Stati Uniti: boom di biciclette dopo l’uragano Sandy
Alla fine di ottobre l’uragano Sandy ha tenuto gran parte dell’America con il fiato sospeso. Anche da noi, nei giorni in cui gli Stati Uniti sono stati colpiti, giornali e telegiornali hanno dedicato grande spazio a questo evento. Purtroppo, le conseguenze sono state gravi: 253 morti (con altre 15 persone ancora ufficialmente disperse) e più di 65 miliardi di dollari di danni.
Meno spazio invece è stato dato agli sforzi di ricostruzione – ancora in corso – e ancora meno al fatto che, fin dai giorni immediatamente successivi al passaggio dell’uragano, le biciclette hanno svolto un ruolo fondamentale.
Fra i molti problemi che la città di New York e le altre zone colpite hanno dovuto affrontare, c’è stata la scarsità di benzina; in una società così dipendente dall’automobile, come quella degli Stati Uniti, ciò avrebbe potuto portare a una completa paralisi. C’era qualcuno però che era ancora in grado di spostarsi liberamente: i ciclisti. Andare ad aiutare parenti e amici in difficoltà o recarsi al lavoro erano attività possibili solo a chi aveva a disposizione questo semplice mezzo meccanico.
Coloro che erano già abituati a pedalare hanno cominciato a dare l’esempio, ma nel giro di poche ore o giorni molte altre persone hanno deciso di tirare fuori dal fondo del garage la propria bici. Il numero di ciclisti era aumentato talmente tanto da far nascere in alcune zone un vero e proprio ingorgo di bici, con la rete ciclistica al collasso – anche perché spesso le strade erano ostruite da detriti. Sono stati persino organizzati dei mini-corsi di ciclismo urbano per spiegare ai meno esperti le più basilari tecniche di guida, in modo da garantire la scorrevolezza del traffico.
Le biciclette inoltre non sono state usate solo per fini personali: alcune comunità isolate sono state raggiunte da volontari in bici che hanno portato generi di prima necessità; in un quartiere di Brooklyn, nei giorni in cui la rete telefonica mobile era inattiva, erano dei messaggeri su due ruote a far viaggiare le informazioni sul funzionamento dei centri di accoglienza.
Anche nella tragedia e devastazione portata da un evento come l’uragano Sandy quindi è possibile trovare degli aspetti positivi; la speranza è che, quando tutto tornerà alla normalità, qualcuna delle persone che ha iniziato a pedalare “grazie” a Sandy continui a farlo. Più in generale, questo episodio mostra – se ce n’era bisogno – che la resilienza di una società passa attraverso tecnologie semplici e non dipendenti da vulnerabilissime reti di infrastrutture, come quella che distribuisce il petrolio raffinato.
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