La costa Est e la contea di Norwich non sono tra le più conosciute dell’Inghilterra. La regione è poco densamente popolata e non offre panorami mozzafiato, ma è la scelta ideale per chi vuole immergersi nella vera campagna inglese, lontano dalle grandi città e dalla campagna ricca del Sud dell’Inghilterra.
Scelgo questa meta per il mio primo week end di bici in tenda. Non sono una grande fan del campeggio, ma mi affascina la libertà di poter decidere spontaneamente dove e quando fermarmi, così come il fatto di poter essere completamente indipendente.
Compro una tenda ed un sacco a pelo a 10 sterline, li fisso sulla bici con due cavi elastici, e via, parola d’ordine: semplicità. Mi concedo di comprare però la guida alla Peddars Way che si rivelerà molto utile per le mappe. La via è ben segnata, ma a qualche incrocio è stato molto rassicurante avere la cartina.
La Peddars way non nasce come percorso ciclabile, ma come National Trail, ossia come percorso da camminare, aperto anche alle bici ibride o mountain bike. Il modo migliore per raggiungere l’inizio della via è arrivare a Thetford in treno. L’accesso della via alle biciclette si trova a circa 15 km di distanza (mentre quello pedonale è più a Sud ma non accessibile a causa di cancelli/scalini etc).
Mappa
Altimetria
Giorno 1
Arrivo in treno a Thetford (le bici non pagano in treno, ma se possibile è meglio prenotare), e raggiungere l’inizio della Peddars way è molto semplice. Trovo i cartelli di legno con l’iscrizione della ghianda, che vanno a contrassegnare tutti i National Trail inglesi, e imbocco il sentiero sterrato.
Questo è una linea retta lunga 60 km che mi avrebbe portata al mare. Resto subito colpita da quanto il sentiero sia dissestato, cosa molto inusuale per le piste ciclabili inglesi; si passa attraverso campi, pascoli e boschi, lasciandosi alle spalle parecchi piccoli villaggi. A differenza di altre zone d’Inghilterra qui la campagna è molto più piatta e nonostante sia un weekend lungo, in giro non c’è anima viva.
Nei paesini deserti che attraverso ci sono parecchi mercati con honesty box, costituiti da un carrello con i beni in vendita (fiori, ortaggi, marmellate, addirittura letame per concimare gli orti), etichettati con il prezzo, e di fianco una scatoletta (il box) dove lasciare il denaro. Ogni volta che ne vedo uno non riesco a trattenere un sorriso e a pensare che la loro presenza sia un testamento dello spirito dei piccoli villaggi che sto attraversando.

Honesty box
Dopo una 50ina di km arrivo a Castle Acre, un tranquillo villaggio rurale che ospita le rovine di un insediamento Normanno (castello, villaggio e Chiesa, sito protetto dall’English Heritage), costruiti durante l’XI e il XII secolo, dopo la battaglia di Hastings. La pista ciclabile passa di fianco alle rovine e permette di ammirarle da vicino. La mancanza di altri turisti, negozi ed infrastrutture rende l’esperienza un po’ surreale, cosa che succederà ancora un paio di volte durante questa mini avventura.

Castle Acre
I restanti 25 km sono molto più soleggiati, si percepisce che con ogni pedalata ci si avvicina al mare, e si ha la sensazione di essere nel mezzo della campagna a centinaia di km da grandi città. Intravedo decine di lepri e aironi che scappano al mio passaggio. Il sentiero è ora diventato un saliscendi divertente ma a tratti molto sconnesso. Non sono abituata ad avere la bici pesante, e questo mi costa una caduta che causerà fastidi al ginocchio per qualche settimana.
Sono molto vicina alla costa, e come indicato prontamente dalla mia guida, alla mia destra intravedo le pale del mulino della fattoria di Great Bircham, dove per pochissime sterline posso accamparmi per la notte. Arrivo alla fattoria nel pomeriggio, ho tempo per aggiustare una foratura alla bici, erigere la mia tenda e godermi il tramonto. Guardo con molto interesse (e un pizzico di superiorità!) gli altri residenti del campeggio, impegnati a scaricare, impacchettare, cercare, sistemare. Pensando che la semplicità sia la strategia migliore, chiudo la tenda e pianifico il tragitto del giorno seguente.

Mulino di Great Bircham
• Stanchezza: 5
• Soddisfazione: 10
• Lezioni imparate: anche in Inghilterra può servire la crema solare!
Giorno 2
Mi sveglio il giorno seguente pensando che avrei sacrificato un bel po’ di quella “semplicità” per una notte un po’ più comoda! Ora guardo gli altri campeggiatori riposati con un pizzico di invidia!
Il programma della giornata prevede di arrivare fino al mare e poi abbandonare il National trail per seguire la rotta 1 e poi 30 del National Cycle Network, arrivando a Cromer seguendo la costa, ma su strada invece che su sterrato. Il National Trail segue pressoché la stessa rotta ma dal qui in poi non è adatto alle bici. Il meteo non potrebbe essere più diverso dal giorno precedente, la mattinata è fredda, nebbiosa e grigia. I tanti anni di permanenza inglese mi insegnano a rallegrarmi che almeno sia asciutto. Impacchetto la tenda e in 10 minuti son pronta a ripartire.
Mi fermo a far colazione in un locale vicino al mare. La tipica colazione inglese è ideale per Ii cicloviaggi, riscalda, sazia, e fornisce carburante per pedalare per ore!
Purtroppo il mare non si intravede nemmeno dalla costa a causa della nebbia, quindi risalgo in sella alla volta di Cromer.
Le rotte del National Cycle Network sono ben segnalate e facili da seguire, una volta che si è imparato a tenere gli occhi aperti e identificare gli adesivi rossi e blu che le contraddistinguono. I primi chilometri sono davvero duri, il vento è contrario e ci sono salite dolci ma costanti che non ripagano nemmeno della fatica a causa del cielo grigio. Il paesaggio è ancora surreale, pochi villaggi, pochissime case, traffico praticamente pari a zero.
Dopo 30 km mi fermo a Burnham Market, il primo vero villaggio che incontro, e vengo sorpresa dalla cassiera di un piccolo negozio che mi risponde con qualche frase incerta in italiano e lo sforzo fa davvero tanto piacere. I chilometri che seguono sono decisamente più facili, al punto che quando arrivo ad Holkham Park decido di attraversarlo aggiungendo una decina di chilometri al percorso, piuttosto che proseguire dritta verso Cromer.
Si tratta di un complesso di più di 6 mila ettari di terreno coltivato e quasi 4 mila ettari di riserva naturale al centro dei quali è situata una Hall del 18esimo secolo. Dalla strada vedo in lontananza l’obelisco situato nel punto più alto del parco. Con l’energia ritrovata affronto il miglio in salita per raggiungerlo, rallegrata dal fatto che improvvisamente sono circondata da ciclisti.
A pochi metri dall’obelisco, SCHIAK! Penso sia caduta la catena. Invece è proprio rotta. Alcuni ciclisti si fermano ma nessuno ha con sé l’attrezzo per sistemarla. Chiedo consigli su dove andare/chi chiamare, ma loro scrollano le spalle confermando che “that’s a real problem you have now“. Comincio a spingere la bici a mano, constatando che 1) sono lontanissima da qualsiasi negozio di bici 2) comunque si tratta di una domenica di un weekend lungo (lunedì è vacanza) 3) sono lontanissima anche da qualsiasi linea ferroviaria/autobus/albergo. Dopo un paio di km vedo un bike hut, ossia una piccola cabina in cui noleggiano bici. Non c’è un’officina, ma il responsabile mi vende (a peso d’oro, ma a quel punto poco importa), una catena nuova di zecca. Ricomincio a respirare nuovamente e ritorno in sella.
Mi fermo per un pranzo veloce a Wells-next-the sea, un tipico paese di mare preso d’assalto da turisti del week end che passeggiano lungo la via principale, ma riparto in fretta, sono ancora soltanto a metà strada.
La rotta passa vicino a Binham Priory, i resti di un monastero benedettino del 1100 molto ben conservati (English heritage site).

Binham Priory
Gli ultimi 40 km comprendono non poche salite, ho il vento contro e la nebbia è diventata davvero fitta. Nonostante questo decido di seguire comunque la rotta del Cycle Network piuttosto che una strada adiacente la costa, di certo più diretta ma con un traffico maggiore. Finalmente mi imbatto in Cromer Hall, un’imponente villa in stile Gotico Tudor del 1875, e tiro un sospiro di sollievo in quanto la città non può che essere molto vicina.
Avrei voluto visitare Cromer, ma arrivo stremata e preoccupata dalle condizioni atmosferiche (il vento è forte, e penso alla mia tenda da 10 sterline).

Cromer Hall
Giorno 3
La seconda notte al campeggio è se possibile peggio della prima, e quando al mattino mi accorgo che la nebbia non si è diradata, invece di raggiungere Norwich in bici decido di andare in treno. Questa scelta mi permette di visitare brevemente Norwich e la sua cattedrale. Resto colpita da quanto la città sia deserta in questo lunedì mattina di vacanza, e dall’originalità dei suoi murales ed installazioni.
E cosi finisce il mio avventuroso week-end solitario in bici-campeggio. Sono stremata ma con la soddisfazione che solo un cicloviaggio di può dare (per quanto breve). La semplicità e l’abbandono delle comodità di tutti i giorni sono terapeutici. I gadget, i materiali di ultima generazione etc non sono essenziali. L’unica cosa di cui non si può fare a meno è la voglia di partire. lo spirito d’avventura e di adattamento.
• Stanchezza: 10
• Soddisfazione: 10+
Lezioni imparate:
1) Evviva la semplicità ma… un materassino e cuscino in campeggio sono essenziali!
2) Portare sempre con sé una catena di scorta!