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Sardegna in autunno: un paradiso fuori dal tempo da scoprire in bici

Sardegna in autunno: un paradiso fuori dal tempo da scoprire in bici
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Da Alghero a Cagliari in bicicletta, per scoprire la natura selvaggia della costa occidentale della Sardegna.

Una mèta perfetta per pedalare fuori stagione turistica è sicuramente la Sardegna. Clima mite, paesaggi pittoreschi e una storia antica tutta da scoprire. Sono questi gli ingredienti che fanno di questa regione un luogo speciale e unico.

Per non parlare della tradizione enogastronomica legata ai formaggi, alle carni prelibate e al pesce fresco, che conquista i palati in ogni periodo dell’anno. Insomma, seppur sia un’isola italiana davvero comoda da raggiungere in traghetto o in aereo, la Sardegna riesce a creare una sua identità ben definita e, viaggiando al suo interno, permette di scoprire una storia e una cultura molto diversa da quella a cui siamo abituati “in terraferma”.

Partenza da Alghero: un viaggio nella Sardegna autentica

San Giovanni in Sinis Sardegna un bicicletta in autunno, di Caterina Zanirato
Sardegna in bici in autunno: San Giovanni in Sinis

Per conoscere al meglio questo territorio, ho visitato con la mia bicicletta tutta la costa occidentale, fermandomi pedalata dopo pedalata nei paesini più caratteristici, nelle spiagge più suggestive e davanti ai panorami più pittoreschi.

Sono partita da Alghero e ho percorso circa 600 km, toccando i meravigliosi paesi di Bosa, Cabras e la penisola del Sinis, le dune di Piscinas, i centri di Bugerru e Carbonia per arrivare a Sant’Antioco, per poi concludere il viaggio nell’incanto delle spiagge di Porto Pino e Baia Chia. E, seppur fuori stagione, ho sempre trovato facilmente da dormire e da mangiare, segno di una regione che vuole investire sul turismo lento e lontano dalla massa.

Prima tappa: Bosa, tra mare e vini pregiati

La prima tappa è stata molto corta: ho percorso 40 km dall’aeroporto di Alghero alla cittadina di Bosa, con circa 500 metri di dislivello. E che spettacolo! La strada che collega questi due centri della Sardegna del Nord-Ovest è davvero spettacolare e non ha nulla da invidiare ai paradisi stranieri come Hawaii e isole Canarie.

Bosa, Sardegna, Caterina Zanirato
Bosa

L’asfalto, infatti, si sussegue in un saliscendi tra le montagne affacciate sul mare, regalando splendidi scorci su calette, scogliere, pietre che sembrano disegnate e una vegetazione lussureggiante. Il tutto condito dal classico profumo pungente e speziato della Sardegna, una terra costantemente baciata dal sole così come le sue piante grasse presenti in ogni dove.

Bosa è una piccola cittadina divisa a metà da un canale collegato alla spiaggia: d’estate tutti si spostano a Bosa marittima, sul mare, d’inverno tutti vivono i vicoli stretti attorno al castello arroccato in cima a una collina, composti da case coloratissime, enoteche e strade ciotolate.

Enoteche, perché una delle specialità di Bosa è la sua Malvasia, uno dei pochi vini al mondo ottenuti tramite ossidazione in botte. Questo vino può invecchiare tantissimo grazie alla presenza della “flor” all’interno della botte, una muffa particolare che protegge il vino dall’ossigeno, permettendo uno scambio lento e che arricchisce la bevanda di sentori assai particolari, che vanno dalle mandorle agli agrumi. Assaggiatene un bicchiere, non ve ne pentirete.

Da Bosa a Cabras: la scoperta della penisola del Sinis

Bosa di Caterina Zanirato
Sardegna in bici in autunno: Bosa

Un viaggio spettacolare (anche se non semplicissimo: 70 km in totale per circa 600 metri di dislivello) l’itinerario che collega Bosa alla Penisola del Sinis: prima si attraversa una laguna pianeggiante, con valli e specchi d’acqua ricche di vegetazione e fauna selvatica, per poi risalire le colline e ritrovarsi su un promontorio che ricorda la Monument Valley americana grazie ai divertenti giochi di figure ricreati dalle vette rocciose.

Spiagge incantate e archeologia: Is Arutas e San Giovanni in Sinis

Infine, si arriva al mare, percorrendo una lunga e divertente discesa infinita che porta direttamente alla spiaggia di Santa Caterina di Pittinuri, che vi accoglierà con le sue acque cristalline e la sua scogliera bianchissima. Da qui si procede lungo la costa prima e poi verso l’entroterra, attraversando campi e distese coltivate, per arrivare nella meravigliosa spiaggia di Is Arutas: impossibile non fermarsi per un bagno. Questa spiaggia, infatti, oltre a essere inserita in un contesto naturale meraviglioso, è molto particolare dato che la sua sabbia è creata da piccoli granelli di pietra trasparente, che ricordano dei diamanti. Un vero spettacolo di riflessi che vi conquisterà, come la bellezza dei pesci che potrete vedere nuotando anche solo a riva.

Is Arutas, Caterina Zanirato
Is Arutas

Da Is Arutas si imbocca un sentiero sterrato tra le dune che conduce, in appena 10 km, a un’altra meraviglia della penisola del Sinis: San Giovanni in Sinis. Un promontorio dato da dune e spiagge bellissime, circondato da scavi archeologici di grande rilevanza.

Proprio qui, infatti, sono stati ritrovati i famosi “Giganti Mont’e Prama”: antiche sculture risalenti alla civiltà nuragica ritrovate nel 1974. La loro altezza varia tra i due e i due metri e mezzo e rappresentano arcieri, guerrieri e pugilatori. Mont’e Prama il complesso di statue più antico e numeroso d’Europa. Si possono ammirare insieme ad altri ritrovamenti all’interno del museo Civico di Cabras, cittadina a circa 10 km da San Giovanni, dove ho concluso la mia seconda giornata. Si tratta di una piccola cittadina che si affaccia su di un enorme stagno. Da assaggiare la bottarga, prodotto tipico della zona.

Da Cabras alle montagne di Sa Perda Marcada

Un itinerario molto faticoso quello che ho coperto nella terza giornata. Da Oristano in poi, infatti, iniziano montagne molto più alte e non ci sono più strade che costeggiano il mare: per visitare le spiagge bisogna salire e scendere le vette più alte. In totale ho pedalato per circa 70 km con oltre mille metri di dislivello, ma in compenso ho visto luoghi fantastici.

Dopo essere partita da Cabras ho oltrepassato Oristano, incrociando, lungo la strada, un paesino chiamato Arborea: una piccola enclave veneta, colonizzata durante i tempi del fascismo… Non vi stupite se sentite parlare veneto come foste a Venezia e l’architettura ricordi quella delle ville del Nord Est Italia. Si incrocia poi Marceddi, con il suo stagno e il lungo suggestivo ponte che lo attraversa.

Arborea, Caterina Zanirato (Sardegna in bici)
Arborea

In salita

E da qui inizia una bella salita impegnativa, fatta di tanti saliscendi tra le montagne più selvagge. Si tratta di una strada assai divertente, in quanto mostra uno spaccato dei promontori dell’entroterra sardo. Qui si è completamente isolati e sperduti in mezzo alla natura.

Da questa altura, per scendere verso il mare, bisogna prendere piccole stradine in parte sterrate, ma mai troppo tecniche. Una vera goduria per gli amanti della flora e della fauna locale (si incrocia ogni tipo di animale).

Is Arutas Sardegna in bicicletta Caterina Zanirato
Is Arutas

Scendendo verso la costa, la prima località marittima che si incontra è Portu Maga, una bellissima spiaggia di acqua cristallina con anche qualche servizio turistico, come bar e ristoranti. Ma il vero gioiello si trova a 7 km da qui, la spiaggia di Piscinas. Si tratta di un’area di 28 km quadrati interamente ricoperta da dune selvatiche, le più grandi d’Europa. Per raggiungerla, ovviamente bisogna un po’ penare: affrontare una strada sterrata molto sconnessa per circa 5 km, guadare due fiumi e camminare per un po’ in mezzo alla sabbia. Un vero “safari” sardo.

A pochi km da questa spiaggia, inoltre, sorge un suggestivo “villaggio fantasma”, Ingurtosu. Si tratta di un antico centro per l’estrazione dei metalli, ora disabitato, dove ancora oggi si possono ammirare i vecchi edifici, i lavatoi, i pozzi e le rotaie di comunicazioni tra un avamposto e l’altro. L’atmosfera è davvero spettrale. La strada, da qui, si inerpica poi su per la montagna attraversando paesini con pochissimi abitanti: lasciatevi ammaliare dal panorama e dalla semplicità della vita che scorre lenta. Non è raro incrociare qualche cervo mentre si pedala in salita: un vero incanto.

Città fantasma Sardegna Zanirato
Città fantasma di Ingurtosu

Una volta raggiunta la cima del monte, ho fatto sosta nello splendido agriturismo della fattoria didattica Sa Perda Marcada. Attorno non c’è assolutamente nulla, solo tanta, tanta natura incantata.

Esplorazione delle miniere: Buggerru e Masua

Il passato dell’industria mineraria è il trait d’union di tutta questa zona della Sardegna. Da Ingortosu a Carbonia, infatti, tutte le cittadine sono ricche di ex stabilimenti, grotte, miniere, ferrovie ormai non più utilizzate. I dislivelli in questa zona si fanno sentire, perché è tutto un saliscendi dalle montagne, ma i panorami ripagano di ogni fatica.

Prima tappa della quarta giornata, infatti, è stata Buggerru, città conosciuta già dai romani per l’argento, che fino al 1979 ha prodotto più di un milione di tonnellate di zinco e 200 mila tonnellate di piombo. Il suo porticciolo è sovrastato dall’uscita della Galleria Henry, oggi museo a cielo aperto, un tempo percorsa da un treno che trasportava il minerale estratto.

Ma da questo punto in poi, ritornano le spiagge. Degna di nota è sicuramente quella di Masua, con il suo ampio litorale e la sua acqua cristallina, anche se la più suggestiva di tutte rimane Cala Domestica, con la sua scogliera e le sue grotte nascoste. L’itinerario si è concluso a Carbonia, piccolo centro non molto carino, ma dotato di stazione e a due passi da Sant’Antioco.

Relax e mare cristallino a Sant’Antioco

SantAntioco Sardegna Zanirato
Sant’Antioco

La quinta giornata l’ho voluta trascorrere in relax, girovagando in bicicletta per le splendide spiagge di Sant’Antioco, l’isola dell’isola della Sardegna. Qui si può percorrere un anello molto suggestivo di circa 25 km, completamente asfaltato, che porta dalla ridente cittadina affacciata sul mare (con il porto e non la spiaggia) a Calasetta, un porticciolo con un piccolo centro storico e la meravigliosa spiaggia di La Salina. In quest’isola è tutto estremamente semplice e naturale, l’acqua cristallina è racchiusa tra dune di sabbia e pochi esercizi commerciali.

Procedendo lungo la costa occidentale si possono ammirare dall’alto alcune spiagge, tra queste alcune sabbiose – come Cala Lunga e Cala Sapone – e alcune rocciose – come Cala Grotta e l’Arco dei baci – che vi incanteranno soprattutto durante l’orario del tramonto. Attenzione perché qui il vento è molto forte: se volete fare il bagno, date un’occhiata alla corrente.

Infine, attraversando la natura quasi desertica dell’isola, si raggiunge di nuovo la costa est, con le spiagge di Coaqquaddus e Maladroxia, o la più semplice da raggiungere Portixeddu. Infine, si ritorna a Sant’Antioco attraversando la zona industriale, per ritrovarsi nel suo dedalo di vie colorate. Un piccolo consiglio: se passate di qua, fate visita all’enoteca I Vinattieri, perché Sandro, il titolare, vi farà assaggiare le migliori specialità locali.

La costa spettacolare da Sant’Antioco a Eden Rock

Sardegna Sud, Caterina Zanirato

Questo tratto di costa, ormai a Sud della Sardegna, è forse il più spettacolare per le sue spiagge e per la strada che si sviluppa proprio lungo la scogliera. I dislivelli si attenuano, per quanto continuino ad esserci, e c’è la possibilità di scegliere dove farsi un tuffo ammirando il panorama dall’alto. La prima località, imperdibile per gli amanti del mare, è Porto Pino, una lunga distesa di sabbia bianca con un mare cristallino circondata da dune e vegetazione selvatica. In questa zona ci sono anche numerosi stabilimenti balneari, se volete pranzare o noleggiare un lettino.

Da qui si prosegue e si susseguono le spiagge più belle: Teulada, Capo Malfatano, Piscinni, Tuerredda, Cala Cipolla, Chia. Scegliete quella che più vi piace e godetevi la meravigliosa acqua. Personalmente, ho apprezzato molto cala Tuerredda perché è una spiaggia con due lati balneabili, di fronte alla quale sorge anche una piccola isola disabitata raggiungibile a nuoto, piena di pesci per chi ama lo snorkeling.

La sesta giornata si è conclusa a Eden Rock, un piccolo centro di case immerse in una enorme pineta, circondate, come dice il nome, dal paradiso delle rocce, che qui creano composizioni davvero fantasiose.

Ultima tappa: da Eden Rock a Cagliari

Sardegna in bici, Caterina Zanirato

L’ultima tappa è stata molto semplice: 40 km, quasi tutti pianeggianti, attraversando le meravigliose spiagge di Pula e di Nora, fino ad arrivare nella città di Cagliari. La spiaggia di Pula è una lunga fetta di sabbia attrezzata, per giovani e famiglie, piena di attrazioni e ristoranti sul mare. Mentre Nora, che ho preferito, è una spiaggia assai suggestiva a ridosso di un interessante parco archeologico. Per arrivarci, bisogna fare un breve tratto di strada sterrata, ma lo sforzo ne vale la pena, visti gli scogli, il mare cristallino e i tantissimi gabbiani che vi aspettano per una giornata veramente vacanziera.

Da qui, per arrivare a Cagliari, la strada non è delle migliori. Si può percorrere la statale, sempre più affollata, o un tratto di strada sterrata tra le montagne. C’è poco dislivello e tanta avventura, fino a quando si sbuca nell’ultima spiaggia “balneabile”, La Maddalena, una fetta di sabbia piena di kite surfer.

Proseguendo, diventa obbligatorio percorrere la statale, attraversando la zona industriale di Cagliari (non troppo suggestiva) e lunghi ponti che vi condurranno direttamente nel centro della capitale della Sardegna. State attenti al traffico.

Ritorno in ambito urbano: Cagliari

Cagliari Sardegna Zanirato
Cagliari

Cagliari è una città abbastanza grande, con un centro storico che si sviluppa lungo due vie pedonali con al centro piazza Jenne, un continuo saliscendi di vicoli ciottolati. In alto, svetta il castello con i suoi suggestivi bastioni, il principale dei quali è quello di Saint Remy. La città è brulicante di negozi e ristorantini. Se cercate ancora un po’ di relax e natura vi consiglio di visitare Cala Mosca, che vanta una spiaggia e un locale meraviglioso, Le terrazze. Per il resto, lasciatevi incantare dall’atmosfera spagnoleggiante della città e dalla sua movida notturna. Anche se molto turistica, la città vi riporterà alla “civiltà” prima di tornare a casa.

Un consiglio per chi viaggia su due ruote e deve riprendere l’aereo

Se cercate i box per inscatolare la bicicletta o assistenza per il vostro mezzo, rivolgetevi al negozio Cimar, in via Sassari. Si trova a due passi dalla stazione Centrale, e da qui parte il treno che in 10 minuti vi porterà all’aeroporto.

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