La maggior parte dei cicloviaggiatori che conosciamo tende ad evitare le grandi metropoli, spaventati per lo più dal caos, dal traffico e dell’inquinamento. Città del Messico rientra tra le città spauracchio di chi viaggia sulle due ruote. 25 milioni di abitanti nell’area metropolitana, posta a 2200 metri di altezza all’interno di una conca, circondata da vette che superano i 3000 metri. A guardarla su GoogleMaps, con il suo intreccio di strade, autostrade a 6 corsie, case infinite, sembra un mostro pronto ad inghiottire qualsiasi ciclista.
Ma a noi che veniamo da Roma, abituati al far west delle strade della capitale, nulla spaventa E soprattutto ci piace capire quanto una città sia effettivamente pericolosa per le biciclette, e l’unico modo per saperlo è pedalarla.
Entriamo in città da una strada secondaria che scende giù da un passo a 3200 metri di altitudine. Già a 35 km dal centro storico comincia la città, un susseguirsi interminabile di case, un aggrovigliarsi di strade congestionate da auto e mezzi pubblici. A mano a mano che ci si avvicina al centro il paesaggio cambia, le case si trasformano in palazzine accattivanti, le strade assumono un certo ordine e soprattutto comincia una segnaletica incredibile per le biciclette.
Segnaletiche verticali ed orizzontali ricordano che per le strade non ci sono solo macchine ma anche bici. Incroci preferenziali, semafori per sole bici, ciclabili e bicitaxi elettrici. Sapevamo che negli ultimi 20 anni il centro storico della città aveva subito un cambiamento radicale, ma non sapevamo che il cambiamento avesse investito anche la mobilità della città.
Nella maggioranza dei paesi poveri che abbiamo attraversato, la bicicletta è il mezzo principale di locomozione essendo estremamente economica e semplice da mantenere. Il Messico non è da meno. La stragrande maggioranza di venditori ambulanti si muove su enormi tricicli e nei centri urbani in molti scelgono la bici per le proprie faccende quotidiane. Ma a Città del Messico c’è di più, la bicicletta è talmente al centro della vita della città che è fonte di guadagno per molti.
Botteghe dove si producono borse per la messaggeria in bici (la città conta con diverse agenzie di bici-messaggeria), agenzie di viaggio in bicicletta, officine per la costruzione di telai su misura.
Insomma l’attività attorno alla bici in questa megalopoli è davvero vibrante. Parlando con chi lavora in queste realtà abbiamo dedotto che, anche se la bicicletta è sempre stata al centro della vita messicana, negli ultimi 10 anni ha subito una crescita incredibile arrivando ad essere un mezzo alla moda, e non più un simbolo di povertà.
In questo contribuiscono le azioni del governo locale, tramite la “Secretaria del Medio Ambiente” (SEDEMA) che resosi conto del numero crescente dei ciclisti nella città, ha cominciato ad attuare dei cambiamenti per rendere gli spostamenti più sicuri e soprattutto per aumentarne il numero.
Ogni domenica a Città del Messico vengono chiusi ben 55 km di strade, solo 3 anni fa si parlava di 24 km. In questa occasione vengono organizzati, proprio dal governo della città, corsi di biciscuola per insegnare ai bambini ed alle persone adulte a muoversi in bici per la città. Non solo ma sono attivi dei corsi di Biciscuola per autisti di mezzi pubblici, per sensibilizzare i conduttori verso una convivenza pacifica con i ciclisti.
Banchette per sole bici ai semafori, cartelli per la precedenza in strade secondarie, piccoli accorgimento che fanno sentire il ciclista urbano meno solo e soprattutto ne fanno sentire l’esistenza anche agli altri utenti della strada.
Ogni singola fermata della metropolitana (qui parliamo di 12 linee metropolitane) dispone di un piccolo bicistazionamento, che va dalle semplici rastrelliere a ferro di cavallo a quelle più complesse con gancio a muro. Ci sono inoltre 2 bicistazionamenti massivi, completamente gratuiti e con una capacità ciascuno di 400 posteggi per sole bici.
Per non parlare del sistema noleggio bici, Ecobici, che è passato da 1200 bici nel 2010 a 6000 nel 2016 (con 452 stazioni distribuite nel centro cittadino).
Gli sforzi del governo per rendere la città ciclabile sono davvero impressionanti. Proprio da qualche giorno è stato stampato il nuovo “Manuale del Ciclista della CDMX”, sempre a carico del governo, cui vengono dati gli strumenti necessari per muoversi in bicicletta a partire dai diritti del ciclista, come quello di poter impiegare l’intera corsia.
Dal 2017 inoltre la città si è munita della figura della “Sindaca cittadina della bicicletta”, eletta dai ciclisti stessi in ambito del Foro Mondiale della Bicicletta, è una figura non-istituzionale di intermediazione tra le istituzioni governative della città e la comunità ciclistica e non, il cui ruolo principale è spingere le istituzioni ad azioni concrete per implementare la viabilità in maniera sostenibile.
Certo il traffico della città è davvero folle, e nonostante gli sforzi governativi e delle associazioni ciclistiche c’è ancora tantissimo da fare, soprattutto educare gli automobilisti ad una convivenza giusta con gli altri utenti della strada. Inoltre il crescente interesse per la bicicletta ha fatto aumentare in maniera esponenziale il numero dei furti, senza che ancora ci sia un reale contrasto al fenomeno. Ma la sensazione è che la città si stia muovendo nel verso giusto. Chi venne in questa megalopoli 20 anni fa, ne ricorda l’aria irrespirabile con una visibilità spesso di non oltre i 10 metri. Di quella città oggi non c’è più traccia.
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