Un dolce risveglio per la ciclabilità

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Qual è il modo migliore per promuovere la ciclabilità?
Se lo chiedete ad un amministratore pubblico quasi certamente vi parlerà di km piste ciclabili e costose infrastrutture. Ma si sa, non sono molto ferrati in materia.

Se ponete la domanda a un ciclista risponderà sicurezza, lotta ai furti, spazi per la sosta, ma prima di tutto considerazione.
Gli utilizzatori delle due ruote come mezzo di trasporto, infatti, non sono più una sparuta minoranza, tuttavia l’utilizzo della bici viene ancora considerato da media e politici come una curiosa rarità, una moda passeggera. “Le pennette alla vodka degli anni ’80” secondo PG Battista.

Con questo approccio difficile sperare di convincere sempre più persone a muoversi in modo intelligente. Ma per fortuna c’è chi si prende a cuore la sorte dei ciclisti e si impegna per farli proliferare.

Una delle idee più intelligenti è quella di Niccolò e Damiano, che armati di tè biscotti e buona volontà hanno deciso di piazzarsi dalla mattina presto sui percorsi maggiormente battuti dai ciclisti per offrir loro la colazione.
Perchè? Chiaro: per premiare chi si muove in bicicletta, coccolandolo un po’. E’ Bike Breakfast un’iniziativa semplice, economica e divertente per incidere sulla cultura autocentrica delle nostre città e renderle maggiormente “bike friendly” in modo leggero.

I due angeli dei ciclisti si muovono principalmente in bicicletta, raccontano, sul percorso casa lavoro incontrano spesso le stesse persone, ma senza andare al di là di un semplice cenno di saluto. Gli sarebbe piaciuto trovare un modo per entrare in contatto con i diversi ciclisti e metterli in rete fra loro. Prendendo spunto da un’esperienza simile nata in un paesino della Campania – dove le signore offrono il caffè per dimostrare che si può stare in strada senza pericolo – hanno progettato e costruito un bancone smontabile (trasportato rigorosamente in bici) e si sono rimboccati le maniche, letteralmente, per preparare biscotti fatti in casa, bevande calde, succhi, marmellate e quanto necessario per attirare i ciclisti curiosi.

E così sveglia presto e colazione per tutti!

“Non sempre va benissimo”, commentano, “molti scappano per paura di vedersi rifilato qualcosa, qualcuno ci insulta, ma la maggior parte si ferma e persone che non si conoscono si mettono a parlare fra di loro. Una cosa semplice e allo stesso tempo magica. Non è un salottino ingessato, è un momento di incontro fra persone normali. Tutto rigorosamente in bici.”
E naturalmente tutto rigorosamente gratis! Perché i ragazzi non solo non ci guadagnano niente, ma ci mettono di tasca i materiali e utilizzano il proprio tempo libero per cucinare e servire i ciclisti.
Incredibile vero? Non c’è nulla dietro, nessuno sponsor, nessuna campagna di marketing per un locale o una bevanda, nessun secondo fine. Si spostano semplicemente in bici e vorrebbero che sempre più persone li imitassero. E così hanno deciso di dare la sveglia alla città con una dolce idea. E’ una di quelle iniziative che ti aspetteresti di vedere sulle strade di NY e invece proprio nella città della Fiat c’è chi autonomamente si mette in gioco per far crescere la cultura ciclistica.

Il successo è stato, naturalmente, immediato. Ma non si vogliono fermare, hanno già in mente i prossimi passi: un carretto da allestire con tutto e dotare di moka, magari alimentata a pedali!, per un caffè fatto al momento. E poi creare una rete di piccoli artigiani, che si offrano a turno di cucinare le colazioni in cambio di pubblicità per la propria attività; e magari affiancare alla colazione una piccola ciclofficina per qualche intervento di urgenza. Con l’obiettivo di essere d’esempio per riprodurre l’iniziativa in tutta Italia.

Insomma, tutto quello che serve per tenere sul sellino i ciclisti anche quando il clima comincerà ad essere meno clemente, facendoli sentire apprezzati per la propria scelta di mobilità intelligente.

Per riuscire a cambiare le nostre città, basterebbe che gli amministratori fossero capaci di copiare qualche buona idea e avessero realmente a cuore la sorte dei ciclisti, al posto di spendere centinaia di migliaia di euro con scarsi risultati. Invece il timore è che una splendida iniziativa come quella di Niccolò e Damiano, non solo non venga imitata, ma al contrario venga affossata da tonnellate di vincoli burocratici e permessi, multe e affini, soffocandola sul nascere.

Fortuna che i ciclisti non si fanno piegare e ogni volta trovano nuove strade da percorrere per farsi sentire, già che per abitudine quelle che hanno a disposizione, sono piene di auto.

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