Storia, cultura, natura ed enogastronomia sono tra le attrattive principali della Sicilia e, nella parte sud-orientale dell’isola, questi elementi raggiungono livelli di assoluta eccellenza.
Siamo nel “Val di Noto”, dove i paesaggi dell’entroterra si arricchiscono delle testimonianze di un antico e illustre passato. Si tratta, infatti, di un’antica regione che dal periodo normanno fino al 1812 costituiva una delle circoscrizioni amministrative del Regno di Sicilia. Oggi corrisponde a otto città: Palazzolo Acreide, Caltagirone, Ragusa, Modica, Noto, Scicli, Catania e Militello.
L’itinerario, che parte da Pantalica e arriva a Siracusa, è di media difficoltà e per essere goduto appieno richiede almeno quattro giorni (250 km circa) per essere completato attraverso strade provinciali, riserve naturali e strade sterrate.
Si inizia dalla Riserva Naturale Orientata di Pantalica, in provincia di Siracusa, un’area naturalistica di grande bellezza. Nel corso dei millenni, i fiumi Anapo e Calcinara hanno scavato profonde gole, le cui pareti sono state ricoperte da una lussureggiante vegetazione con oleandri, salici e e pioppi. Qui si trovano anche suggestive piscine naturali le cui acque cristalline, con colori che vanno dal turchese al verde smeraldo, sono perfette per un rinfrescante bagno dopo una pedalata.
Dall’ingresso di Sortino si segue un bel percorso di 24 km (andata e ritorno) lungo una strada sterrata che si sviluppa sulla vecchia linea ferroviaria che collegava Siracusa a Vizzini.
Attraversando ponti e gallerie, si gode di indimenticabili panorami sulla più grande necropoli d’Europa. Proseguendo si raggiunge Palazzolo Acreide, la perla dei Monti Iblei, annoverata tra i Borghi più belli d’Italia.
Continuando il percorso in bicicletta lungo gli antichi sentieri che un tempo erano attraversati da monaci e pellegrini, si possono ammirare splendidi paesaggi costellati di ulivi, campi di grano e mulini abbandonati sino ad arrivare a Chiaramonte Gulfi. Questa piccola cittadina si trova a 679 metri sul livello
del mare, nel cuore degli Iblei. È famosa non solo per la sua magnifica posizione, che le è valsa l’appellativo di “Balcone di Sicilia” offrendo una vista spettacolare che spazia dall’Etna a Gela, ma anche per il suo eccellente olio, considerato tra i migliori d’Italia.
Si prosegue verso Ragusa, la città dei due patroni e dei tre ponti. La sua parte più antica, Ragusa Ibla, custodisce uno dei migliori esempi di barocco in tutta la Sicilia: la chiesa di San Giorgio.
Dopo aver lasciato il capoluogo più a sud d’Italia, si continua lungo la strada statale 115 in direzione di Modica, città famosa a livello nazionale per il suo delizioso cioccolato, ancora prodotto seguendo l’antica ricetta azteca. Modica, conosciuta come la “città delle cento chiese”, è divisa in due zone: Modica Alta e Modica Bassa. Dalla cima del Pizzo Belvedere, il punto più alto della città, si può godere di una splendida vista panoramica.
Tra i pittoreschi muretti a secco e l’odore della campagna punteggiata da ulivi, carrubi, mandorli e fichi d’India, si raggiunge il punto più a sud d’Europa, Portopalo di Capo Passero. Questo villaggio di pescatori si trova tra il Mar Ionio e il Mar Mediterraneo. Da qui si risale la costa orientale della Sicilia verso Marzamemi, un grazioso borgo marinaro dove è possibile fare una breve sosta per ammirare la pittoresca Piazzetta Regina Margherita, circondata dalle caratteristiche “casuzze” arabe dei pescatori, oggi trasformate in locali e ristoranti.
Successivamente si raggiunge l’ingresso sud della Riserva di Vendicari, un’oasi di pace la cui tranquillità è interrotta solo dal passaggio di numerose specie di uccelli lungo le rotte migratorie dall’Africa. Abbandonando le biciclette nel parcheggio, si possono percorrere i 14 km della riserva (per chi ha poco tempo, è possibile scegliere uno dei 3 sentieri disponibili – blu, arancio o verde – attraverso i diversi varchi).
Circondati dai profumi della macchia mediterranea, tra boschi di ginepro, antiche saline, stagni e la suggestiva tonnara, si potranno ammirare le famose spiagge di San Lorenzo, dove le tartarughe nidificano nei mesi di luglio e agosto, Cala Mosche e Marianelli.
Restano solo 26 km per raggiungere l’altopiano su cui si erge la rinomata capitale del Barocco, Noto, che domina la Valle dell’Asinaro. Attraverso la Porta Reale, un imponente arco di trionfo costruito nell’Ottocento in occasione della visita del re Ferdinando II di Borbone, si accede a Corso Vittorio Emanuele.
Infine, si arriva a Siracusa, la città che Cicerone definì la più grande e la più bella di tutte le città greche.
Non si potrà che essere d’accordo dopo aver varcato l’ingresso del Parco della Neapolis: qui spiccano il teatro greco, che nella stagione primaverile ospita la rappresentazione delle antiche tragedie greche dopo il tramonto, e l’Orecchio di Dionisio, un’imponente grotta alta 23 metri con un’acustica eccezionale.
Secondo la leggenda, il tiranno Dionisio la utilizzava per ascoltare le parole dei suoi prigionieri.
Anche qui non mancano i gioielli tardo-barocchi: basta attraversare uno dei due ponti che collegano Siracusa all’isola di Ortigia per immergersi nelle affascinanti stradine di questo magico isolotto.
Tra sontuosi palazzi e caratteristiche botteghe di artigianato, si raggiunge la splendida Piazza Minerva. Ammirando la bellezza del Duomo, la cui facciata risplende sotto una calda luce che ne esalta i dettagli, si potrà gustare una rinfrescante granita e ripensare alla bellezza di questo incredibile itinerario.
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segnalo che il percorso che s sviluppa all’interno della riserva di Pantalica, è interrotto al km 6, dunque si è costretti a tornare indietro e intraprendere un giro impossibile (per lunghezza e pendenza) per arrivare al nuovo tratto di ciclabile appena realizzato (sulla stessa linea ferroviaria dismessa) che giunge ai piedi di Palazzolo Acreide.
Infine, non trascurabile, la Forestale di Siracusa (ente gestore della riserva) pretende una preventiva prenotazione per consentire l’accesso in bici alla riserva. E’ una follia, ma è bene ricordare agli utenti che senza prenotazione non è possibile entrare (parlo per esperienza personale)
Detto questo i percorsi all’interno della riserva e nel tratto esterno a partire da Cassaro, sono una favola!!!
mah, a me sto articolo mi sa tanto di sponsorizzato. io in Sicilia in bici ci sono stato, e tutta questa agiografia che leggo… è controbilanciata da diverse cosette… le infrastrutture per ciclisti sono praticamente zero, le strade sono quelle che sono, gli automobilisti rispettano i ciclisti (see, e come no), e poi se ci andate in estate il caldo vi ammazza, letteralmente
salite? l’articolo non ne parla? ti voglio a farle con la bici carica… e questi paesi di cui parlate il concetto di ciclabilitá semplicemente non esiste (anche perché non c’è un metro di pianura) io ho visto piazze invase da macchine, macchine, macchine, motorini, ma zone pedonali poche.
[Salve Stefano, questo articolo è tratto dal nostro ebook “Sicilia in bicicletta: arte e cultura” che abbiamo realizzato dopo aver pedalato per 8 giorni nell’isola. Nell’ebook gratuito, il cui link è presente in calce all’articolo, sono presenti consigli di viaggio utili con i posti da visitare e i percorsi da affrontare in bicicletta per chi vuole pedalare alla scoperta del Barocco siciliano – Bikeitalia.it]