La possibilità di spostarsi liberamente dove e quando vogliamo è una cosa che diamo ormai per scontata, almeno nelle società ricche. Eppure, se ci si pensa un attimo, per gran parte della storia dell’umanità non è stato così, e muoversi, anche solo di pochi chilometri, era complicato e faticoso. Uno dei fattori che caratterizzano la povertà, al giorno d’oggi, è anche l’impossibilità di spostarsi facilmente, cosa che ha tutta una serie di conseguenze negative: una maggiore difficoltà a trovare un lavoro, o a raggiungere la sede di lavoro, ad esempio. L’allungarsi dei tempi di spostamento in generale lascia meno tempo a tutte le altre attività che è necessario svolgere durante la giornata, fra cui anche la socializzazione con amici, vicini di casa, parenti.
Per questo l’iniziativa presa dall’associazione Ancona Social Club è particolarmente significativa: durante la scorsa settimana, nella ciclofficina dell’associazione, sono state riparate e rimesse in funzione alcune decine di biciclette, destinate agli immigrati ospiti delle strutture dello SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) della città. Sono stati gli stessi ragazzi stranieri, sotto la direzione degli esperti della ciclofficina, a riparare le bici, donate da chi non le usava più.
L’iniziativa si è conclusa nella giornata di sabato 12 ottobre, con una pedalata per le vie del centro cittadino fino a Piazza Roma, dove le bici sono state consegnate pubblicamente ai 35 ragazzi.
Festus, un ragazzo nigeriano a cui sarà assegnata una delle bici, ha affermato: “è un bellissimo progetto. Le persone che ho incontrato qui mi sono piaciute molto, perché mi hanno trattato come un fratello. Posso usare la bici per muovermi nella città e incontrare altre persone“.
Il progetto è stato organizzato in occasione della MoveWeek della scorsa settimana, con centinaia di eventi in tutta Europa per promuovere uno stile di vita più attivo.
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