La valle che si schiude attorno al Canale di Pirro è una vasta depressione carsica posta a circa 300 metri sul livello del mare. Ampia tra i 500 e i 1.500 metri, si distende per 12 chilometri tra i territori dei comuni di Putignano, Castellana Grotte, Monopoli, Alberobello, Locorotondo e Fasano.
Il dislivello esistente tra il fondo del canale e gli altopiani soprastanti è compreso tra i 75 e i 100 metri.
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Altimetria
La leggenda, probabilmente viziata da equivoci, associa il nome della valle al passaggio del re Pirro in Puglia, che nel 280 a.C. attraversò questi territori con un esercito formato da 20 elefanti da guerra e decine di migliaia tra cavalieri, arcieri e fanti, con l’obiettivo di salvare Taranto dalla conquista dei Romani e successivamente sottomettere l’Italia meridionale e la Sicilia.
La denominazione odierna, invece, non sarebbe altro che una deformazione linguistica del toponimo originario.
Infatti, in due pergamene risalenti al XI secolo, il Canale di Pirro è conosciuto come “Canale delle Pile”, probabilmente per la presenza di numerose cisterne, le cosiddette “pile” appunto, utilizzate per la raccolta delle acque piovane che qui confluivano dai fianchi delle colline.
Perché abbandonare tanta bellezza, raccontata dalla storia ed avvolta nel mito, al solo ed unico traffico automobilistico?
In fin dei conti, la provinciale che occupa questa splendida insenatura naturale posta a nord della Valle d’Itria, non è un’autostrada, ma una semplice stradina a due corsie con doppio senso di marcia. La sede stradale inoltre, non eccessivamente ampia, induce a mantenere basse velocità di marcia, ed è caratterizzata da una presenza appena discreta di autoveicoli.
Un cicloitinerario che parte da Castellana Grotte, attraversa per un breve tratto il canale di Pirro e si conclude su Locorotondo. Pedalabile e godibile quindi, se non addirittura consigliabile.
Il percorso nella sua totalità è lungo 25 chilometri circa. Quasi completamente asfaltato e caratterizzato da un traffico automobilistico discreto solo nella sua porzione centrale, altrimenti quasi sempre modesto. Si attraversano verdi strade di campagna, meravigliose provinciali dal panorama mozzafiato, silenziose e riservate contrade.
Usciamo dall’abitato di Castellana Grotte per via del Lago e proseguiamo per strada comunale Genna. I primi 3 chilometri, lungo itinerari ciclabili segnalati, sono inaspettatamente punteggiati da brevi salite.
Arrivati all’altezza della piccola chiesa rurale di San Nicola di Genna, rifacimento cinquecentesco di una costruzione probabilmente più antica, si cominciano a guadagnare metri in discesa. Si arriva nel ventre del canale di Pirro attraverso strada comunale Cucumo e strada comunale Regio.
La campagna di Castellana Grotte è rigogliosa, trabocca oltre i massicci muretti a secco che proteggono una sede stradale minuta, che molto probabilmente un tempo aveva il compito di accogliere il passaggio di cavalli e calessi.
In sella alle nostre bici possiamo sentirci a buon diritto i degni eredi di quei viaggiatori silenziosi, abitanti accorti di un mondo forse scorbutico, ma anche più armonioso del nostro.
Incrociamo per un breve istante il canale di Pirro e subito lo abbandoniamo. Questo tratto è troppo affollato. C’è ancora una splendida porzione di campagna trulleggiante che ci attende. Strada vicinale vecchia di Castellana è uno spettacolo per gli occhi e per il cuore.
Finalmente sbuchiamo sulla strada comunale Canale di Pirro (SP 81), poco prima dell’incrocio con la SP 113: sulla destra pochi chilometri ci dividono da Alberobello, sulla sinistra invece, distante come un miraggio in lontananza, il mare cristallino di Monopoli.
Boschi smeraldo, bruni vigneti, pascoli brulicanti di vita, bianchi trulli e grezzi muretti a secco caratterizzano il paesaggio dei due versanti. Quello settentrionale, che culmina con la Selva di Fasano, è ripido e rettilineo, quello meridionale, più dolce e sinuoso, è invece attraversato dall’Acquedotto Pugliese.
Imbocchiamo ora strada vicinale Santa Croce, poi strada vicinale Vitamara, contrada Cupa e strada comunale Lamie Affascinate sino a contrada San Marco.
Dopo il Canale di Pirro si sale. Dolcemente, si sale. Inesorabilmente, si sale. Niente di drammatico o impossibile. Tutto è alla portata di un qualsiasi cicloturista abituato – badate bene, ho detto “abituato” e non “allenato” – a pedalare lungo le salitelle che normalmente s’incontrano e si affrontano durante una normale cicloescursione.
Infine strada comunale Manginella e Cinquenoci Ficazza ci scortano silenziose sino alla meta finale, Locorotondo. Ma ne vorremo ancora. Giusto il tempo di riposare e ripartiremo.
Pedalate per credere.
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