Garda Trentino: il Giro della Busa in bicicletta

Garda Trentino: il Giro della Busa in bicicletta

Un facile giro panoramico in bici che può essere percorso anche con una mountain bike, una city bike, una gravel bike e ovviamente una e-bike, affrontando piste ciclabili, strade asfaltate, di cemento, o sterrate ben battute.

San Floriano

San Floriano

Oggi con mia moglie Carla ci facciamo scorrazzare dal nostro giovane amico Carlo per le sue zone, quelle dell’Alto Garda, in un facile giro panoramico in bici che può essere percorso anche con una mountain bike, una city bike, una gravel bike e ovviamente una e-bike, affrontando piste ciclabili, strade asfaltate, di cemento, o sterrate ben battute.

Quella che propongo qui è una delle tante varianti del cosiddetto Giro della Busa (così viene da tutti chiamata la porzione di Trentino che si estende a nord del Lago di Garda, attorno ai comuni di Arco, Riva del Garda e Nago Torbole, fino a quello di Dro). Busa è un termine dialettale che definisce una buca, ma non si tratta di una buca, bensì di una zona pianeggiante dove emerge il Monte Brione, che separa Torbole da Riva del Garda, e attorno alla quale sorgono possenti montagne, di 2000 metri.

Lago di Garda

Questo giro è l’ideale a inizio stagione per ciclisti che poi si dedicheranno a imprese più faticose una volta fatta la gamba, o a famiglie e neofiti che vogliono gustarsi in sicurezza e tranquillità tratti di piste ciclabile e stradine secondarie; Carlo (che ha 28 anni, mentre noi più di 40) per la fine del giro ci ha preparato una sorpresa.

Mappa

Altimetria

altimetria-busa

Traccia gps | Mappa kml

Partiamo da Arco, una cittadina oggi di 15 mila abitanti (come la vicina Riva, con cui c’è una storica rivalità); c’è un grande parcheggio gratuito a due passi dal centro storico in zona Caneve. Fino a pochi anni fa, sui cartelli di accesso all’area urbana, sotto la scritta ARCO si leggeva “luogo di cura e soggiorno”, in tedesco semplicemente Kurort fin dai tempi in cui l’imperatrice Sissi d’Austria veniva a passare l’inverno nella villa che l’arciduca Alberto, cugino del’imperatore Francesco Giuseppe aveva fatto costruire per lei nel 1873. Ad Arco vi è anche una fonte termale ed un antico sanatorio, il Kurtort (che è un soprannome molto diffuso anche oggi) non era solo una nobile stazione di villeggiatura col clima mite; oggi invece grazie alla conformazione geomorfologica del territorio e a quel clima mite che permette di arrampicare d’inverno a temperature molto favorevoli, la città è divenuta da almeno vent’anni una meta mondiale dell’arrampicata.

Riva del Garda

Riva del Garda

Aggiungiamo la bicicletta e gli sport d’acqua, Arco è un paradiso dell’outdoor. Attraversiamo via Segantini, dove si rimane impressionati dalla densità di negozi di abbigliamento ed equipaggiamento per l’outdoor, di tutte le marche. Superiamo la Chiesa della Collegiata e percorriamo il viale delle Palme con il casinò e le verande in stile liberty. Ci dirigiamo verso l’abitato di Chiarano, dal quale resteremo sempre al bordo della Busa, alle pendici delle montagne. Qui le salite, se si prendono, salgono bruscamente; noi invece rimaniamo bassi, tra borghi meno trafficati del centro, ma molto popolati, tra ville moderne e stradine con un sapore d’altri tempi, come Varignano. Da qui passando per Ceole, con qualche salitella leggera arriviamo alla frazione Varone di Riva del Garda, dove una gola con una cascata attrae da sempre tanti turisti. La visita costa € 5,50 ed è possibile utilizzare il parco per sostare, anche per un pic nic.

Cascata di Varone

Cascata di Varone

Questa parte occidentale della Busa e le frazioni del comune di Tenno sono particolarmente ricche di trattorie dove servono in varie ricette la carne salada, una carne bovina molto speziata (e ovviamente salata) tipica in tutto il Trentino, ma qui tradizionalmente molto più diffusa che altrove. Attraversata la tata la SS241 ci mettiamo nella tranquilla via Marone e quindi in via Ardaro, che scende dolcemente verso Riva del Garda.

Una volta giunti nel centro pedonale raggiungiamo il lago di Garda e lo costeggiamo facendo attenzione ai pedoni. Qui siamo passati dal paradiso dell’arrampicata a quello della mountain bike e del wind surf, con migliaia e migliaia di turisti (circa il 50% viene dal mondo tedesco). Ci siederemmo volentieri per mangiare un gelato come dei veri turisti in piazza, davanti al Castello, ma Carlo insiste per portarci in un posto con un gelato veramente “buonazz’”. Quelli della Busa usano spesso a livello colloquiale questa forma di superlativo, in tutte le salse, giovani e anziani. Non è il massimo dell’eleganza (ma d’altronde il nostro dialetto trentino non lo è mai), ma mi fa sorridere e finisco per dire anch’io “bellazz’” quando quando iniziamo a pedalare per la ciclabile lungo lago.

Porto San Nicolò

Porto San Nicolò

Arriviamo al porto San Nicolò, attraversando la spiaggia dei Sabbioni dove i rivani si mischiano ai tedeschi e provo una certa invidia a pensare di avere una spiaggia in città dove fare magari una pausa pranzo o un aperitivo anche durante la settimana lavorativa. A 150 m da Porto San Nicolò verso il centro di Riva sulla strada provinciale (sempre molto trafficata) c’è la gelateria Flora di cui parlava Carlo. Troviamo a fatica un tavolino libero e pranziamo con una coppa gelato veramente deliziosa. Tornati a Porto San Nicolò, ci fermiamo all’omonimo forte austro ungarico, un edificio militare costruito a presidio del territorio (allora dominato dall’impero asburgico) assieme ad altre fortificazioni, tra cui quella sul Monte Brione sopra di noi. Osserviamo le barche ormeggiate, mosse dall’Òra che rinfresca questa calda giornata di maggio.

Torbole

Torbole

Giunti a Torbole seguendo la pista ciclopedonale lungo il lago, arrivati alle foci del fiume Sarca imbocchiamo la pista ciclabile che in 5 km ci riporta ad Arco, accanto al corso d’acqua, dal quale ci spostiamo solo per una breve incursione avventurosa (adatta a tutti, con 2 minuti di salita) alle pendici del Monte Brione (seguire la traccia gps) per poi ritornare sulla pista ciclabile e raggiungere il parcheggio di Caneve.
Abbiamo percorso finora 23km con 300m di dislivello positivo, appena percepiti.

Torbole

Torbole

Carlo ci propone di non finire qui e noi accettiamo, lo seguiamo verso l’abitato di Bolognano (2km, in leggera salita al 3-4%) dove scopriamo la chiesetta di San Floriano, un’architettura sacra molto antica col nucleo originario del IX secolo e aggiunte in stile romanico e gotico del XIII secolo. Molto bella, semplice, quasi stonano gli elementi quattrocenteschi in marmo rosso. E’ un luogo molto tranquillo questo, con il sagrato sterrato ed una vista favolosa sull’intera Busa.

San Floriano, panorama Busa

San Floriano, panorama Busa

Il giro potrebbe concludersi qui, tornando alle auto con 27km e 400m scarsi di dislivello ma… Carlo lancia un’idea a cui non riusciamo a dire di no: andiamo a vedere il Lago da un castagneto con una prospettiva speciale, su tutto l’intero bacino del Garda.

Dorsale delle 3 Croci

Dorsale delle 3 Croci

La salita è di 4km e sale di 400m, quindi è breve ma abbastanza impegnativa e la sconsigliamo a chi non ha allenamento; non ha alcuna difficoltà tecnica, essendo uno sterrato ben battuto. Si giunge in un punto con un panorama completo sul lago di Garda e si intravede Sirmione, a 60km da noi.

Dorsale delle 3 Croci

Dorsale delle 3 Croci

Vi sono delle antiche fortificazioni che visitiamo a piedi, lasciando le bici in un punto chiamato Dorsale Tre Croci. Grazie Carlo valeva proprio la pena arrivare qui!
Scendiamo per la stessa strada, oppure, come indicato nella traccia gps, una volta scesi alla strada principale dal bosco, la percorriamo fino a Nago per 1,8km e imbocchiamo il lungo divertente sterrato al punto panoramico sulla strada che porta a Torbole, col quale ritorniamo ad Arco attraverso ulivi e campagne.

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Dorsale delle 3 Croci

Dorsale delle 3 Croci

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