Slovenia e Croazia in bici

Slovenia e Croazia in bici

For a piece of cake - Da Cesena a Singapore in bicicletta

Siamo Chiara e Riccardo, partiti il 10 giugno da Cesena con destinazione Singapore. L’uscita dall’Italia è stata piacevole e pianeggiante, suddivisa in cinque tappe! Raggiunta Gorizia, ci dirigiamo verso il confine sloveno, dove non troviamo in realtà nessuna frontiera.

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All’inizio di Nova Gorica un cartello ci da il benvenuto in Slovenia; la città è affollata di persone per le strade e la bici sembra un mezzo diffusissimo. Ci dirigiamo verso il ponte di Solkan, 50 m dopo il quale, sulla sinistra, imbocchiamo una bellissima via ciclabile a due sensi di marcia e con piazzole di sosta ben attrezzate che costeggia l’Isonzo fino a Plave, lontano dalle strade e dalla civiltà per circa 12 km (attenzione perché ad un certo punto vi si trova una gradinata con rampa molto ripida). Di qui proseguiamo fino a Kanal, l’ultima possibilità di trovare un buon pasto prima di Tolmin, restando sulla sponda sinistra dell’Isonzo. A detta delle persone del posto, non possiamo che raggiungere Tolmin attraverso la strada principale. Qui occorre prudenza perché le macchine sembrano avere molta fretta e sono numerosi i motociclisti. Tappa da 47 km, con i primi dislivelli per scaldare i muscoli.

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Tolmin non offre attrazioni, se non le tipiche casette alpine in legno e trekking estivi, ma qui d’estate non si vede ancora l’ombra. Anzi il giorno dopo ripartiamo con l’intento di raggiungere il lago di Bled, sotto una costante pioggerella. Passando per Ljubinj il panorama è mozzafiato, con gruppi di nubi alla nostra altezza, ma abbiamo un primo assaggio di cosa voglia dire pedalare per le Alpi Giulie! A Podbrdo pranziamo, visto che per un pò di ore non ci saranno altre occasioni, e poi iniziamo ad arrampicarci su per la nostra prima vetta, con le bici che esercitano una gravità di cui non ci eravamo ancora mai resi conto! Dopo 12 km di salita ininterrotta raggiungiamo i 1277 m ed inizia la meritata e lunghissima discesa verso Bohinjska Bistrica, immersa nella foresta con i suoi bellissimi tornanti. Qui ci fermiamo, esausti e infreddoliti, dopo 55 km. Lasciamo Bled per il giorno successivo. Separano le due città una ventina di km di strade piacevoli e soprattutto senza dislivelli. La fatica del giorno prima è ripagata del tutto dalla vista del lago, del suo isolotto e del castello che lo sovrasta.

For a piece of cake - Da Cesena a Singapore in bicicletta

Al pomeriggio ci godiamo invece un pò di riposo, sole e stretching sulle sponde del lago.
Giorno nove dalla partenza, si torna in sella. 50 km separano Bled da Lubiana, la capitale della Slovenia, ma noi riusciamo a farne più di 60! Impostiamo la navigazione offline dell’applicazione per smartphone Here come se fossimo a piedi e ci troviamo a passare per piccoli, pacifici villaggi lungo la Sava, fiume che ci accompagnerà ancora per molta strada. La nostra traiettoria prevede un pò di dislivello. A tratti, tra un paesino e il successivo, finiamo sulla trafficata via principale, ma questa è sempre affiancata da una pista ciclabile ad uso esclusivo. Abbiamo trovato moltissima attenzione nei confronti della bici in Slovenia e, in questa zona relativamente pianeggiante, anche moltissimi ciclisti. Dopo 2 ore e mezza sui pedali, arriviamo a Kranj, che troviamo particolarmente viva per un qualche festival con bancarelle folkloristiche. Il suo centro merita assolutamente una visita, anche solo dalla sella. Da qui ripartiamo per la campagna senza più incrociare grosse vie di comunicazione.

L’ingresso a Lubiana è molto semplice, perché per 6 km, lungo Celovska Cesta, un marciapiede e la ciclabile conducono direttamente al centro, con semafori e precedenze ben scandite. Anche qui troviamo un centro storico davvero attivo e piacevole. Lasciamo le bici e la visitiamo, affascinati dalla fermento che la anima.
Il giorno successivo ripartiamo da Lubiana, abbiamo un pò “fretta” di lasciare i paesi cari dell’Eurozona per rientrare nel budget che ci siamo prefissati. La strada che imbocchiamo per lasciare la città passa per il Predor Pod Gramor, il tunnel Gramor, ma è breve e ai suoi lati due marciapiedi lo rendono sicuro anche per i ciclisti. Proseguiamo poi per Dolenjska Cesta e anche qui, per 4 km circa, troviamo una ciclabile che ci conduce alla periferia.

Siamo diretti a Novo Mesto, città prevalentemente industriale e con poco da segnalare, ma la maggiore sulla via per Zagabria, e la raggiungiamo passando per Grosuplje, Ivancna Gorica e Trebnje. Il paesaggio è per lo più piacevole e tranquillo, con poche macchine poiché l’autostrada, che in alcuni tratti le corre vicina, raccoglie il maggiore flusso di mezzi. Il percorso presenta dislivelli, ma non rilevanti (se non una salita del 15% verso Dolenje Ponikve) e si trovano ristoranti e bar nei paesini attraversati. 74 i chilometri di questa giornata.
Novo Mesto, che significa ‘città nuova’, è una cittadina che appunto non ha centro storico, dominata da grossi e tristi edifici industriali o commerciali. Per puro caso ci capitiamo nel giorno dell’arrivo del tuor ciclistico di Slovenia, che la anima un pò. Ma la mattina seguente ripartiamo rapidi.

Siamo diretti a Brezice, per poi attraversare il confine croato. Questa tappa, a parte qualche collina nella prima decina di chilometri, è essenzialmente pianeggiante e il paesaggio scorre rapido costeggiando le campagne, piccoli villaggi e i fiumi Krka e Sava. Nei pressi di Krska Vas il traffico aumenta leggermente per qualche chilometro. Raggiungiamo il confine croato con un totale di 750 km pedalati da casa, dei quali 330 in territorio sloveno. Nonostante il tempo nuvoloso e umido, abbiamo constatato con piacere che la Slovenia è un paese meraviglioso per il cicloturista che abbia voglia di sudarsi dei paesaggi mozzafiato e godere delle sue verdi montagne e aria pulita. Nelle città sono sempre numerose le piste ciclabili e qui le auto sono generalmente rispettose nei confronti del ciclista.
Il costo della vita è simile a quello italiano, almeno nelle zone, piuttosto turistiche, che abbiamo potuto sperimentare.

For a piece of cake - Da Cesena a Singapore in bicicletta

Il viaggio continua e siamo diretti a Zagabria, la capitale croata. Attraversiamo il confine ad Harmica, ma poco sembra essere cambiato. Le insegne e i cartelli hanno la stessa radice di quelli sloveni, le pekarna (forni) continuano a vendere i burek con cui ci piace pranzare (una sfoglia sottile ripiena di formaggio o spinaci), il paesaggio continua ad essere verde e tranquillo. Pedaliamo così per 11 km, poi, superata Zapresic, la prima cittadina di rilievo, imbocchiamo Ulica Marsala Tita prima e Aleja Grada Bologne poi, grossi viali a due corsie, che, fortunatamente, non sono troppo trafficati in questo momento. Procediamo al margine della carreggiata per circa 14 km e, dove possibile, saliamo sui marciapiedi perché avvicinandosi alla capitale il traffico si fa più fitto. Appena possibile lasciamo questa grossa via di comunicazione ed entriamo in città. Le rotaie dei tram, che circolano a destra, ci intralciano in qualche punto. Qua e là troviamo tratti, strettissimi, di piste ciclabili.

Zagabria ci piace da subito. Il suo centro storico, diviso in città alta e città bassa, è prevalentemente pedonale. La sera abbiamo tempo di esplorarlo senza biciclette e borse: tantissimi i bar, ristoranti e pub con tavolini e sedie in strada pieni di persone che bevono cappuccino o caffè ad ogni ora del giorno, rendendo la città vivacissima. Decidiamo di concederci qui un giorno di riposo e lo passiamo tra le vie della città. Alla sera c’è la partita Croazia – Spagna degli Europei 2016 e ci godiamo la piazza Josipa Jelacica piena di tifosi incantati davanti al maxi schermo e la loro esultanza. Bellissima sorpresa questa Zagabria, che pur non avendo il mare dalla sua come le più conosciute Dubrovnik e Spalato, merita il proprio titolo di capitale, a nostro avviso.

For a piece of cake - Da Cesena a Singapore in bicicletta

Il giorno successivo ripartiamo, in direzione sud perché continueremo il nostro viaggio in la Bosnia Erzegovina. Decidiamo di sacrificare le cosce e allungare notevolmente la tratta, in cambio di paesaggi migliori e strade semi deserte. Usciamo quindi da Zagabria seguendo la sponda sud della Sava in tutte, o quasi, le sue anse e scopriamo subito che, a sud della città, il Park Bundek ospita una bella spiaggia artificiale. Ma noi proseguiamo, anche perché la giornata, come tutte le ultime d’altronde, non è delle migliori. Poco dopo altra sorpresa, la discarica comunale.

Passiamo per Selnica Scitarjevska, Zablatje Posavsko, Orle e un’altra miriade di piccolissimi paesini impronunciabili. Il paesaggio si fa sempre più desolato e selvaggio, con le cicogne che indisturbate creano i loro nidi in questo ambiente a tratti paludoso.
Le case assumono tutta un’altra forma rispetto ai palazzoni sovietici e alle ville austro-ungariche di Zagabria: qui sono basse, mono familiari, costruite con materiali poveri e spesso nemmeno intonacate esternamente. Il lavoro dei campi è l’attività principale dell’area. Ci sentiamo catapultati decenni indietro nel tempo, pur avendo percorso solo una quarantina di chilometri dalla modernissima Zagabria. Pranziamo, dopo più di 70 km percorsi, sul piacevole lungo fiume di Sisak. La città non presenta altre attrazioni, ma almeno ci consente di fare la spesa prima di addentrarci nuovamente in territori remoti. Risaliamo sulle selle per avvicinarci ancora di più al confine. Dopo 20 km troviamo disponibilità, a Sunja, nell’unico affittacamere della zona! Non ci sono ristoranti nei paraggi, ma rimediamo, insieme alla camera, cinque uova.
Il giorno tredici ripartiamo, di buon mattino, verso la città di Kostajnica, al confine bosniaco. Il paesaggio rimane lo stesso per tutti i 18 km che percorriamo: la strada è circondata da casette basse e apparentemente povere, alcune con le facciate con ancora evidenti i segni della guerra, col proprio orto o giardino. Oltre campagne, prati e bosco.

Zagabria

L’ultima sorpresa che ci riserva la Croazia è la piacevole cittadina di Kostajnica, che si sviluppa a cavallo del confine. Qui il fiume Una ed il suo isolotto, poco distante dal ponte, creano un paesaggio da cartolina.
Anche se la permanenza in Croazia è stata brevissima, ne usciamo con l’impressione di averne conosciuto tante sfaccettature: dalla moderna e modaiola Zagabria, in un solo giorno di pedalata abbiamo raggiunto aree remote che portano ancora evidenti i segni e le conseguenze della recente guerra di indipendenza croata.


piece_of_cake_thumb-1-699x366Siamo Chiara e Riccardo; abbiamo lasciato Cesena venerdì 10 giugno, direzione Singapore! Il nostro progetto si chiama ‘For a piece of cake’, perché la torta, per Chiara, diabetica di tipo 1 dall’età di 11 anni, è un piacere da conquistare con dosi extra di insulina o attraverso l’esercizio fisico, l’ingrediente principale di questa lunga avventura.

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