continuo saliscendi su strade asfaltate che attraversano piccole frazioni e borgate rurali poco abitate. Butari, Sirči, Topolovec, Hrvoji: si pedala su un tavolato a 400 metri sul livello del mare da cui si scorge l’Adriatico.

La recente adesione allo spazio Schengen – a gennaio 2023 – della Croazia ci permette di oltrepassare minuscoli confini agricoli che ci conducono sull’altro versante della valle che ci collega con l’altipiano di Sterna. Con l’apertura di questi confini, vecchie strade e antichi sentieri tornano a connettersi. Si riannodano i fili e si ricuce il tessuto umano. Si ritorna al dialogo, allo scambio di voci e di immagini, figure scomposte dalla frontiera calata da una storia inopportuna.

Vigneti verso Momiano Istria crediti Fabrizio Masi
Vigneti verso Momiano Istria crediti Fabrizio Masi

Al bivio di Kucibreg ci soffermiamo a ricordare, nel silenzio di questo luogo, gli episodi legati alla guerra di lotta partigiana per liberare queste terre dall’occupazione tedesca nel novembre del 1944.

Qui possiamo scegliere di rimanere sull’asfalto seguendo i profili della valle che scende sul torrente Argilla verso Brič e Oskurus, oppure scendere verso meridione sullo sterrato sassoso per scoprire il silente villaggio abbandonato di Vrnjak/Vergnacco.

In bicicletta tra eccellenze gastronomiche istriane

La nostra mèta è il borgo di Momjan/Momiano conosciuto sin dai tempi dell’Impero per il suo delizioso moscato. Giunti in paese, non passa inosservato quello che resta del castello costruito all’inizio del XIII secolo con la sua torre quadra. Una fortezza eretta sopra uno sperone roccioso che si collocava in un punto strategico per il controllo delle vie di comunicazione della parte nord-occidentale dell’Istria.

Ulivi Istria crediti Fabrizio Masi
Ulivi in Istria crediti Fabrizio Masi

Lungo l’itinerario, pedalando tra le case, si avverte l’odore del legno di camini accesi e quello acre della colatura di olive di frantoi ormai chiusi, o ancora quello aspro di vinacce pronte a far nascere nuove grappe nelle cantine in pietra che profumano del tempo. Questo territorio collinare, per la sua configurazione e il clima favorevole, da sempre luogo ideale per la coltivazione della vite e dell’olivo, è una quinta ideale per le esplorazioni su due ruote.

Il tartufo, re della gastronomia autunnale istriana

Qui i ritmi della quotidianità sono ancora legati alla terra e alle tradizioni che si tramandano da padre in figlio e che in cucina sono connessi ai sapori autentici del territorio: genuini prodotti caseari, eccellenti vini e pregiati oli d’oliva insieme a sua maestà il tartufo (Tuber Magnatum) che in questa stagione viene offerto nelle piccole trattorie (konobe) dell’Istria centrale. Quello nero, in varie forme, viene proposto tutto l’anno; quello bianco, dal sapore aromatico che ricorda l’odore del formaggio grana, invece compare sulla tavola esclusivamente nei mesi autunnali e invernali. La zona di maggior produzione è quella che sta tra la storica foresta della Serenissima, lungo il fiume Quieto e la regione del Buiese.

I vini dell’Istria

Per i vini, non mancano in zona le cantine per la degustazione dalla classica Malvasia istriana o del corposo rosso Terrano (le più rinomate Kabola, Prelaz e Kozlović).

Il Moscato di Momiano invece viene spesso offerto ad inizio pasto, assieme a formaggi e salumi locali. Si usa anche intingere nel vino i biscotti, o dolci secchi a fine pasto.

Oppure, per abbinare cibo al vino e magari una sosta di contemplazione dopo l’impegnativa pedalata, ci sono degli accoglienti agriturismo. Così ci consentiamo un rientro lungo la costa per ribaltare il panorama (e le fatiche) del giorno precedente.

Da quassù si scorge il mare e il tramonto colora con le sfumature della rosa sfiorita i profili delle colline in questa lunga stagione calda ormai ai titoli di coda.

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