Tortosa è una piccola città posta a baluardo del delta dell’Ebro, il fiume più lungo di tutta la Spagna.
La sua posizione strategica l’ha resa crocevia di culture e dominazioni: l’architettura locale racconta di una cultura cristiana che si fonde con quella ebraica e quella islamica.
Questo è il punto di partenza della Via Verde, un ex tracciato ferroviario convertito a pista ciclopedonale, che scorrendo verso est porta in 40 km al delta del fiume, su un percorso sicuro e protetto dalle auto.
Il percorso è completamente in pianura (impercettibile discesa, a voler essere precisi) ed è da percorrere con opportuna lentezza.
Punto di partenza è Tortosa, che merita sicuramente una visita e, possibilmente, anche un pasto per degustare i piatti tipici del delta: ostriche, anguille e cozze.
La visita a Tortosa deve partire dal punto più alto, il Castel de la Suda, un castello del X secolo che oggi ospita anche un hotel dai prezzi tutto sommato abbordabili. Da qui si vede tutta la città e, nelle giornate più limpide, il mare. Le dimensioni di questo castello fanno capire molto bene quanto sia stata importante in passato la città di Tortosa e quanto le sue sorti siano state legate all’importanza del fiume.
Sotto il castello sorge la cattedrale nei cui sotterranei, usati come rifugio antiaereo durante la guerra civile, trova oggi spazio un museo. Ma ai piedi del castello si trova anche il Giardino del Principe, un museo scultoreo all’aria aperta molto carico di significati.
Gli amanti dell’architettura qui troveranno una serie di spunti interessanti come la Casa Bau e Casa Bruner per lo stile modernista catalano e la sorprendente Clinica Sabaté in stile neoegizio.
Il ponte rosso d’acciaio che solca il fiume un tempo ospitava la ferovia, ma oggi è appannaggio di pedoni e ciclisti: è questo il km 0 della Via Verde.
Superata la zona artigianale della città, si viene circondati da campi coltivati e, di tanto in tanto, il fiume si avvicina in tutta la sua liquida maestosità.
Spostandosi verso est su un percorso per nulla impegnativo, l’acqua prende sempre più il sopravvento e i campi coltivati diventano risaie e paludi, dove dimorano uccelli di ogni fattezza, come falchi, aironi, anatre, cavalieri d’italia e, se si è fortunati, anche dei martin pescatore.
Il tracciato attraversa luoghi scarsamente popolati, ma ricolmi di biodiversità: di tanto in tanto si staglia all’orizzonte una torre di avvistamento o una fattoria fortificata che ancora raccontano di invasioni dal mare di pirati.
Deltebre è un piccolo comune dove ci si può fermare per una pausa ristoratrice.
La pedalata si conclude a Riumar, ma non prima di essere passati dalla Laguna del Canal Vell il cui mirador è un riferimento degli appassionati di birdwatching, soprattutto quando è popolata da fenicotteri.
Riumar è il paradiso delle attività acquatiche di qualunque forma: da qui si può partire per una crociera sul delta, oppure noleggiare dei kayak, windsurf o semplicemente sdraiarsi in riva al mare nell’omonima playa, circondati da dune di sabbia finissima, degno finale di questa pedalata.
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