Salute

Passare all’ebike è una sconfitta per un atleta?

Passare all’ebike è una sconfitta per un atleta?

Passare all’ebike è una sconfitta per un’atleta? Durante una cena per un evento di bici, ho avuto il piacere di conoscere una ex campionessa di atletica leggera, ora sessantenne. Durante la chiacchierata, è emerso il tema delle ebike. L’atleta aveva appena acquistato una bici a pedalata assistita per poter uscire in bici in compagnia del marito e lo raccontava con un senso di delusione, come se fosse la riprova del fatto che non fosse più l’atleta di una volta. Ho cercato di ribattere dicendo che non era così. Passare all’ebike è una sconfitta per un’atleta?

Il processo di invecchiamento di un atleta

Gli anni passano per tutti, nessuno escluso. Nonostante molti di noi pensino che gli anni non lascino traccia sull’organismo, non è così. Ogni anno che si aggiunge alla lista porta un lento ma inesorabile declino della capacità prestazionali:

  • Il massimo consumo di ossigeno si riduce con il tempo;
  • I tempi di recupero tra gli allenamenti si allungano, imponendo una modifica della frequenza di allenamento;
  • La forza muscolare diminuisce per via un minor produzione di testosterone libero e per l’effetto della sarcopenia, ovvero la progressiva perdita di tono muscolare;

Più gli anni passano, soprattutto dopo i 40 anni, più questo declino è evidente. Ma il declino non deve essere visto come un inesorabile e costante discesa agli inferi. Se prendiamo in esame solo il contesto competitivo, allora sicuramente non potremo più pensare di competere come quando avevamo 20 anni. Ma il concetto di atleta deve andare oltre quello della sola competizione.

Passare all’ebike: dal concetto di atleta a quello di essere umano

Passare all'e-bike

Noi tendiamo a coniugare tra loro le immagini dell’atleta e della competizione ma non sempre le due cose vanno a braccetto. Essere atleti è soprattutto uno stile di vita. Richiede disciplina fisica e mentale, capacità di abnegazione, programmazione, la volontà di sottoporsi a prove importanti, di allenarsi con costanza, di affrontare fatica e sudore. Ma questo atteggiamento non è fine alla sola competizione, bensì può essere anche rivolto al restare in salute. Infatti gli effetti del declino fisiologico prima descritti possono essere contrastati e addirittura resi reversibili attraverso un’attività fisica costante e organizzata.

Quindi la mentalità di atleta rimane, solo che non la si applica soltanto al contesto competitivo ma al “semplice” restare in salute e in un’ottima forma fisica il più a lungo possibile, contrastando gli effetti negativi che la sedentarietà provoca sul soggetto che invecchia.

Passare all’ebike è una sconfitta per un atleta?

Passare all’ebike è dunque una sconfitta per un atleta? Secondo me no. È semplicemente un’accettazione di ciò che si è, di cosa si può fare e un modo per adattare le proprie potenzialità alle possibilità del momento. Quando pubblichiamo un articolo sulle ebike, notiamo sempre che i commenti si dividono tra i possessori, che sono felici e ringraziano il fatto di averla acquistata, e gli “atleti”, ai quali invece repelle l’idea di passare al “motorino”. Leggo commenti del tipo “io mai!”, “Piuttosto smetto di andare in bici”, “Allora mi compro lo scooter”, “Non sono biciclette vere”. È ancora diffuso questo senso di sconfitta verso il passaggio all’ebike ma non è così: si tratta di mezzi che possono permetterci di fare ciò che amiamo, ovvero andare in bici, per molto più tempo di quanto sarebbe possibile fare con bici senza assistenza, per via del declino fisiologico cui i nostri corpi vanno incontro.

Non è una sconfitta, è solo accettare il fatto che il livello della competizione è cambiato e che, alla fine, ciò che conta è cercare di restare in salute il più possibile.

Molti agonisti e ed ex atleti professionisti, una volta terminata la parabola atletica, tendono a smettere completamente di fare attività sportiva, diventando sedentari, sovrappeso e spesso anche malati, smettendo di rappresentare “il ritratto della salute” e iniziando a essere quello della malattia.

E se l’ebike può permetterci di rallentare tale declino e di aiutarci (perché non è un motorino) a mantenere elevato il nostro stato di salute psico-fisico, il suo utilizzo non può essere assolutamente definito una sconfitta.

Commenti

  1. Massimo Atzori ha detto:

    io ho preso la e-
    mtb l’anno scorso e non me ne pento. ho anche la bici da stradla e ancora faccio gare. quelli che parlano di sconfitta dell’atleta non hanno mai provato una e-bike. io la uso per allenarmi fuori strada vado nei posti e affronto delle strade quasi impossibili per la mtb muscolare. ora con questa bici che ha ruote e freni nettamente superiori le affronto con più sicurezza. poi, vuoi sudare e dare l’anima sulla bici? stacca il motore e pedala vedrai che muovere una bici da 25 kg. ti allena eccome.

  2. Giovanni ha detto:

    purtroppo e vero è la sconfitta per un’atleta, inutile girarci intorno, meglio pedalare piano in base alle possibilità proprie ma senza motore, non facciamo i ruffiani dei venditori che per guadagnare venderebbero l’anima al diavolo. l’ E-bike vabbène solo per chi li vende , un vero sportivo atleta chi che sia fatica suda in base a età e possibilità.

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