Si parte da Palena, Majella orientale, a circa 760 m di quota, si arriva a Scanno (AQ) dopo circa 60 km di percorso misto. Da Palena si sale verso il Valico della Forchetta lungo la SS 84. Propongo una svolta sulla destra, ancora in salita, per visitare l’eremo di Madonna dell’Altare, luogo intimo e affascinante, realizzato dai celestiniani nei pressi della grotta dove Celestino V si fermò tra il 1235 e il 1238, prima di diventare papa. La costruzione risale al XIV secolo, si affaccia sull’intera vallata del fiume Aventino, ed è stata abitata dai monaci fino ai primi anni del XIX secolo.
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Dopo la visita si scende a riprendere la SS84, si pedala fino al valico della Forchetta.
Al bivio per Pescocostanzo si può preferire un giretto nel borgo. Come opzione si può seguitare fino all’antico bosco di Sant’Antonio, luogo di faggi centenari. O tornare a riprendere la SP 56, fino alla SS 17 sull’Altopiano delle Cinque Miglia. In direzione di un gruppo di abitazioni e pagliare si svolta a sinistra su una strada di breccia verso la Montagna Spaccata. Sulla destra c’è la chiesa della Madonna del Casale. Si sale fino a oltre i 1800 m di quota per poi riscendere in direzione di Frattura. Un tratto da mountain bike, con canaloni di acqua piovana che rovinano la via nella seconda parte, ma piacevole nella macchia degli abeti. Si incontrano facilmente cavalli liberi e cervi, greggi e cani pastore.
Frattura Nuova è un borgo abitato in inverno da una ventina di persone, è stata ricostruita dopo che Frattura Vecchia fu devastata dal terremoto del 1915. Gli abitanti di Frattura erano tosatori rinomati, che arrivavano a lavoro fino in Tavoliere durante le transumanze, quando le greggi venivano spostate in Puglia dai pascoli estivi delle quote d’Abruzzo. Per essere a 1200 m sul livello del mare stupisce l’abbondanza di orti. Si tratta di una posizione formidabile dove un microclima speciale rende possibili colture tipicamente di valle, come il melone retinato.
Frattura Vecchia, di nuovo un luogo di terremoti passati, sembra non si possa raccontare questa terra senza passare per qualche terremoto. I migliori pastori erano di Scanno, i migliori tosatori di Frattura.
Prima di Scanno c’è il lago che si formò a causa di una frana che scese dal monte Genzana. Scanno si trova sul limite del Parco Nazionale d’Abruzzo, in provincia de L’Aquila. Tra i vicoli s’incontrano ancora le donne in abiti tradizionali, spesso anziane in nero per via dei lutti. Sono abituate ai turisti che le fotografano, non si lamentano. La gonna delle donne del passato raggiungeva le caviglie, era formata da 6 a 12 panni cuciti in verticale, per una larghezza da 11 a 15 metri e un peso fino a 15 kg.
Elementi come punti infallibili di un itinerario identitario. Un santo, un eremo, un terremoto, un paese, le ultime vecchie vestite di nero.
Uomini di prima, hanno scolpito pietre da assemblare in chiese, per superare le montagne hanno creato strade a forza di passi. Guardiamo quello che resta. Il viaggiatore che osserverà le pietre o un orizzonte di montagne penserà sia giusto scendere dai pedali, fermarsi un poco. Uscendo dagli asfalti non si stupirà di trovare vie vuote. Percorrerle rappresenta un modo in più per sentirsi d’Appennino. Qualche volta a stare su una via vuota sembra di tornare a casa.