Quando vado in bici sono praticamente sempre contento, ma a volte lo sono più del solito e questo accade in particolar modo quando vado con qualcuno che pedala per la prima volta in posti nuovi o ancor meglio fa la sua prima avventura in bici; vedere lo stupore nei suoi occhi mi fa rivivere alcuni itinerari fatti tante volte in maniera totalmente nuova e mi fa tornare a quando andavo ancora a scuola e durante le vacanze inforcavo la mia prima bici da montagna per andare a scoprire i boschi e le montagne di Folgaria, Lavarone e Lusérn.
Oggi per semplicità (e anche un’ottima operazione di marketing territoriale) questi tre comuni sono chiamati Alpe Cimbra, come l’azienda di promozione turistica che li accomuna, in omaggio all’antica popolazione che li abitava e che in alcune parti, come a Luserna, parla ancora questa lingua di origine germanica. Ho trascorso le mie estati assieme ai miei nonni, persone semplici e genuine, sull’Alpe Cimbra, in queste zone così verdi e così perfette per la mountain bike. Parecchie di queste strade sterrate, non dobbiamo mai dimenticarlo, sono state costruite con scopi militari un secolo fa per la Prima Guerra Mondiale. Oggi sono invece un paradiso per la mtb da tutti i punti di vista: le pendenze non sono mai proibitive, i panorami sono ampi, vi sono freschi tratti nel bosco e soleggiati chilometri attraverso prati. Molto interessante, inoltre, il connubio sport e storia, con i tracciati che collegano varie fortificazioni austro-ungariche tutte visitabili.
Mappa
Altimetria
Oggi assieme a due amici faccio un giretto breve ma molto bello e divertente, che ho trovato sul nuovo sito dell’apt locale nella sezione mountain bike. Ce ne sono diversi: questo è perfetto per chi non ha grande dimestichezza con le mtb, è poco allenato o ha solo poco tempo libero.
Col mio amico catalano Xavier, che non conosce queste zone, salgo a Folgaria dove abbiamo appuntamento con Marco, che è un vero atleta ma ieri si è infortunato e siccome non vuole rinunciare al giro con noi, ci dà appuntamento da Moda Sport alla frazione Costa, dove noleggia una bici con pedalata assistita. Nei minuti passati assieme in negozio, io e Xavi incuriositi dalle fat bike, decidiamo di prenderne una a noleggio per un paio di ore.
È una giornata perfetta, cielo blu e nuvolette bianche! Marco, visto che è con la bici elettrica si porta anche la reflex!
Saliamo dalla conca di Costa, soleggiata fino alle nove di sera in questo periodo, con una facile salita che passa per Maso Spilzi, un compendio architettonico molto particolare, a metà fra un maso agricolo ed una fortezza, risalente al XVIII secolo. Oggi è sede di un piccolo museo etnografico nell’ala che un tempo accoglieva il fienile, e di un raffinato ristorante e della club house del campo da golf attiguo. Raggiungiamo passo Sommo e scorgiamo una stradina in mezzo al bivio tra Fiorentini (a dx) e Lavarone (a sx) che scende dolcemente verso l’abitato di Perpruneri e quindi a quelli di Tezzeli. Se la breve salita ci aveva già fatto entrare nel mondo dell’avventura in bici, l’arrivo a Tezzeli ci catapulta direttamente nel passato. Queste due frazioni sono rimaste come un tempo, con le case in intonaco bianco e gli scuri in legno, il tetto a due falde e senza ornamenti. Ho sempre adorato questi due villaggi perché sono autentici.
Scendiamo oltre il paese, fino alla segheria dei Mein, in funzione fino al 1975 ed oggi visitabile su appuntamento tramite l’apt locale; poteva funzionare solo grazie ad una adeguata portata d’acqua che potesse muovere la grande ruota del mulino, quindi non d’inverno quando era tutta ghiacciata. La posizione in mezzo al bosco e in questo meandro di valle incantata rendono questo luogo di grande impatto emozionale.
Torniamo a Tezzeli e devo confessare che la fat bike era più simpatica in discesa, dove coi suoi ruotoni tenuti a pressione bassa è più facile da guidare di una comune mtb, anche ammortizzata. Comunque la salita non è impegnativa e giunti a San Sebastiano, possiamo osservare i due villaggi di poco fa da una prospettiva idilliaca. Incontriamo una biker che osserva la simpatica ed interessante installazione che mostra tutte le essenze lignee presenti sul territorio e la convinciamo ad andare a visitare la segheria e Tezzeli.
Torniamo a passo Sommo percorrendo l’unico tratto di strada provinciale, per goderci la discesa, accanto alle 18 buche dei campi da golf, verso Costa immersi nel verde.
Riconsegnata la bici a Moda Sport, ci fermiamo per una merenda a “l’Alpe” un ristorante wine bar moderno alpino dove spiccano i quadri di Andrea Bertolini, un artista di Rovereto che dipinge paesaggi di montagna con sciatori, scalatori, in maniera molto creativa ed elegante.
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