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Via dall’Albania: da magazziniere ad amministratore delegato di 3T

Via dall’Albania: da magazziniere ad amministratore delegato di 3T

La storia di Edi Jareci che ha lasciato l’Albania per l’Italia ed è diventato amministratore delegato di 3T.

Un’azienda storica si evolve, tecnologie innovative si combinano con l’accuratezza artigianale della prima ora. L’idea è fare bene un prodotto e farlo in Italia. Un brand rinasce e scala verso una dimensione industriale, anche grazie all’iniezione di capitali freschi e di energia umana, per sviluppare il business, strutturarlo e consolidare la presenza nei mercati esteri. Questa curva ascendente potrebbe riguardare aziende in diversi comparti.

Ma qui si parla di bici made in Italy. E il discorso si riempie di passione, di futuro e di umanità.

Un’azienda in evoluzione

Telai 3T
@3Tbike

Tecnologia del Tubo Torinese: si chiamava così l’azienda fondata da Fabio Deddioniggi nel 1961 a Torino. Nei primi anni, la produzione si concentra su telai e manubri, poi impiegati da altri produttori per assemblare bici. L’attività della 3T Cycling, questo il nuovo nome, cresce in reputazione, ma gli affari declinano progressivamente, fino a quando nella produzione entrano nuovi materiali, in particolare il carbonio.

La svolta avviene con René Wiertz, Ceo di 3T dal 2007, e Gerard Vroomen, (cofounder di Cervélo, da cui è uscito nel 2012 per collaborare con Wiertz, dal 2015), che acquisiscono tutte le azioni di 3T e trasformano l’azienda da produttore di componenti a produttore di biciclette complete, all’estero.
Il primo exploit è una gravel, pionieristica: Exploro.

Ma nel 2018 si fa un passo importante: riportare la produzione in Italia, a Presezzo, in provincia di Bergamo, e nel 2023 in società entra un nuovo investitore, il family office indipendente UTurn Investments.

Edi Jareci in centro con Luca Mongodi (alla destra) e Alberto Nicoli (alla sinistra) tutti e due parte del U-Turn Investment family office degli investitori di 3T
Edi Jareci al centro tra Luca Mongodi (alla destra) e Alberto Nicoli (alla sinistra) entrambi parte del UTurn Investment family office degli investitori di 3T

Oltre a un’importante iniezione di capitale, il family office ha portato in azienda un prezioso know-how maturato in altre realtà manifatturiere e l’inserimento di personale altamente qualificato. È stato proprio questo bagaglio di competenze, più ancora dei capitali, a consentire il salto di produzione da poche centinaia di telai all’anno alle migliaia di oggi.

3T azienda
@3Tbike

Inoltre, la nuova proprietà ha mostrato grande fiducia verso tutto il personale già presente in azienda e attivo da sempre nel settore delle biciclette, tra cui proprio Jareci, figura di riferimento per l’intero team.

Dopo una fase di startup, oggi 3T Cycling occupa 40 persone, tra Italia, Usa e Taiwan, e ipotizza un fatturato per il 2024 di circa 16 milioni di euro, con una crescita del 22-23% dal 2023.

Un uomo e la sua storia

Gli investimenti economici sono importanti, ma non bastano. Servono le persone. Uno degli artefici dello sviluppo di 3T Cycling è Edi Jareci, 43 anni, oggi amministratore delegato della società.

Prima di arrivare al vertice, sale tutti i gradini, dai ruoli più umili: da magazziniere a coordinatore della logistica, dalle vendite e customer service alla direzione vendite.

Edi Jareci 3T
@3Tbike

La sua è una storia travagliata di crescita, personale e professionale, che parte da Tirana, in Albania. «Era il 1997. Allora nel mio Paese c’era una specie di guerra civile. Io avevo 15 anni e praticavo il tennis. Mi rifugiavo nello sport, un ambiente pulito, dove un adolescente poteva crescere e costruirsi il carattere, aiutandosi con la disciplina e i traguardi che si prefissava. Grazie alla collaborazione tra la Federazione Tennis albanese e quella italiana, venni in Italia, da solo. Mio padre investì tutti i suoi risparmi per darmi la possibilità di un futuro migliore».

Dall’Albania all’Italia, solo

Jareci arriva a Castelli Calepio, in provincia di Bergamo. Di giorno si allena all’Accademia del tennis, la sera frequenta la scuola. «Il mio trasferimento a Milano fu un calvario, almeno nelle prime settimane. Come minorenne non accompagnato, non potevo fermarmi per più di un paio di notti in un albergo, li cambiavo continuamente. Poi ho trovato una struttura dove stare e ho cominciato a costruirmi la vita, anticipando le tappe di un ragazzo normale».

Il piano iniziale, diventare un giocatore professionista, subisce un ridimensionamento: «Non avevo abbastanza talento. Né un sostegno economico alle spalle. Ho iniziato a fare il maestro di tennis, per mantenermi. Poi sono passato a gestire circoli di tennis. Lì, in ambienti dove c’era ancora tanta improvvisazione, ho dimostrato le mie capacità organizzative. E ho imparato a sviluppare attività in sinergia con altre aziende, dall’abbigliamento alle attrezzature».

Il progetto da condividere

In quel periodo, affina le sue capacità di networking. E viene a conoscenza del progetto 3T Cycling.
«Il mio vissuto travagliato mi ha insegnato l’importanza delle relazioni umane, più di un percorso universitario e di un master».

L’azienda colpisce Jareci per il suo potenziale e perché, di fatto, era in una fase di startup dove lui avrebbe potuto apportare il suo contributo. «Quando un’azienda parte, senti una sensazione di grande energia. Far decollare la produzione di bici era una sfida. E mi permetteva di continuare a occuparmi di sport».

3T azienda
@3Tbike

Jareci entra in 3T Cycling nel 2011. La produzione della prima bici gravel, Exploro, inizia nel 2016. «Quella di crescere producendo bici complete è stata una scelta azzeccata. Abbiamo lanciato un prodotto nuovo, quasi inesistente sul mercato».

Un ciclo completo di produzione

Jareci vede tutte le fasi di crescita della struttura aziendale, dalla spedizione dei componenti allo sviluppo dei singoli settori. «Oggi siamo orgogliosi di fare una produzione tutta italiana, dal filo di carbonio al telaio completo. Usiamo il materiale che consente le migliori performance e una tecnologia che ci consente di dare al telaio forme particolari, anche diverse da quelle standard, che guardano all’aerodinamica. Abbiamo un ufficio interno che si occupa di design, nel reparto ricerca e sviluppo».

3T verniciatura
@3Tbike

La customizzazione è un punto di forza per l’azienda. «Abbiamo lanciato un catalogo a inizio settembre con nuovi colori, assemblaggi e modelli di bici. Il cliente può replicare sull’oggetto la sua personalità e creatività. Il nostro motto è ‘We Dream, We Build, We Ride”. Cui aggiungiamo “We paint”. I clienti di 3T sono in primo luogo i partner della rete di vendita, negozi che diventano inspiring center, dove i clienti possono sperimentano personalmente prodotti e verificare i valori del brand. Prima di tutto, qualità, trasparenza e coerenza».

Valori e ispirazione

Questi valori per Jareci sono fondamentali per lo sviluppo della sua azienda. E dovrebbero ispirare tutto il comparto industriale della bicicletta, perché possa migliorare ed evolversi.

@3Tbike
@3Tbike

«Negli ultimi 8 anni il mondo bici ha visto moltissime innovazioni, come la sostituzione dei pattini freno con i dischi a gruppi che sono passati rapidamente da 11 a 13 velocità. A fronte di questo turbinio, 3T si è mantenuta fedele alla sua missione di puntare sulla qualità e sull’eccellenza italiana. Sia che si parli di produzione, di design o di ricerca di un comfort finale per chi pedala».

La missione di Jareci e del suo team è preservare il prestigio di questa eccellenza, ora realizzando e verniciando in Italia un prodotto autenticamente italiano al 100%. Guidati dai valori aziendali, le persone di 3T si impegnano a garantire la crescita sostenibile dell’azienda.

Commenti

  1. Stefano ha detto:

    Seguo da tantissimi anni i suoi articoli. Quell’impronta che mi ha fatto amare il Millionaire, prima che diventasse una rivista qualunque. Ora sto sempre alla ricerca di articoli che mi diano quell’energia positiva. Lei riesce sempre a dare un’impronta di informazione e ottimismo che mi fanno stare bene. Grazie!
    Grazie a ciò che ho letto da lei e dai suoi colleghi mi son potuto allontanare dal pessimismo che comunemente aleggia nella provincia. Puntando su me stesso e sulle mie capacità da fabbro. La mia attività aperta 11 anni fa è sopratutto figlia dell’ottimismo e ( realtà) che mi avete saputo trasmettere.

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