Date alla bicicletta il Premio Nobel per la pace

La bicicletta non alimenta i conflitti, non provoca vittime della strada, non inquina e, come ricorda Didier Tronchet, «nessuna invasione è mai stata fatta in bicicletta». Per questo pedalare è un gesto di pace e il Comitato di Oslo dovrebbe avere il coraggio di prendere una decisione storica: assegnare alla bicicletta il Premio Nobel per la pace.

John Lennon e Yoko Ono ad Amsterdam durante un "bed-in" di protesta contro la guerra in Vietnam. Davanti a loro una bicicletta bianca, icona dei provo.

John Lennon e Yoko Ono ad Amsterdam durante un “bed-in” di protesta contro la guerra in Vietnam. Davanti a loro una bicicletta bianca, icona dei provo.

La bicicletta non causa guerre. Se in tutto il mondo si utilizzasse la bici al pari di Olanda e Danimarca si ridurrebbe di molto il fabbisogno di petrolio della collettività che è causa di molti conflitti in giro per il pianeta.

La bicicletta difficilmente è in grado di causare incidenti stradali con vittime o feriti gravi. Il triste bollettino italiano parla di 3600 morti l’anno e 260 mila feriti a causa dell’incidentalità stradale, senza contare il dramma di migliaia di parenti e amici. Nel mondo sono 1,3 milioni le persone che muoiono ogni anno a seguito di incidenti stradali causati dal traffico motorizzato.

La bici non inquina, non butta aria puzzolente nei polmoni, risparmiando le persone dal rischio di malattie. Anzi la bicicletta aiuta a restare in salute e a Strasburgo addirittura i medici da due anni possono prescrivere a determinati pazienti alcune ore di uso della bicicletta.

La bicicletta ha avuto un ruolo cruciale nei movimenti di liberazione e resistenza di molti paesi, tra cui ‘Italia. Durante l’ultimo conflitto bellico, nel nostro paese la bicicletta è stato il mezzo di trasporto privilegiato dalle staffette partigiane che trasportavano preziose informazioni sulle operazioni in corso. Come non ricordare oppure le pedalate di Gino Bartali che usando la sua bicicletta per trasportare documenti falsi mise in salvo ottocento ebrei dalle persecuzioni.

Viaggiare in bicicletta è un modo umile di presentarsi ai popoli. Non a caso i cicloviaggiatori sono accolti ovunque con favore: la bici è un mezzo che comunica rispetto e avvicina i popoli.

La bicicletta è un mezzo di crescita per i bambini, poiché li rende autonomi e indipendenti: adulti. Proprio nel 2012 durante Velo-city è arrivata la proposta di inserire la bicicletta nella carta dei diritti dell’infanzia dell’ONU.

La bicicletta è il mezzo più democratico, perché permette a tutti di muoversi, poveri e ricchi, e per questo riduce le differenze sociali. Ma è anche un mezzo altamente meritocratico: in bici non ci sono aiutini e solo i più bravi vanno avanti.

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