L’Islanda è un’isola il cui periplo misura circa 1.400 km. La strada che corre lungo la costa è la celebre Ring Road ed è uno degli itinerari più gettonati per i cicloturisti di tutto il mondo. Chi si avventura da queste parti deve fare i conti con il vento gelato di un paese situato a pochi chilometri dal circolo polare artico, con le numerose salite proprie di un territorio vulcanico, con condizioni climatiche e meteorologiche avverse e, spesso, con tratti di strada non asfaltata.
1.400 km in bicicletta possono sembrare molti o pochi: tutto dipende dal tempo che si decide di impiegare per percorrerli. Omar Di Felice è uno che va di fretta. Lo scorso Aprile ha completato l’intero periplo in soli quattro giorni. Con una media di 350 km al giorno e una temperatura esterna compresa tra i -10° e i +2°
Se non ci credete, date un’occhiata al video qui sotto che ne racconta l’avventura.
Per definire un’impresa di questo tipo la parola ciclismo non basta più, si deve parlare di ultracycling.
Ho voluto rivolgere qualche domanda a Omar per capire un po’ meglio.
Pinz: Omar, ci puoi spiegare che cos’è l’ultracycling?
Omar: Ultracycling è una disciplina estrema: è ciclismo ma va oltre lo standard tradizionale. In genere si parla di ultracycling in gare oltre i 300 km, dalle 12 ore in su, fino ad arrivare alla terribile Race Across America, competizione di 5000 km, da una capo all’altro degli Stati Uniti, per coprire i quali, no stop, si impiegano dagli 8 giorni in su.
P: Perché una persona si sottopone a questo tipo di tortura?
O: Per me non è una tortura, ma una sfida con se stessi. E’ la voglia di cercare il proprio limite e superarlo. Una sfida affascinante dopo aver provato il ciclismo tradizionale anche ad alti livelli

Momento di soddisfazione a tour completato
P: Come si diventa ultracyclist?
O: Non c’è un modo.. si inizia ad aumentare il livello fisico di sopportazione delle ore in sella incrementando i chilometraggi, fino ad arrivare a stare più giorni in sella, senza dormire, mangiando ciò che capita, affrontando e superando le crisi che inesorabilmente arrivano sempre
P: Quali sono le competizioni più interessanti di questo mondo sconosciuto?
O: La corsa più affascinante e ambita resta la RAAM. In Europa le competizioni di maggior livello sono il Tortour Switzerland, la Race Around Austria e la Race Around Slovenia. In Italia si svolge la Race Across Italy, oltre ad altre competizioni minori
P: Come si vincono la stanchezza e il dolore?
O: Fatica fisica e soprattutto mentale si vincono grazie all’allenamento e alla capacita di sopportare il dolore. Il corpo ci manda segnali inesorabili. E’ in quel momento che la nostra mente deve essere brava nell’affrontare la crisi e superarla. Ognuno ha il proprio metodo. Chi con microsonni e soste, chi distraendosi, ecc. In tutto ciò è fondamentale la crew/team che ci segue sempre durante le imprese. Loro sono i veri angeli custodi di ogni ultracycler.
Tra pochi giorni Omar partirà per il Tortour Switzerland: 1010 km attraverso passi alpini e valli verdi cercando di migliorare la prestazione dell’anno passato quando ottenne il settimo posto assoluto.
Per lui il nostro più sentito in bocca al lupo.
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