Itinerari

Da L’Aquila a Cocullo, il paese dei serpari

Per la nostra campagna “Dal terremoto alla bici“, un itinerario abruzzese che passa per l’Altopiano delle Rocche

Paesaggio di montagna

Pagliare di Tione

Da L’Aquila si pedala in direzione San Martino d’Ocre sulla Strada Regionale 5 bis, poi sulla SS 5 bis. Si sale a Fonte Avignone sulla SP38 fino a Terranera. Volendo si può uscire dal percorso e visitare l’Altopiano delle Rocche, raggiungere Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio per tornare a Terranera dove si prende la via del Cimitero in direzione delle Pagliare di Fontecchio e delle Pagliare di Tione, distanti circa 10 km dall’imbocco della carrareccia. Si prosegue verso Secinaro, poi verso Castelvecchio Subequo e Castel di Ieri. Sulla SP 9 si pedala verso Goriano Sicoli e alla fine Cocullo. Circa 75 km su terreno misto, asfalto e breccia.

Casale

Partendo da L’Aquila si viaggia in direzione sud/sud-est. Dopo Terranera, guardando a sud-ovest, si vede la cresta brulla del Monte Sirente. La strada bianca supera il bosco verso le Pagliare di Tione, dove in passato si praticava la transumanza verticale. Nei mesi estivi si spostavano le greggi in quota, d’inverno si riportavano in valle. Si accede al borgo su un selciato di pietra, tra i cespugli di rosa canina. Tipiche sono le abitazioni di due piani. Al piano terra c’era la stalla, al primo piano il fienile che era anche ricovero del pastore. Le case sono disposte intorno al grande pozzo al centro del borgo. Due rampe di gradini scendono al livello dell’acqua.

Chiesa arroccata

Chiesa SS Trinità, nei pressi delle Pagliare di Tione

La chiesa dedicata alla Madonna di Loreto è spesso chiusa. Un luogo pensato forse come definitivo, ora è vuoto. L’uomo non ci abita più, viene qualche volta, si meraviglia e ancora se ne va. È interessante far caso ai nomi, ripeterli tra le pedalate, sorprendersi notando che i nomi raccontano i luoghi, che sono descrizioni efficaci, puntigliose. Terranera, Rocca di Mezzo, Castelvecchio Subequo.

Castel di Ieri è il paese dove agli inizi del novecento risiedevano milleseicento persone mentre oggi poco più di trecento. Si può pedalare per i vicoli, avvicinarsi alla torre a base quadrata d’epoca normanna. Si può visitare il tempio italico, luogo di culto del popolo antico dei Peligni.

Castel di Ieri

Poi verso Cocullo, il paese dei serpari, oggi abitato da duecentoquaranta persone. Altro borgo incluso nel reame in abbandono dell’Appennino centrale. Il santo patrono è San Domenico, rappresentato con un ferro di mula in mano, oggetto utile in passato anche per marcare gli animali allevati, a scopo preventivo, secondo credenza per protezione dai morsi di cani idrofobi, lupi, serpi. Ogni primo di maggio si svolge la festa dei serpari, San Domenico viene portato in processione avvolto dai cervoni. È l’occasione per toccare un serpente docile e innocuo, che può raggiungere i due metri di lunghezza ed ha le tipiche quattro bande nere longitudinali.

Serpente

Era conosciuto come pasturavacche, o serpa lattara, in quanto si diceva fosse ghiotto di latte, e che succhiasse le mammelle degli animali al pascolo.
La vicinanza culturale al serpente non è novità, anzi era tipica negli usi del popolo antico dei Marsi, stanziato nella zona del Fucino, secondo leggenda in grado di guarire i morsi dei rettili con la propria saliva.

Sepente
Dopo la festa le vie tornano vuote, ma può capitare di vedere una donna con la borsa della spesa attraversare la piazza e scomparire in un vicolo. In certi paesi ci sono abitanti sconosciuti, protagonisti di vite anonime e indaffarate. Stanno bene dove si trovano senza dichiararlo. Incontri che non ti aspetti, sono un piacere, come le migliori sorprese.

Mappa

Altimetria

laquila - cocullo

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