Gli ingredienti ci sono tutti: un paesaggio da favola, strade bianche e a bassa percorrenza, colline talmente belle da sembrare finte, paesi e città ricchi di storia, arte e cultura, succulenti piatti tradizionali e vini superbi. La Toscana sembra fatta apposta per organizzare un viaggio in bicicletta alla ricerca di un’avventura indimenticabile.
E in effetti i percorsi e le manifestazioni dedicati ai ciclisti e ai cicloturisti non mancano: basta pensare all’Eroica, alla Strade Bianche, alla Via Francigena e al Tuscany Trail solo per citarne alcuni. Ed è proprio sulla traccia del Tuscany Trail 2023 che abbiamo preso ispirazione per costruire il nostro itinerario.
L’itinerario ispirato alle tracce del Tuscany Trail
La prima tappa, quindi, non poteva che iniziare dal parcheggio del Parco delle Sughere a Donoratico, luogo ideale dove lasciare la macchina per qualche giorno.
Sistemate le bici e i bagagli, iniziamo a pedalare seguendo la traccia che ben presto ci porta su una strada secondaria che si immette in quel famosissimo viale fiancheggiato da una fila interminabile di cipressi su entrambi i lati che porta a Bolgheri. Lasciate alle spalle le distese di ulivi e vigne, ci immergiamo nelle pinete dalle quali si intravedono i riflessi luccicanti del mare.
Proseguiamo lungo la costa per diversi chilometri, transitando da Marina di Bibbona e da Marina di Cecina fino a Vada, dove un tratto di pista ciclabile ci accompagna fino a Rosignano Marittimo: qui una strada sterrata ci annuncia le prime salite del giorno.
Continuiamo a salire, ci lasciamo il Lago di Santa Luce sulla sinistra e ci inerpichiamo su una strada poderale che si snoda dentro un fitto bosco che, dopo una lunga discesa, ci porta fino a Lajatico, paese conosciuto per aver dato i natali al tenore Andrea Bocelli, dove terminiamo la prima tappa con i primi cento chilometri nelle gambe.
Seconda tappa e deviazioni
Il giorno successivo decidiamo di non procedere lungo la traccia del Tuscany, ma di puntare dritti su San Gimignano pedalando lungo una strada a bassa percorrenza che segue l’andamento sinuoso delle colline: quando mancano pochi chilometri alla meta, iniziamo a scorgere le torri che disegnano il profilo inconfondibile di questo paese che sin dal medioevo domina tutta la zona circostante.
I palazzi e i monumenti di questo splendido borgo meriterebbero una visita approfondita, ma continuiamo immettendoci sui sentieri della Via Francigena che toccano Colle Val d’Elsa, transitano tra le mura di Monteriggioni, posto magico, e ci conducono fino a Siena, dove ci fermiamo per la notte. Lasciate le bici al B&B, passeggiamo nelle vie del centro: i palazzi e i monumenti di questa città sembrano rimasti sospesi nel tempo, la percezione è quella di essere stati catapultati nel Medioevo.
Rimaniamo incantati dalle geometrie di Piazza del Campo, dall’imponenza del Palazzo Pubblico e delle Torre del Mangia, ammiriamo la facciata del Duomo per poi recuperare le energie in un’osteria davanti a un piatto di pici all’aglione innaffiati da un buon vino rosso.
Un tratto di Via Francigena
La terza tappa inizia con una sorpresa: il sole che ci ha accompagnato durante le prime due ha deciso di lasciare spazio a nuvole cariche di pioggia. Fortunatamente il percorso non transita dalle Crete Senesi, che quando piove diventano impraticabili a causa del terreno argilloso che si cementifica sulle ruote della bici, ma continua a seguire la Via Francigena passando da Buonconvento, borgo protetto da grandi mura di mattoni rossi, San Quirico d’Orcia, Bagno Vignoni, con la sua incredibile piazza d’acqua, e Castiglione d’Orcia, dove dopo una giornata di ciclismo eroico sotto la pioggia e sopra il fango decidiamo di fermarci per la notte.
L’alba del nuovo giorno ci rivela un cielo azzurro ricamato dal passaggio di qualche nuvola bianca: superata l’ultima salita, imbocchiamo una formidabile discesa su strada sterrata che arriva fino al fondovalle e che regala dei panorami meravigliosi. In questo tratto la natura è particolarmente generosa: le colline ammantate di ulivi, vigneti e boschi, la strada spesso fiancheggiata da file di cipressi, le case in pietra di Castlenuovo dell’Abate e le architetture dell’Abbazia di Sant’Antimo si imprimono nei nostri occhi e nelle gallerie fotografiche dei nostri smartphone.
Proseguiamo lungo la discesa e ci troviamo davanti alle architetture dell’Abbazia di Sant’Antimo: la leggenda racconta che quest’edificio fu fondato nel 781 da Carlo Magno di ritorno da Roma e poi ricostruito dai monaci benedettini tra l’XI e il XII secolo: gli esterni sono in travertino chiaro, impreziositi dai portali e dalle sculture di creature bizzarre, mentre all’interno, diviso in tre navate, si possono ammirare il capitello della seconda colonna destra, che raffigura Daniele nella Fossa dei Leoni, e l’ipnotico crocifisso duecentesco nel presbiterio e la cripta.
Grosseto e la Maremma Grossetana
Dopo un lungo tratto pianeggiante affrontiamo l’ultima salita tra le colline che circondano l’ampia pianura della Maremma Grossetana. Incontriamo borghi pittoreschi, come Paganico e Montorsaio, e ci lanciamo lungo l’ultima discesa della tappa che apre ampie vedute sulla pianura coltivata.
Un lungo tratto di pista ciclabile ci conduce fino al centro di Grosseto, protetto da una cinta muraria a forma di stella che risale al XVI secolo: la prima sensazione non è quella di essere arrivati in una città indimenticabile, ma passeggiando per il centro ci accorgiamo che invece è ricca di spunti interessanti.
Piazza Dante, circondata dai portici e dominata dal Palazzo degli Aldobrandeschi, è animata da diversi locali e trattorie con i tavolini all’esterno, mentre a pochi passi la Cattedrale di San Lorenzo ci abbaglia per la sua bellezza, con lo splendido portale, la facciata bicolore, a fasce bianche e nere, e l’alto campanile.
A Grosseto terminiamo il nostro viaggio in bici: l’ultimo giorno, quello in cui avremmo dovuto percorrere il tratto che costeggia il litorale per tornare a Donoratico costeggiando il mare e passando da Castiglione della Pescaia e Follonica, il meteo è nuovamente sfavorevole. Nuvole scure e un vento a oltre 50 chilometri all’ora ci convincono a concludere la nostra avventura caricando le bici su un treno regionale, che in ogni caso ci permette di osservare il paesaggio con una certa lentezza e di ripensare con calma al nostro viaggio.
Riguardando le tracce, vediamo che non abbiamo seguito pedestremente quelle del Tuscany Trail 2023, ma il bello è proprio questo: abbiamo disegnato un percorso su misura per noi, riuscendo a trovare sempre strade sterrate e strade a bassa percorrenza, lontane dal traffico e immerse in un contesto straordinario.
Consigli per chi vuole percorrere la traccia
- la bici ideale per questo itinerario è la gravel, meglio se con coperture da 37 o 40. Anche una mountain bike potrebbe andare bene;
- se non siete allenati, meglio usare una mountain bike elettrica;
- bagagli: alcuni tratti sono abbastanza tecnici, è preferibile un kit di bagaglio con borsa da sella, da manubrio e da telaio rispetto alle borse da portapacchi;
- la primavera e l’autunno sono i periodi migliori per mettersi in viaggio;
- lungo il percorso i ristoranti, i bar e le strutture ricettive non mancano. È un po’ più difficile invece trovare negozi di bici o assistenza soprattutto nella prima parte dell’itinerario;
- nel caso in cui vogliate accorciare (o allungare) il percorso, ci sono altre strade bianche o a bassa percorrenza, basta cercare sulle app di navigazione;
- gli ultimi trenta chilometri della prima tappa del percorso sono abbastanza tecnici: la discesa si effettua su una strada sterrata con sassi anche abbastanza grandi.
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