La Bici del Futuro di Ben Bowden, 1946

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Continuiamo la nostra storia delle bici elettriche, parlando di Ben Bowden, un designer anglo-americano molto attivo nella progettazione di automobili.  Nel 1946 mise il suo talento alla prova progettando una “Bici del Futuro”, naturalmente elettrica.

Bici elettrica del futuro, di Ben Bowden

In questo foto si può notare l’orgoglio di Ben nel mostrare la sua creazione, mentre il pubblico alle spalle lo osserva con un atteggiamento fra il perplesso e lo stupito.

La foto è stata scattata nel settembre del 1946, durante una fiera a Londra dal significativo nome di “Britain Can Make It”: alla fine della seconda guerra mondiale l’Europa era in condizioni economiche difficilissime, e il Piano Marshall ancora lungi dall’arrivare. In questo contesto, era importante convincere i cittadini che “la Gran Bretagna ce la può fare”. Fra i vari oggetti di uso comune riprogettati e rivisti per l’occasione vi era anche questa “Bicycle of the Future”.

Il nome scelto da Bowden voleva catturare la fantasia dei visitatori. Purtroppo, si rivelò profetico in un senso che Bowden non voleva: la bici infatti non fu mai prodotta in grande scala. L’interesse iniziale c’era stato: ad esempio, il re dell’Egitto Farouk ne aveva ordinate sei. La bici doveva essere inizialmente prodotta in Galles, in una fabbrica che dava lavoro a dei minatori disoccupati, ma il progettò non partì nemmeno.

Automobile Healey Bowden

Un’automobile Healey progettata da Bowden: il design affusolato ricorda quello della “Bicycle of the Future”

Bowden allora nel 1949 si trasferì in Sud Africa, dove lo stato si dimostrò inizialmente interessato a finanziare il suo progetto, fornendogli dei capitali con i quali Bowden ordinò strumenti e materiali dalla Gran Bretagna. All’ultimo momento però il Sud Africa introdusse un blocco alle importazioni che rese impossibile cominciare la produzione; inoltre, l’unico prototipo funzionante che Bowden aveva assemblato gli fu confiscato.

La bici, dal punto di vista tecnico, era sicuramente molto interessante, con delle idee ancora oggi molto valide. Sia la batteria che tutti i cavi ad esempio erano integrati nel telaio. Il motore era nel mozzo posteriore, e funzionava anche come una dinamo per ricaricare la batteria. Secondo il brevetto originario, la bici, in una salita al 10%, poteva andare a una velocità di 8 km/h.

Bowden tornò a occuparsi soprattutto di automobili. La sua bici del futuro era evidentemente troppo avanzata per l’epoca. Negli anni Sessanta, quando viveva negli Stati Uniti, riuscì a produrre una bici esteticamente molto simile, ma senza pedalata assistita. Erano gli anni della competizione nello spazio fra USA e URSS, e la bici venne chiamata “Bowden Spacelander”. Anche in questo caso la bici non ebbe il successo aspettato, e ne furono prodotti solamente 522 esemplari. Oggi chi se ne vuole assicurare uno deve essere pronto a sborsare una bella cifra: recentemente su ebay ce n’era una in vendita a 42000 dollari. Ne sono state prodotte anche molte copie, a volte spacciate per originali.

Comunque a Bowden, morto nel 1998, farebbe sicuramente piacere sapere che il “futuro” che aveva in mente è oggi arrivato, e che bici elettriche come quella che aveva progettato quasi 70 anni fa sono sempre più diffuse.

Bici Bowden Spacelander

Una “Bowden Spacelander”

 

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