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Se anche l’Economist dice: “Meno parcheggi per auto”

L’articolo con cui si apre l’attuale edizione del prestigioso settimanale britannico fa riflettere sulle conseguenze dei parcheggi per auto gratuiti o poco costosi, che deturpano la città e incentivano l’uso dell’automobile.

auto parcheggiate

Immagine di Dave Simonds per l’Economist

Premettiamo subito una cosa: l’articolo dell’Economist dice cose che chi si occupa di mobilità nuova predica già da anni, se non decenni. In estrema sintesi: i parcheggi per auto nelle città devono essere scarsi, e a pagamento. Ma lo dice con il linguaggio asciuto e chiaro per cui è famoso. E soprattutto lo dice a un pubblico fatto di professionisti, manager, cittadini istruiti e decisori politici (almeno in quei paesi in cui i decisori politici conoscono l’inglese e hanno voglia di leggere). Per questo ci sembra importante segnalare il briefing dell’Economist (ben 3 pagine), sintetizzato da un editoriale. Che l’Economist pubblichi articoli contro l’industria dell’automobile e favore della mobilità nuova sarà visto come una sorpresa solo da chi non comprende cosa sia il vero liberalismo, bestia molto rara in Italia.

Aparkalypse now

I parcheggi per auto, scrive l’Economist, possono creare ingorghi stradali, peggiorare l’inquinamento atmosferico, e contribuire allo sprawl urbano (l’espansione territoriale delle città, negativa se non accompagnata dalla preventiva progettazione di mobilità e servizi).

In molte città i parcheggi sono gratuiti o molto economici. Questo rende la domanda di parcheggi molto alta, e quasi sempre superiore all’offerta. È per questo che gran parte del traffico veicolare è formato da automobili in cerca di parcheggio. Nella città di Freiburg, in Germania, uno studio ha mostrato come il 74% delle automobili circolanti volessero in realtà fermarsi, senza sapere dove.

È per questo che molte città o stati hanno deciso di creare nuovi parcheggi. Ad esempio per ogni palazzo costruito devono esserci un certo numero di posti auto.

Questo però ha dei costi sociali enormi. Nella città di Washington DC la disponibilità di un parcheggio gratuito è associata a una probabilità del 97% di recarsi al lavoro in automobile, da soli. I parcheggi creano distese deserte di asfalto, togliendo alle città vigore e bellezza. I soldi e lo spazio sprecati per i parcheggi rendono la vita peggiore per tutti, anche per chi non guida.

La soluzione

Fortunatamente, le politiche relative al parcheggio sono tecnicamente molto semplici da cambiare. Ed è necessario farlo, soprattutto nelle città dei paesi emergenti come Cina e India.

Le città dovrebbero aumentare di molto i prezzi dei parcheggi, fino a far diminuire la domanda. I soldi ricavati potrebbero essere investiti in molti miglioramenti urbani.

Aumentare il prezzo dei parcheggi inoltre accelererebbe l’avvento di una tecnologia importante: le automobili a guida autonoma. Il loro vantaggio è che proprio che potrebbero circolare sempre in maniera produttiva, senza doversi fermare inutilmente. Renderebbero quindi il parco macchine molto inferiore all’attuale. Oltre a causare molti meno incidenti degli automobilisti umani. Far pagare i parcheggi renderebbe le auto autonome più convenienti.

La frase finale dell’articolo recita: “Cities should be for people, not for stationary metal boxes”. Non abbiamo nulla da aggiungere.

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