Itinerari

Calabria in bici: la Sila e la strada delle vette

Calabria in bici: la Sila e la strada delle vette

Aria salubre, boschi rigogliosi, laghi incantevoli, acqua fresca e pura, pascoli verdi incontaminati e poi autoctoni e qualche turista!

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Silvia Brutia è il nome che i romani diedero alla Sila. Una foresta che avrebbe raccontato la storia di un popolo, i Bruzi, incapaci purtroppo di restituire alle cronache e alla storia, la giusta immagine dei paesaggi che compongono questa terra dalla bellezza sconfinata. Su queste alture, quasi a voler comporre un quadro, i suoi paesaggi ricordano scorci scandinavi nel cuore del Mar Mediterraneo.
Una mappa disegnata dal tempo, per un viaggio in una natura incontaminata che da l’idea di essere arrivati fino ai confini del mondo.
I laghi circondati da praterie che diventano appetitose mangiatoie per le mandrie transumanti che, d’estate, risalgono dagli allevamenti situati a 500 metri di altitudine.

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Dalle vette, in condizioni meteo favorevoli, si possono ammirare il Pollino a nord, il Mar Jonio a nord-est, l’Etna a sud-ovest, le Isole Eolie e il Mar Tirreno ad ovest. La Sila è un altopiano di vaste dimensioni dove laghi, boschi e praterie si mischiano dando vita a panorami mozzafiato.

Mappa

Altimetria

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Traccia gps | Mappa kml

Il percorso parte dai 1250 mt. di Camigliatello Silano. Allontanandoci dal corso centrale, tenendo sulla destra le rotaie della vecchia linea ferroviaria, ci muoviamo in direzione di Moccone, una frazione a poco meno di due chilometri da Camigliatello. Passiamo davanti al mercato che nei fine settimana ospita le aziende locali che vendono prodotti tipici silani. A Moccone troviamo una sorgente, un fruttivendolo ed un piccolo bar/supermarket. Proseguiamo lungo la SP256 in direzione Fago del Soldato.

Superato il ponte, sopra il quale passano le rotaie del caratteristico treno a vapore ancora in funzione, inizia la salita e la tranquillità dei boschi silani.
Il faggio e il pino laricio sono le specie dominanti di questa foresta, i rami a volte formano delle vere e proprie gallerie naturali.
Dopo meno di dieci chilometri dal centro di Camigliatello siamo giunti a più di 1600 metri di altezza, ai piedi del Cristo di Monte Scuro. E’ d’obbligo una breve sosta da questo valico, per ammirare l’altopiano spettacolare e il lago Cecita.
Ripartiamo e, lasciando la SP256, seguendo le indicazione per Botte Donato ci inoltriamo lungo la Strada delle Vette, che unisce appunto le tre cime più alte della Sila: Monte Scuro (mt. 1640), Monte Curcio (mt. 1768) e Monte Botte Donato (m. 1928). La strada si sviluppa in direzione ovest-est per 13 chilometri.

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E’ uno dei percorsi panoramici più belli della Calabria. Durante l’inverno non viene battuto e diventa pista per gli appassionati dello sci di fondo e per le passeggiate con le ciaspole.
In primavera, dopo che le nevi si sciolgono, la strada è di nuovo transitabile. Attenzione! Durante gli inverni più copiosi la neve rimane fino agli inizi di Giugno, si possono quindi trovare dei piccoli tratti con brevi cumuli di neve da percorrere bici in spalla! (al massimo 200 metri)
Il bosco a queste altezze diventa più rado, pini e faggi si alternano a praterie ed è frequente, nei mesi estivi, incontrare mandrie di vacche allo stato brado.

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A poco più di 5 chilometri da Monte Scuro si arriva ad una radura, il Macchione, la cui cima è Monte Curcio. Qui si vedono le tipiche capanne dei vaccari, piccole strutture di legno e lamiera, fin dalla costruzione magazzini di montagna per i pastori e per un tempo rifugio dei briganti ricercati dai piemontesi e protetti dalle nostre comunità durante l’unità d’Italia.

Macchia sacra, Monte Curcio
Macchia sacra, Monte Curcio

Un altro paio di chilometri, sempre rigorosamente in leggera salita e si apre davanti a noi il pianoro di Macchia Sacra, un territorio che si è conservato allo stato naturale. Proseguiamo lungo la strada delle vette e ci rifocilliamo dissetandoci alla freschissima acqua di sorgente che sgorga dalla fontana del colonnello.

Percorrendo discese e salite tra la fitta vegetazione del Gran Bosco d’Italia arriviamo poco sotto Botte Donato, la cima più alta dell’altopiano, da cui godiamo di un’invidiabile panorama a 360 gradi; il Lago Arvo con la vallata di Lorica, i due mari Ionio e Tirreno, le cime del Massiccio del Pollino, il Lago Cecita, il Monte Etna e le isole Eolie tutte insieme, nei giorni limpidi, si vedono solo da qui!

Lago Arvo
Lago Arvo

Durante l’inverno questa zona diventa una stazione sciistica. Gli impianti sono stati appena ripristinati e dalla stagione 2016/2017 aprirà un piccolo ski-resort con 4 impianti e circa cinquanta chilometri tra piste da sci di fondo e discesa.

Impianti di Lorica / Botte / Donato
Impianti di Lorica / Botte / Donato

Facciamo un paio di chilometri e poi giù per 600 metri di dislivello tra ripide discese, tornanti panoramici e rettilinei che regalano forti emozioni (attenzione all’asfalto, in alcuni tratti non è in buone condizioni).
La pendenza diminuisce e si arriva ad un incrocio con un piccolo altare ed una croce, dei segnali del CAI (Crocifisso dei Grimoli) e l’insegna di una trattoria affissa sul tronco di un albero.

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Svoltiamo a destra e seguendo la strada ci troviamo sulle sponde del Lago Arvo che prima di lasciare il villaggio ci riscalda l’anima e regala serenità.

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Sulla strada del ritorno lambiamo i villaggi rurali di Rovale, Silvana Mansio, S. Nicola e Sculca (SP211), alternando lievi salite a gentili discese, tra campi coltivati a patate (prodotto IGP) e praterie di mandrie allo stato brado. Continuando a mantenere a vista d’occhio la SS107, superiamo lo svincolo di Croce di Magara e facciamo ritorno a Camigliatello Silano.
Le strade provinciali a queste altezze sono praticamente deserte, eccetto sporadiche auto e qualche altro ciclista/escursionista.

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La ricompensa di questa giornata è data dai paesaggi, gli odori e la bellezza di questa montagna così poco abitata e conosciuta, ma tanto incontaminata e spettacolare da guadagnarsi il riconoscimento di Riserva MAB UNESCO.

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