Ecco la lettera di bici@roma expo
Buongiorno a tutti,
vorrei non tanto replicare ma spiegare alcune inesattezze presenti sia nell’articolo sia nei vari commenti. Si dice che la fiera sarà un insuccesso per spazi invenduti ed espositori assenti. Non capisco chi tragga vantaggio da queste informazioni prive di fondamento poichè i padiglioni sono stati riempiti e sono rappresentati 150 marchi, come si può leggere dal sito ufficiale. Anche augurare che vada male la prima fiera di bici dedicata al centrosud credo sia ingeneroso verso tutte le persone, associazioni, negozi e aziende che stanno cercando di promuovere una certa cultura della bicicletta anche grazie a attraverso questa fiera e credo proprio che le persone non si terranno alla larga, stanno organizzando autobus dalla Toscana, arriveranno dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalla Liguria e dal Piemonte.
Sicuramente molte cose saranno da migliorare, si tratta di un’edizione zero, però chiedo alle persone che scrivono su questo forum se hanno visitato l’edizione zero di Eurobike a Friedrichshafen. Noi infatti organizziamo l’area italiana presso tale fiera e quindi conosciamo abbastanza il settore ed eravamo presenti, nel 1991, nell’unico padiglione allestito. Il biglietto, grazie ai diversi coupon sconto costa 12 euro, i bambini fino ai 12 anni non pagano, le donne entrano gratuitamente l’8 marzo e le scuole entrano gratuitamente. Inoltre su tutte le riviste di Compagnia Editoriale (BS, Cicloturismo e MTB magazine) è stato inserito un coupon 2×1, quindi € 8 a persona.
Mi spiace per rotafixa che ha perso la scommessa ma c’è un parcheggio gratuito e custodito per biciclette. L’autore dell’articolo in fiera, troverà anche uno stand Cannondale, nel caso non voglia comprare una bici italiana.
Ovviamente oltre ai convegni citati ci saranno diversi spettacoli ed esibizioni
Vi aspettiamo in fiera
bici@romaexpo
Ed ecco la replica di bicisnob
Proviamo a spiegarci meglio, partendo dalle inesattezze.
1) Il fatto che la prevendita degli spazi sia stata fiacca lo dicono gli standisti. Sono stati praticati due prezzi: i primi hanno comprato lo stand a prezzo pieno, gli ultimi sono stati attratti dai saldi praticati all’ultimo momento per riempire la fiera. Domanda: mentono?
2) Augurare che la fiera vada male è una provocazione. Sinceramente vada come vada… Anzi, se va bene, sono contento per tutti voi. La critica, enorme, è alla formula, uguale a quella di Roma Sposa, del Salone dell’Arredamente o di quella delle Creme Antirughe e dei Trattamenti di Bellezza. E’ una formula che non promuove la ciclomobilità, ma il prodotto, assimilando la bici a un pannolino o a uno spray per rinforzare i capelli. Chiariamo: non c’è niente di illegittimo in tutto questo. E’ il mercato, bellezza. Ma se produttori di bici e rivenditori sono solo commercianti (e non portatori di interessi più ampi, generali) facciano pure i loro affari. Contemporaneamente, però, io posso legittimamente invitare tutti quelli che si danno da fare, e gratis, nella promozione della cultura dell’uso della bicicletta a farsi gli affari propri, a risparmiare 16 euro (o 12 euro o anche solo il biglietto del treno) e a guardarsi le ultime novità (che fa sempre piacere) comodamente sul pc di casa. Così come posso suggerire – se il produttore italiano non è un valido alleato nell’azione di pressing sulle istituzioni per rendere le strade più ciclabili – di guardare anche fuori dai nostri confini per l’acquisto di bici.
3) Il prezzo del biglietto lascia molto perplessi (per usare un eufemismo), così come l’accoppiata bici+moto. Domanda: non era meglio dimezzare il prezzo del ticket senza questo tandem con la fiera delle due ruote a motore? Oppure: non era ancora meglio, visto che si tratta della prima edizione romana, fare un biglietto a un prezzo simbolico cercando di far straboccare la Fiera di folla? Un salone straboccante di visitatori avrebbe fatto felici gli standisti e avrebbe lanciato indirettamente un segnale agli amministratori pubblici… così non sarà.
4) Ribadisco la miopia dei produttori italiani e di marchi come Bianchi e Campagnolo, che in passato hanno fatto la storia della bicicletta nel mondo. Cercano di accaparrarsi le fette del mercato che esiste, non di allargarlo, cosa che farebbe bene ai loro portafogli e alle città. Domanda: è sciocco pensare che i produttori (e l’Ancma) istituiscano – che so – un fondo collettivo finalizzato ad azioni per la promozione della ciclabilità urbana?
5) Non voglio difendere Rotafixa (non ne ha bisogno) sulla storia del parcheggio per bici. Ma chiedo: avete mai provato a salire sul treno della linea Fm1 per la Fiera di Roma con una bicicletta? In alcuni orari si rischia il linciaggio.
E, cmq, detto tutto questo, un in bocca al lupo. Sincero
bicisnob
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