Ogni mattina durante la riunione di redazione discutiamo di temi ed argomenti correlati al mondo della bicicletta per decidere cosa pianificare, cosa condividere sui social, quali storie seguire e approfondire.
Qualche giorno fa abbiamo intercettato una notizia “carina”: in Cina da Zhengzhou a Kaifeng, percorrono in bici 50 km in gruppo per andare a mangiare i ravioli. Succede da giugno, quando questa pedalata notturna filmata e condivisa sui social è diventata virale. Avrete sicuramente visto i video che immortalano centinaia (migliaia?) di ragazzi in bici che si spostano insieme.
Una notizia curiosa e interessante anche dal punto di vista economico. Infatti, ha significato anche un bell’aumento di incassi per i commercianti di Kaifeng, che hanno cambiato persino gli orari di apertura degli esercizi per rifocillare i ciclisti notturni. La polizia e le altre forze dell’ordine inizialmente hanno scortato i ragazzi, cercando di garantire un po’ più di sicurezza. Tutti contenti, una bella notizia legata alla bici.
E allora parliamone, ci siamo detti. Poi però abbiamo esitato, chiedendoci a che pro. Ne avevano già parlato altri, riportando la notizia come un fatto di colore locale, sottolineando in alcuni casi la forza della viralità social, in altri suggerendo che potesse essere un’operazione di marketing turistico nato per caso e forse incentivato in un secondo momento dalla città di Kaifeng.
Non avendo purtroppo un corrispondente in Cina a cui chiedere un racconto diverso, un’altra prospettiva, abbiamo deciso di lasciar cadere l’argomento.
Qualcosa è cambiato
Negli ultimi giorni però il racconto è cambiato. Le autorità, per questioni di ordine pubblico e sicurezza, hanno vietato le pedalate. Perché?
L’ultima pedalata ha raccolto la partecipazione di 100 mila ragazzi in bici. Tantissimi, difficili da gestire, dicono. Creano problemi alla circolazione. E al trasporto pubblico, perché molti di loro arrivano in bici – con quelle del bike sharing – e le lasciano in giro per tornare a casa in treno. Sono troppi. Le stesse aziende di bike sharing hanno bloccato il servizio.
Nonostante non pare esserci un messaggio politico dietro queste pedalate, si è deciso che è giunto il momento di smetterla. Basta disturbare con le due ruote e i campanelli.
I precedenti: Tienanmen e il 2022
E allora anche per noi è arrivato il momento di parlare di 100 mila ragazzi che salgono in bici e percorrono 50 km insieme. Perché 100 mila bici fanno paura.
Fanno paura perché potrebbero condividere non solo un momento di svago o un piatto di ravioli, ma anche un’occasione di confronto. Allora impediamo che diventino virali le passioni, i pensieri, la voglia di cambiamento. I desideri di democrazia e di uguaglianza. Perché è nel momento in cui ci si confronta con l’altro che possono nascere le rivoluzioni. E i regimi non le possono permettere le rivoluzioni.
Men che meno in bicicletta. Soprattutto in Cina. Perché forse ci siamo dimenticati o abbiamo rimosso quello che successe nella primavera del 1989, quando a Pechino gli studenti universitari andarono in bicicletta a Piazza Tienanmen. Si univano alle proteste pro-democrazia, furono massacrati dalla sanguinosa repressione da parte dell’esercito cinese. Un momento talmente tragico, che ancora oggi Tienanmen è uno dei tabù politici più sensibili in Cina.
Ma in tempi più recenti (a fine del 2022) furono sempre i giovani a scendere in strada nelle principali città cinesi o a riunirsi nei campus universitari per protestare contro le rigide restrizioni anti-Covid di Xi Jinping, in una delle sfide più straordinarie al potere del Partito Comunista degli ultimi decenni.
La bicicletta, simbolo di democrazia e mezzo di pace
“La bici è il mezzo di locomozione più democratico a disposizione dell’umanità: non causa guerre, non inquina, riduce gli incidenti stradali, elimina le distanze tra i popoli, è uno strumento di crescita per l’infanzia, e in passato è stata usata dai movimenti di liberazione e resistenza” – questa la motivazione di Caterpillar per la candidatura della Bicicletta al Premio Nobel per la Pace nel 2016.
Candidatura che noi di Bikeitalia avevamo già proposto nel 2014, perché non solo la bicicletta non alimenta i conflitti, non provoca vittime della strada e non inquina, ma ha avuto un ruolo cruciale nei movimenti di liberazione e resistenza di molti paesi, tra cui l‘Italia. Si pensi alle staffette partigiane e alle pedalate di Gino Bartali che, usando la sua bicicletta per trasportare documenti falsi, mise in salvo ottocento ebrei dalle persecuzioni.
La bicicletta può unire le persone. Può fare la rivoluzione.
se solo fosse realizzato e concesso alle bici lo spazio in TV che è concesso alle pubblicità di auto e cellulari…forse qualcosa in più si muovere
Ecco un motivo per cui a chi utilizza la bici dovrebbe essere riconosciuto uno sgravio fiscale in quanto non soggetto inquinante né, per il suo stile di vita, gravante sulla sanità pubblica. Per non parlare del suo ruolo di pacifista per la fragilità e il disarmo, insieme al pedone, a cui espone la sua persona.
La BICICLETTA: RIVOLUZIONE CHE PARTE INNANZITUTTO DA NOI SINGOLI INDIVIDUI.
Esperienza di un padre di famiglia che ha sempre creduto nell’utilizzo della bici, e si è chiesto; COSA POSSO FARE IO?
COMUNICARE IN SILENZIO CON IL “FARE”, CON L’AZIONE, L’AGIRE.
COMUNICAZIONE VISIVA E NON VERBALE.
PRATICA DI 7 ANNI DI SOLA BICICLETTA. NO MOTORI. 70.000km percorsi.
CAMBIARE STILE DI VITA PRIMA DI ESSERNE OBBLIGATI è possibile e questa esperienza ne è una dimostrazione.
I KM + INTERESSANTI? QUELLI DEI VIAGGI PER RECARMI AL LAVORO, PER TUTTA UNA SERIE DI MOTIVAZIONI.
Abito a Borgo Valbelluna (BL), in questa provincia da 9 anni, di cui gli ultimi 7 li ho fatti con la SOLA BICICLETTA (PER SCELTA) come mezzo di trasporto per recarmi al lavoro, viaggi avventura e qualsiasi altra necessità.
Dopo 7 anni posso confermare; la VOLONTÀ individuale, rende possibile l’utilizzo della sola bicicletta in tutte le stagioni, anche in zone geografiche difficili come quella di Belluno.
Di cose da dire ce ne sarebbero molte.
Fin da giovane ho sempre utilizzato la bicicletta anche se in possesso di mezzi motorizzati.
Direziono il pensiero alle giovani generazioni convinto che siano particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici, ma tutti con le nostre azioni quotidiane possiamo FARE qualcosa. Lo scopo è aumentare la consapevolezza di questo e AGIRE per migliorare, ricorrendo all esempio con fatti senza utilizzare la violenza e o tante parole inutili. Vivendo concretamente la vita nei nostri gesti quotidiani riusciamo nostro malgrado ad inviare messaggi a chi ci osserva (come natura insegna) evitando l’utilizzo della parola. La parola la lasciamo agli altri semmai per documentare quello che si può riuscire a fare singolarmente (come sto facendo).
Account utilizzati sui social:
Istagram: @penetrail e @ciclosenso (su ciclosenso un POST all’anno circa)
facebook: Penetrail Fertilità Fantasiose e ciclosenso