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Le Isole Faroe in bicicletta: un viaggio ai confini del mondo

Le Isole Faroe in bicicletta: un viaggio ai confini del mondo

Le Fær Øer (o Isole Faroe) dove stanno? Sono quelle vicine all’Argentina? Ma dici le Svalbard? Sono Svedesi? Norvegesi? Cosa c’è da vedere? Cosa si mangia? Premesso che non ne sapevo molto pure io, queste erano le domande che quasi tutti mi facevano quando dicevo che sarei andato in queste isole in bici.

Le Faroe sono 18 isole vulcaniche piantate nell’Oceano Atlantico tra la Norvegia, la Scozia e l’Islanda. Sono danesi, anche se autonome, e sono abitate da circa 50 mila persone e 70mila pecore. Dire cosa c’è non è semplice, dire cosa non c’è invece lo è. Non ci sono boschi e tantomeno alberi, non ci sono comode spiagge, non c’è vita notturna, i pochi bar aprono alle 12 e chiudono alle 18, non vai per musei o a vedere musical, non ci sono orde di turisti, non ci sono negozi di souvenir, se piove non ci sono ripari, se tira vento pure, tutto è diradato, sparso, spazioso, densamente spopolato.

Isole Faroe scogliera nell'isola di Suðuroy, crediti Paolo Ciaberta
Isole Faroe in bicicletta scogliera nell’isola di Suðuroy, crediti Paolo Ciaberta

Ogni isola del pianeta è per definizione un microsistema a sé stante, ognuna un universo parallelo con proprie regole, mondi in cui il senso di meraviglia, di diversità e di imprevedibilità si alternano di continuo durante il viaggio.

Per un cittadino del sud Europa come me queste isole del Grande Nord rispecchiano in tutto e per tutto queste peculiarità con il loro fascino sottile che imbriglia e cattura fatto di gente riservata ma cordiale, paesaggi silenziosi ma non privi di suoni, natura prorompente ma essenziale.

I luoghi sono spaziosi ma intimi, gli orizzonti mutano e si muovono con te. E ancora profumi e suoni d’oceano, piogge sottili, erba sui tetti, porti vichinghi e pirateschi che odorano di quadri di William Turner e di libri di Jack London.

Isole Faroe: come muoversi

Le strade

Non si viene qui per percorrere lunghe distanze, anche solo guardando la mappa ci si accorge subito che i km tra tutte le isole non sono molti, a compensare però non mancano le salite e di strade pianeggianti non ne ho viste. I sentieri sterrati sono pochi e spesso privati, si possono quindi percorrere a piedi ma non in bici, per lo meno ufficialmente. Le bici adatte per queste strade sono quelle da corsa o le gravel, una MTB serve a poco anche se nulla vieta di usarle.

Isole Faroe: la strada per raggiungere il villaggio di Gjogv crediti Paolo Ciaberta
Isole Faroe in bicicletta: la strada per raggiungere il villaggio di Gjogv crediti Paolo Ciaberta

I tunnel

Per collegare tra loro le isole, i Faroesi hanno scavato giganteschi tunnel nell’Atlantico, sì, esatto proprio sotto il mare. Al netto della suggestione che creano, rappresentano i tratti meno piacevoli da percorrere. Lunghi, bui, umidi di acqua che cola dai muri neri ed a una sola corsia da condividere con le auto che quando ti sorpassano fanno un frastuono dell’inferno. Ecco, in questi tunnel essere visibili con luci e catarifrangenti è obbligatorio.

Il meteo

Mi aspettavo un clima bipolare ma anche in questo sono rimasto sorpreso. Dalle mie parti può capitare che piova con il sole, ma l’intasamento di situazioni climatiche che ho incontrato lassù non mi era mai capitato. Avanzavo sull’asfalto contemporaneamente sotto la pioggia, le nuvole basse, il vento che faceva ondeggiare la mia andatura ed il sole che giocava a nascondino con le nuvole, spuntando fuori qua e là a creare dei quadri naturali spettacolari e inaspettati.

Per fortuna non ho mai avuto problemi di freddo, la Corrente del Golfo che abbraccia queste isole le rende climaticamente più temperate con una media a fine agosto di 10/12 gradi.

Come attrezzarsi con la pioggia faroese

Mai senza

In luoghi climaticamente più ‘facili’ mi capita di pensare, “ma sì, non c’è bisogno di portarsi dietro tutto: quando piove indosso il guscio, mi metto al riparo e aspetto che smetta”. Non vale da queste parti però. Le poche case che incontri non hanno balconi e puoi pedalare per ore senza trovare nessun tipo di riparo, che sia un locale, una tettoia qualsiasi, un albero…

Quando comincia a piovere non c’è da pensare, ci si infila la tenuta antipioggia e si pedala per ore finché non si arriva a destinazione.

Attrezzarsi per la pioggia alle Faroe crediti Paolo Ciaberta
Attrezzarsi per la pioggia alle Faroe crediti Paolo Ciaberta

Labbigliamento da pioggia completo risulta quindi essenziale, completo significa dai copriscarpe ai guanti fino alla cuffia per il casco, fermarsi e aspettare che smetta non è nelle opzioni.

A parte nei tunnel, anche quando piove o si attraversa una nuvola bassa è necessario essere ben visibili, per questo avere valide luci anteriori e posteriori è indispensabile per la sicurezza. Tutto il viaggio lo si condivide con le auto ed è più sicuro farsi vedere in tutte le condizioni climatiche.

Lungo la strada puoi incontrare degli autogrill o stazioni di servizio ma oltre a questi non ci sono bar o locali se non nelle due città più grandi Klaksvik e Torshavn, per cui avere con se sempre qualcosa da mangiare aiuta ad affrontare i tragitti più lunghi, nei villaggi si possono trovare dei piccoli market dove si trova frutta o snack vari che fanno orario continuato fino alle 22 e mi sono risultati molto utili ma, come anticipato, i villaggi non sono molti.

Gastronomia delle Isole Faroe

Il cibo

Premetto che ho sempre mangiato bene, certo non parlo alle stazioni di servizio dove trovi wurstel, caffè annacquati e un’infinità di schifezze dolciarie varie. Quando ci si ferma in un locale invece il buon cibo non manca, il pesce e la carne (soprattutto agnello) sono i piatti principali. E poi i crostacei, le alghe e gli ortaggi come patate, cavoli e rape.

Le Faroe sono famose per l’agnello fermentato, forse il patrimonio culturale più importante e peculiare che hanno, personalmente non sono a conoscenza di altri paesi nordici che per conservare gli alimenti non usano il sale o la classica affumicazione (la scarsa presenza di legna in tutto il territorio non permette questa pratica).

Il paesaggio è costellato di hjallur, ossia capanne di legno dove gli agnelli vengono appesi dopo la macellazione, con spifferi e aperture dalle quali si infila il vento salmastro dell’Oceano a caricare la carne di sapori, sapori pungenti e molto particolari.

Quanto costa viaggiare alle Isole Faroe in bicicletta?

I costi

So che è superfluo dirlo, ma il Nord Europa è caro, lo sappiamo tutti. È anche vero però che qui non hai molte distrazioni che ti portano a spendere. A parte nella capitale Torshavn, non c’è particolare vita notturna, locali o vie dello shopping – per cui le uniche spese da affrontare sono effettivamente il mangiare e il dormire. E questo fa la differenza.

Isole Faroe crediti Paolo Ciaberta
Isole Faroe in bicicletta crediti Paolo Ciaberta

Come spesso accade quando si viaggia, anche questi luoghi si possono comprendere solo attraversandoli. Mi vien da pensare che non è un viaggio per tutti, ma che nello stesso tempo tutti possono fare.

Non è necessario essere dei vichinghi o dei moderni avventurieri, bisogna però saper organizzare un cicloviaggio per condizioni climatiche ostili e variabili, ma soprattutto lasciarsi affascinare dal vento e dai capricci del clima, dalla pioggia che danza con il sole, dal silenzio e dagli ampi spazi vuoti, dai tetti delle case ammantati d’erba in continuo movimento di vento, dalle pecore sparse su infiniti pascoli e tutte queste caratteristiche ambientali che vanno a comporre un quadro bellissimo e che hanno reso il mio viaggio indimenticabile.

Alle Isole Faroe non ci sono gli intrattenimenti che ci si aspetta dai luoghi di vacanza ma c’è tutto quello di cui ho bisogno.

(Tutte le foto a corredo dell’articolo sono di Paolo Ciaberta)

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