Viaggiare

Un weekend tra i castelli del Vulture all’Agriturismo San Pietro

Un weekend in Basilicata, perché no? In tre giorni possiamo esplorare in bicicletta la zona del Vulture Melfese e visitare i suoi castelli. E magari prenderci un giorno in più di relax per assimilare tanta bellezza.

Per allontanarci dal consueto, possiamo andare a Rapolla e soggiornare all’Agriturismo San Pietro, dove si possono anche noleggiare le bici, trovare un accompagnatore per i tour, organizzare degustazioni, chiedere il trasporto bagagli.

Rapolla crediti Basilicata Turistica/Flickr
Rapolla crediti Basilicata Turistica/Flickr

La zona è quella del Monte Vulture e se non siete allenati, prendete in considerazione di noleggiare una e-bike, perché qui ci sono delle belle salite. 

Primo Giorno

Rapolla – Melfi – Laghi di Monticchio (e rientro)

Lunghezza: circa 50 chilometri | Dislivello: 988 metri 

Il primo giorno partiamo subito dopo colazione dall’agriturismo per raggiungere Melfi, che si staglia sul promontorio vulcanico alle pendici del Monte Vulture. Di origine incerta, forse fondata da famiglie romane dirette a Bisanzio, forse dagli stessi Bizantini, Melfi è stato un centro importante durante la dominazione Normanna nel sud Italia. Il borgo medievale è ancora cinto dalle mura e merita una visita accurata, così come la Cattedrale di Santa Maria Assunta risalente ai primi anni del 1000 e più volte rinnovata. Originario del 1153 il campanile della Cattedrale, mentre lo sfarzoso Palazzo Vescovile, sede del museo Diocesano, risale all’epoca normanna.

Normanno anche il castello che si erge sul colle, sicuramente il castello più noto della regione. Dieci torri lo caratterizzano, sette rettangolari e tre pentagonali, e quattro ingressi, tre dei quali angioini. Uno solo degli ingressi è agibile, quello aperto dai Doria, che permette di raggiungere il borgo attraverso un ponte levatoio. Nel castello è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese mentre nella torre dell’Orologio si può apprezzare lo splendido Sarcofago di Melfi. Si tratta di un prezioso monumento funerario di età antonina sul cui coperchio è raffigurata la defunta proprietaria del tumulo in posizione sdraiata.

Castello di Melfi crediti Basilicata Turistica/Flickr
Castello di Melfi crediti Basilicata Turistica/Flickr

È ora di rimettersi in bici e lasciare Melfi alle spalle. Si prosegue in direzione dei laghi di Monticchio due specchi d’acqua formatisi in quello che era un  cratere del vulcano Vulture. Sulle rive dei laghi si incontra l’Abbazia benedettina di San Michele, sede del Museo di Storia Naturale del Vulture.  

Laghi di Monticchio crediti Basilicata Turistica/Flickr
Laghi di Monticchio crediti Basilicata Turistica/Flickr

Nei pressi dei Laghi si possono visitare anche i resti del Castello di Monticchio, accanto al quale ci si può accomodare su una panchina gigante, la prima “Big Bench” del Sud Italia. Da questa panchina si può ammirare il panorama nella riserva Grotticelle di Monticchio, habitat della farfalla Bramea.

Adesso puntiamo la bici in direzione Rapolla, attraversando Rionero e Barile – dove volendo possiamo organizzare una visita ad una cantina e degustare l’Aglianico del Vulture D.O.C – e rientriamo per riposare e cenare.

Secondo giorno 

Rapolla – Barile – Rionero in V. – Piano della Spina – Castello di Lagopesole – Atella  (e rientro) 

Lunghezza: circa 80 chilometri | Dislivello: 1100 metri

Partenza dall’Agriturismo San Pietro in direzione Rionero in Vulture per salire verso Piano della Spina e attraversare parte del bosco di Forenza. Da qui ci dirigiamo verso la località Piano del Conte per raggiungere subito dopo il castello di Lagopesole. Voluto da Federico II di Svevia, è stato costruito sulla piccola collina che affaccia sui fiumi Ofanto e Bradano. Al tempo era la residenza di caccia dell’imperatore, oggi ospita un museo multimediale sulla sua vita. L’affascinante maniero medioevale è un massiccio blocco rettangolare su due piani in cui si trovano due cortili, uno maggiore e uno minore, e una torre. La muratura della torre è tipica dell’architettura sveva.

Castello di Lagopesole crediti Basilicata Turistica/Flickr
Castello di Lagopesole crediti Basilicata Turistica/Flickr

Lasciato il castello si attraversa la valle di Filiano e ci si dirige verso Atella. Qui si trovano le Fattorie Donna Giulia, celebri per i prodotti caseari di eccellenza, dove si può organizzare una visita guidata seguita da pranzo.

Nel pomeriggio si rientra attraversando Atella, Rionero e Barile. Prima della doccia facciamo un’altra sosta per visitare le grotte-cantine di Rapolla, siti caratteristici scavati nel tufo ed utilizzati per conservare il vino. 

Circuito unico

I primi due tour si possono unire in un unico anello di 93 km con 2000 metri di dislivello. Ovviamente bisogna essere abbastanza allenati.

Se volete vedere la traccia del giro, date un’occhiata a Open Runner.

Nel caso del tour unico, si consiglia di fare una prima sosta ai Laghi di Monticchio. Alla Grotta Neviera, un locale caratteristico all’interno di una vera e propria grotta, ci si rifocilla con panini riccamente farciti. Seconda sosta a Lagopesole alla Taverna per uno spuntino sotto al Castello.

Terzo giorno

Rapolla – Venosa – Rapolla 

Lunghezza: circa 40 chilometri | Dislivello: 500 metri

Dopo una sana e abbondante colazione percorriamo la strada che ci porterà a Venosa. Ci addentriamo in un incantevole paesaggio, una vallata circondata da colline ricoperte di vigne e ulivi centenari, storicamente suggestivo, infatti ripercorre tratti delle Via Appia Antica diretta a Brindisi. 

Venosa, dove trascorreremo l’intera giornata, è riconosciuto come uno dei borghi più belli d’Italia ed è la città del poeta Orazio. Appena fuori si trova uno splendido Parco Archeologico, dove sono custoditi splendidi resti di edifici romani. Sono davvero molte le bellezze da vedere in questa città, come la splendida Abbazia della Trinità di origine normanna, con l’annessa chiesa dell’Incompiuta, e il castello Pirro del Balzo, sede del Museo Archeologico Nazionale, che si trova nel cuore del borgo. Qui troviamo anche la Casa di Orazio e diversi palazzi storici e fontane, come quella Angioina, o dei Pilieri. A Venosa si trova inoltre una testimonianza davvero interessante del culto dei morti: le catacombe ebraiche in prossimità di quelle cristiane (IV-IX sec.) scavate nel tufo. Queste catacombe possono essere visitate con una guida.

Venosa Abbazia SS Trinità crediti Basilicata Turistica/Flickr
Venosa Abbazia SS Trinità crediti Basilicata Turistica/Flickr

Nel Castello Pirro del Balzo si trova anche l’Enoteca Regionale Lucana che promuove e valorizza i vini locali. Vini che possono essere scoperti attraverso un percorso enologico in contrada Piano di Camera presso le cantine più rappresentative della Città di Venosa, dove si produce il vino rosso rubino Aglianico del Vulture.

[Contenuto sponsorizzato dall’Agriturismo San Pietro]

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