Viaggiare

Il Peloponneso in bici tra miti, leggende e antiche storie

Ci sono paesi, per chi ama viaggiare in bici, che sono più difficili da visitare rispetto ad altri. La Grecia è uno di questi.
Non mi sto riferendo a difficoltà relative al territorio, ai costi, alle altimetrie o alla situazione geopolitica ma alla ricchezza storico culturale che offre questo Paese.
Il vero problema, per coloro che ricordano le parole del tenente Montini nel film Mediterraneo, è che tutto è nato qui.

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Sergio Borroni e Paolo Giopp

la Grecia, infatti, offre un’interminabile sequenza di luoghi, siti archeologici, monasteri, rovine di intere città leggendarie da poter visitare, cosicché pianificare un viaggio può diventare più complicato che portarlo a termine.
Io amo profondamente la terra greca, al punto che mi ci sono anche sposato, ma proprio per queste ragioni, eccetto una sporadica apparizione tanti anni fa, non vi ho mai affrontato una trasferta cicloturistica seria.
Con Paolo Giopp, un nuovo straordinario compagno di viaggio, quest’anno, visto che il covid ha mollato un po’ il morso, abbiamo pianificato un viaggio “ellenico”.
Per non fare le cose di fretta e prenderci tutto il tempo necessario per gustare la trasferta ci siamo dovuti limitare a un percorso che interessasse il solo Peloponneso e la Grecia continentale nella sua parte adiacente al canale di Corinto fino all’estremità sud della piana di Maratona, e poi Capo Sounion per rientrare quindi ad Atene.
È stata una scelta giusta, anche perché il percorso, nonostante la Grecia non abbia grandi montagne, si è rivelato altimetricamente di un certo impegno.
Stiamo parlando di 1.500 km nei quali siamo andati su e giù per 18.000 metri. Soprattutto in certe zone come il Mani, la strada era tutta un susseguirsi di saliscendi senza un metro in piano, cosa che ci ha messi un po’ alla frusta. Lo sforzo è stato però compensato da vedute straordinarie di paesaggi davvero di altissimo livello, senza contare che in primavera le temperature non erano ancora esplose come in estate e la stagione turistica non era ancora iniziata in modo importante.
A dirla tutta quest’anno la primavera in Grecia è stata la grande assente, quantomeno per la parte iniziale del viaggio. Temperature sotto lo zero, larghe zone innevate Atene compresa, e una serie di giorni gelidi come non accadeva dal lontano 1987.
Se ci aggiungiamo anche un certo venticello gelido proveniente da Nord, possiamo ben dire che il clima dei primi giorni è stato quantomeno differente rispetto a quello della Grecia che conosco io.
Solo dopo Sparta le temperature hanno cominciato a essere in linea con la stagione primaverile. In ogni caso questo, a parer mio, è davvero un giro da fare, impegni permettendo, in primavera. In estate le temperature, nelle zone da noi attraversate, possono diventare torride e rendere molto meno piacevole la pedalata.

In aggiunta anche il turismo si fa sentire in modo molto più marcato durante la stagione estiva. Per quanto riguarda i prezzi la cosa non cambierebbe di molto, le Grecia resta un paese low budget per chi viaggia in bici.
Per quanto riguarda invece l’accesso ai luoghi più gettonati, la faccenda cambia sensibilmente.
Visitare Olimpia, Delfi, Monemvasia, il teatro di Epidauro, quando l’accesso è limitato a una decina di persone piuttosto che a qualche migliaio fa una differenza non da poco. Senza considerare il fatto che in primavera si può anche ignorare completamente il problema dell’alloggio visto che sarà sempre facile, trovare un letto dove riposare anche senza prenotare.
Per quanto riguarda il viaggio credo che il nostro video – racconto possa illustrarlo meglio di quanto non si possa fare con una narrazione scritta, comunque la cosa mi sentirei di raccomandarvi è quella di gustare del vino Retsina durante la visione.

Non a tutti piace, lo so, ma sorseggiarlo fa tanto Grecia e aiuta a immergersi nei paesaggi sempre affascinanti di questo meraviglioso paese.

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