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Ecco Cyclopride, l’associazione per ciclisti e non

Ecco Cyclopride, l’associazione per ciclisti e non
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ercole-giammarcoCycloPride Italia APS, la nuova associazione nazionale che promuove un concreto rinnovamento dello spazio pubblico, con l’uso quotidiano della bici al centro di un nuovo stile di vita, lancia in questi giorni la sua prima campagna di iscrizioni. A cosa serve iscriversi a un’associazione di questo tipo, e che vantaggi si ottengono? Lo abbiamo chiesto a Ercole Giammarco, ideatore dei CycloPride Day e fondatore di CycloPride Italia, tra le realtà più interessanti che cercano di cambiare il modello “autocentrico” di mobilità, ancora dominante in Italia.

Perché una nuova associazione per promuovere l’uso della bicicletta?
Il nostro punto di partenza è in realtà diverso: noi pensiamo prima di tutto al diritto del cittadino ad avere città a dimensione d’uomo, più sicure, meno inquinate, e a riconquistare spazio pubblico oggi occupato da auto, solo da auto, sempre da auto: un’idea, quella del possesso privato dell’automobile, ormai fuori dalla storia, nell’era della sharing economy.

Quindi qual è la vostra visione di mobilità urbana?
La promozione della bicicletta come mezzo di locomozione virtuoso per ripensare l’idea di città è alla radice del nostro approccio, ma non è totalizzante. In questo senso, pensiamo all’iscritto alla nostra associazione come a chi si consideri al tempo stesso prima di tutto un pedone, poi un utente del trasporto pubblico, naturalmente un ciclista, ma sempre meno automobilista.

La conflittualità tra diversi utenti della strada si può superare?
L’approccio dei movimenti e delle associazioni dei ciclisti italiani è stato fino a questo momento focalizzato sul ciclista e sui suoi diritti come utente ”debole” della strada. Questo ha portato a una sorta di polarizzazione fra utenti della strada: da un lato la bicicletta, dall’altro l’automobile e gli altri mezzi a motore, l’uno in lotta con gli altri. In mezzo, a mo’ di sandwich, i pedoni. A un automobilista preferisco non dire che ho il sacrosanto diritto di pedalare nella mia città in sicurezza ma che suo figlio – in una città con meno auto e più bici – è infinitamente meno esposto ai pericoli del traffico, e che lui stesso, se ha davvero necessità di usare l’auto privata, potrà farlo con molti meno problemi.

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Impostare una campagna iscrizioni su queste premesse sarà stata una vera sfida: da dove siete partiti?
Pensiamo che il tema della sicurezza sulle strade sia centrale. In Italia, Paese dalla motorizzazione privata fuori controllo, ogni anno muoiono ammazzati dalle auto, nelle auto, oltre tremila persone. Un’ecatombe, senza contare i feriti, spesso disabili per il resto della loro vita. Chi ha scelto la bicicletta per muoversi si sente particolarmente vulnerabile. Così abbiamo pensato di costruire una partnership forte con un broker assicurativo, uno dei più importanti al mondo, insieme al quale abbiamo costruito dei pacchetti assicurativi studiati a misura di ciclista.

Che cosa prevedono questi pacchetti assicurativi riservati ai vostri iscritti?
Un’assistenza completa, anche domestica; in caso di incidente, la consulenza legale, e una convenzione che permette, indipendentemente da un infortunio, di godere di prezzi speciali per prestazioni sanitarie, comprese quelle dentistiche, con tre piani di iscrizione a quote annuali davvero contenute.

Recentemente avete anche rinnovato il vostro sito web: su che cosa avete puntato?
Lo abbiamo trasformato in un portale con tutto ciò che orbita intorno al mondo delle due ruote e più in generale del rinnovamento urbano e abbiamo lanciato una newsletter non solo per gli iscritti, per tenersi aggiornati su quello che facciamo. Abbiamo puntato sul digital marketing, siamo forse la prima associazione di promozione sociale a usarlo in Italia e utilizziamo gli strumenti pubblicitari offerti da Google e Facebook per diffondere al meglio la nostra opinione anche al di fuori della nicchia dei ciclisti.

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Avete già avuto riscontri?
Ci ha molto confortato l’interesse, direi l’entusiasmo, di chi pur essendo un ciclista sfegatato non si è mai avvicinato al mondo dell’associazionismo o dei movimenti. Tra gli altri, è il caso di Sio, l’ormai leggendario fumettista e youtuber che con i suoi cartoni animati dissacranti e surreali “sposta” masse di utenti del web davvero importanti. Il piccolo video realizzato per noi in tre settimane ha totalizzato oltre un milione di visualizzazioni, “best promozione della bici ever!”, come direbbe lui. Il maggiore successo di un video a promozione della bici in Europa di sempre, diciamo noi.

Nuovi progetti in vista per CycloPride Italia?
Innanzitutto conquistare la fiducia dei cittadini: ci aspettiamo molto dalla campagna iscrizioni. Anche per questo, lanceremo nuove edizioni del CycloPride Day, il nostro evento-simbolo di città migliori. Oltre a Milano, Bologna e Palermo, nel 2017 saremo anche a Verona e a Firenze. Poi stiamo lavorando per estendere ad altre città il progetto Mamme in Bici partito da Milano, dove abbiamo insegnato a donne di ogni età e paese a pedalare per la prima volta. Stiamo inoltre lavorando a una grande campagna pubblicitaria nazionale per promuovere un’idea nuova e più evoluta di mobilità, in partnership con una grande agenzia pubblicitaria. Ma per questo è ancora un po’ presto: continuate a pedalare con noi.

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Intervista realizzata in collaborazione con Cyclopride

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