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Marco Pantani: il Pirata per sempre nel nostro cuore

Marco Pantani: il Pirata per sempre nel nostro cuore

Marco Pantani se n’è andato via nel 2004, il giorno di San Valentino: il Pirata è un campione che resterà per sempre nel cuore di chi l’ha seguito e amato. Lui che al Giro d’Italia del 1997, all’apice del successo, fu costretto al ritiro perché un gatto gli tagliò la strada in discesa e in quell’occasione esclamò: “Avrei voluto essere battuto dagli avversari, invece ancora una volta mi ha sconfitto la sfortuna”.

Marco Pantani Pirata ciclismo

Un amore incondizionato che dai suoi tifosi non era venuto meno mai, nemmeno dopo la squalifica di Madonna di Campiglio del 1999, quando lui disse: “Credo che c’è qualcosa di strano, sono ripartito dopo dei grossi incidenti ma moralmente credo che questa volta… abbiamo toccato il fondo”.

Un immenso campione sfortunato e fragile che ci ha lasciato troppo presto. Un uomo che con le sue imprese (come quella dell’incredibile ascesa dell’Alpe d’Huez al Tour de France del 1995) è entrato nel nostro cuore e nella leggenda del ciclismo per non uscirne più.

Chi ama il ciclismo non ha dimenticato Marco Pantani e noi qui su Bikeitalia vogliamo ricordarlo con la bellissima canzone “E mi alzo sui pedali” degli Stadio dedicata alla sua memoria.

E MI ALZO SUI PEDALI

Io sono un campione questo lo so
È solo questione di punti di vista
In questo posto dove io sto
Mi chiamano Marco, Marco il ciclista
Ma è che alle volte si perde la strada
Perché prima o poi ci sono brutti momenti
Non so neppure se ero un pirata
Strappavo la vita col cuore e coi denti
E se ho sbagliato non me ne son reso conto
Ho preso le cose fin troppo sul serio
Ho preso anche il fatto di aver ogni tanto
Esagerato per sentirmi più vero

E ora mi alzo sui pedali come quando ero bambino
Dopo un po’ prendevo il volo dal cancello del giardino
E mio nonno mi aspettava senza dire una parola
Perché io e la bicicletta siamo una cosa sola
E mi rialzo sui pedali ricomincio la fatica
Poi abbraccio i miei gregari passo in cima alla salita
Perché quelli come noi hanno voglia di sognare
E io dal passo del Pordoi chiudo gli occhi e vedo il mare
E vedo te e aspetto te

Adesso mi sembra tutto distante
La maglia rosa e quegli anni felici
E il Giro d’Italia e poi il Tour de France
Ed anche gli amici che non erano amici
Poi di quel giorno ricordo soltanto
Una stanza d’albergo ed un letto disfatto
E sono sicuro di avere anche pianto
Ma sono sparito in quell’attimo esatto

E ora mi alzo sui pedali all’inizio dello strappo
Mentre un pugno di avversari si è piantato in mezzo al gruppo
Perché in fondo una salita è una cosa anche è normale
Assomiglia un po’ alla vita devi sempre un po’ lottare
E mi rialzo sui pedali con il sole sulla faccia
E mi tiro su gli occhiali al traguardo della tappa
Ma quando scendo dal sellino sento la malinconia
Un elefante magrolino che scriveva poesie
Solo per te solo per te

Io sono un campione questo lo so
Un po’ come tutti aspetto il domani
In questo posto dove io sto
Chiedete di Marco, Marco Pantani.

[E mi alzo sui pedali di Stadio]

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