Faraone Antico – Torricella Sicura: alle pendici dei Monti Gemelli
Per la nostra campagna “Dal terremoto alla bici”, un itinerario tra il borgo abbandonato di Faraone Antico e Torricella Sicura
Lo scorso dicembre diverse scosse di terremoto si sono verificate nell’entroterra teramano e in particolare nel territorio di Valle Castellana. Suggerisco perciò di non entrare nei borghi disabitati e prudenza nei pressi dei ruderi.
Faraone Antico, frazione di Sant’Egidio alla Vibrata, si trova in provincia di Teramo. Si tratta di un borgo abbandonato dagli anni cinquanta del secolo scorso. Si segue la SP2 in direzione Villa Lempa, si svolta per la SP54 in direzione Cerqueto, dopo circa 5 km sulla SP54a si svolta ancora a destra sulla SP53 verso San Giacomo, al confine tra Abruzzo e Marche. Da San Giacomo si scende a San Vito, si segue la SP69 fino a circa 3 km oltre Cerro, si svolta a destra pedalando fino ad alcune stalle, si svolta a sinistra, si avanza tra i faggi superando il punto in cui si vede in basso Leofara. Senza scendere a Leofara si procede verso il borgo abbandonato di Piano Maggiore, si percorre nella faggeta la via per il passo di Pietra Stretta, si scende a Valle Piola. Da Valle Piola si torna indietro per un paio di chilometri e si riprende la via per Poggio Valle e Torricella Sicura.
70 km, più o meno, in massima parte nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, pedalando su asfalto e vie di breccia.
Giro cicloeremitico, ideale per chi vuole addentrarsi nell’Appennino dimenticato. Faggete ombrose, borghi lasciati e terra di ieri. I paesi di una volta sono vuoti. Si va in visita all’abbandono. Faraone Antico, Piano Maggiore, Valle Piola.
Le case vecchie sono esposte ai sobbalzi della terra. Qualcuna cede, altre si tengono, stanno vicine, stanza a stanza, muro a muro, ne cade uno cadono tutti. Reggono per giorni o quanti anni ancora. Sembra la più onesta delle resistenze.
I terremoti non sono novità in centro Italia, in passato hanno contribuito all’abbandono di paesi, alla dispersione di contrade consistenti. È il caso di Faraone Antico e di altri borghi disabitati d’Abruzzo, come Frattura Vecchia, distrutta dal terremoto della Marsica del 1915, letale per trentamila persone.
Nonostante le cose, le comunità hanno saputo vivere in luoghi difficili, occuparsi di terre scoscese, ricavarne sostegno. E realizzare piccole economie autonome ottenendo il massimo da territori aspri.
Oggi s’incontrano fontane, poco prima di Piano Maggiore, o anche a Valle Piola. Luoghi abbandonati ma con disponibilità d’acqua. Da pensare che se vivono le fontane l’Appennino è in ogni caso abitabile.
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