L’antica Histonium è un gran bel posto. La cittadina che guarda il mare dall’alto, le testimonianze di epoca romana come la forma ellissoidale di piazza Gabriele Rossetti – dedicata al poeta e patriota vastese – che è traccia dell’anfiteatro costruito tra la fine del I e la metà del II sec. d. C. “tra i più importanti di tutta l’Italia centrale” (Abruzzo, guida storico artistica, Carsa 2006). E il Castello Caldora, il palazzo d’Avalos, espressione della potente famiglia d’Avalos, marchesi di Pescara e, appunto di Vasto (dal 1496). E ancora, i resti dei bastioni “a mandorla” che si incontrano passeggiando, la cattedrale di San Giuseppe, prima chiesa medioevale, poi incendiata dai Turchi nel 1566 e trasformata a fine Ottocento. Insomma, non mancano piacevoli testimonianze storiche e artistiche che valgono benissimo una visita. Non da meno la gastronomia, con ad esempio l’espressione del celebre brodetto di pesce “alla vastese”.
E il mare, il cosiddetto “Golfo d’Oro” con la sua spiaggia fra vegetazione e dune come, nella foto, la vista dalla terrazza dell’Hotel Sabrina.
Il tratto di costa dunque, con la Marina di Vasto e il lungomare fra lidi, ristoranti e gelaterie. Più il tratto di pista ciclabile, esistente già da anni e che farà parte della ciclopedonale sulla costa presentandosi come la più lunga d’Italia. Insomma, non manca di certo l’ispirazione per belle pedalate, che si organizzi un fine settimana o che si faccia tappa qui durante un cicloviaggio.
Primo itinerario fra il mare e il bosco
Trovandoci a Vasto Marina ci godiamo la bella ciclabile per una pedalata agevole e adatta a tutti, con in più la possibilità di potersi fermare al mare o in pineta quando si vuole, usando uno dei sentierini che danno accesso alla spiaggia, passando fra il sistema dunale che caratterizza questo tratto di costa. Come indicazioni di percorso è da considerare che la ciclabile parte proprio dalla Marina – all’altezza dei casotti colorati – attraversa tutta la pineta e arriva fino al confine con il Molise e al ponte sul fiume Trigno. Dai casotti al confine sono meno di 10 Km.. (8,6 Km.. ad essere precisi).
E insomma qui ci si può divertire senza tanta fatica e lontani dalle macchine. Volendo allungare il percorso verso Nord una tappa consigliatissima è quella della Riserva naturale Punta Aderci a poco più di 10 Km.. da Vasto Marina: si pedala su strada fino ad arrivare appunto alla riserva (all’ingresso, appena imboccato lo sterrato, c’è anche una fontanella, che torna sempre utile). Altra idea è quella di organizzare una tappa in salita dalla Marina a Vasto città (4 Km. tramite via Istonia): da considerare che ci sono strappetti forse impegnativi per qualcuno e che la strada non è delle migliori, per via del traffico, con qualche tornantino stretto (ma si fa, eh). Altro suggerimento, sempre avendo come riferimento la Marina di Vasto, è raggiungere la Riserva Naturale Bosco di Don Venanzio, in località Crivella, nel comune di Pollutri (13,8 Km.. da Vasto Marina attraverso la SP 154).
Un delicato e prezioso esempio di bosco planiziario: uno degli ultimi lembi sulla costa adriatica, fra carpino bianco, frassino meridionale e farnia. L’area era feudo rustico dei marchesi d’Avalos (quelli che abbiamo incontrato a Vasto). Qui peraltro c’è una bellissima zona pic-nic con relativo chiosco, la Casina di Don Venanzio. Nell’area del bosco ci sono sentieri per MTB.
Secondo itinerario in collina
Dopo una bella scorpacciata di mare, flora e fauna, storia e area pic-nic, è il momento di sudare un po’. E allora andiamo verso l’interno, in collina: che non sembrerebbe, ma ci sono dei punti belli impegnativi! Però il panorama, più qualche chicca enogastronomica, ripagano la fatica.
Dunque, partiamo sempre dalla Marina di Vasto e come prima tappa ci spostiamo verso Casalbordino (20,2 Km. tramite SP 157). Qui c’è da vedere la Basilica Santuario della Madonna dei Miracoli, sul luogo dove si vuole che sia apparsa la Vergine ad un contadino del posto, l’11 giugno 1576 (giorno di festeggiamenti ancora oggi).
Dai “Miracoli” prendendo per via Cerreto di Spoleto (con il cartello che indica “Strada del vino-Tratturo del Re”) si prosegue verso Pollutri.
Piccola curiosità: fra Casalbordino e Pollutri c’è una storica rivalità bonaria, come accade in tantissime altre parti d’Italia e quindi Scerni (8,2 Km).
Da Scerni, che come indica il cartello è il “Paese della ventricina, dell’olio e del vino” si prosegue per il “Borgo Museo” di Monteodorisio, con la sua fortificazione che domina la valle del Sinello (12,9 Km. tramite SP 154) per tornare alla Marina di Vasto passando di nuovo per la cittadina (11 Km., tramite via Luigi Cardone).
E abbiamo fatto i nostri 52,3 Km. Da segnalare che non lontano da Monteodorisio (a circa 5 Km.) c’è Cupello, dove quando è stagione la tavola propone un ottimo carciofo, la cui presenza nell’are vastese è testimoniata già nel diario di viaggio del padre domenicano Serafino Razzi (Viaggi in Abruzzo, 1575).
Il vanto dell’Hotel Sabrina è che – oltre ad avere l’accesso sul lato della Statale – ha l’affaccio sulla spiaggia con vista direttamente sulla ciclabile.
Non solo vista, come si immagina, però: con comodità si esce dall’Hotel direttamente in sella e si accede alla pista che si snoda fra la vegetazione e le dune.
Il cicloviaggiatore, poi, qui dorme sonni tranquilli, come del resto la sua bicicletta, ospitata nel riparo dedicato, dove sono a disposizione anche un cavalletto per piccoli riparazioni e relativi attrezzi. Servizi ai quali Luigi, il titolare, tiene molto, essendosi “fatto le ossa” negli anni ospitando cicloviaggiatori tedeschi. All’esterno, poi, c’è anche la possibilità di lavare la propria bicicletta grazie all’utilizzo di una pompa da giardino. A tutto ciò si aggiunge la struttura dell’Hotel, perfetto per il cicloviaggiatore: oltre alla posizione, da segnalare il servizio impeccabile unito ad un costo accessibile, il che non dispiace mai. Per non dire poi della colazione in terrazza, respirando il profumo del mare, che dà quel tocco in più quando ci si prepara ad una giornata sui pedali.
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