Il territorio del Comune di Cisternino è uno dei “Borghi più belli d’Italia”. Posizionato quasi a 400 metri sul livello del mare, si affaccia a nord-est sulla piana che degrada verso il Mar Mediterraneo e ad ovest verso i dolci territori collinari delle Murge della Valle d’Itria.
Mappa
Altimetria
Il toponimo sembra derivare da “Cis-Sturninum”, al di qua di “Sturnium”, ovvero Ostuni. Abitato sin dal Paleolitico e risvegliato nel medioevo dall’attività dei monaci basiliani, porta oggi con sé le tracce delle varie dominazioni che vi si sono succedute: Normanno-Svevi, Aragonesi e Borboni.
Il paese conta poco più di 10.000 abitanti, sparsi per le tante contrade che gli si affollano attorno e per i 5 rioni dai nomi singolari che trovano posto incastrandosi tra loro nell’architettura senza tempo dell’accogliente centro storico. Qui tutto è un pullulare di vicoli con case bianche a calce, logge, piazzette, archi e scalette. In bicicletta sarà più il tempo trascorso a guardarsi attorno o con il naso all’insù, che quello passato a pedalare.
Entriamo nel cuore di Cisternino attraverso Porta Piccenne (piccola), l’antico accesso che taglia in due il centro storico collegando l’entrata minore di nord-est con quella più importante di sud-ovest, Porta Grande, oggi scomparsa, la cui presenza è richiamata dalla Torre Normanna e dalla Chiesa di San Nicola, che le sorgono ai lati.
Un dedalo di affascinanti stradine ci porta velocemente in Piazza Vittorio Emanuele, centro pulsante della vita del paese.
Da qui viene naturale voler esplorare e magari perdersi fra i tanti vicoli che vi si affacciano e che portano ad altri slarghi e viuzze. Usciamo quindi su via San Quirico, altra zona estremamente vivace, e balcone naturale proiettato sulla Valle d’Itria. Percorrendola da un lato e dall’altro, è facile notare la Torre del Vento e Torre Amati, testimonianze di quella che un tempo doveva essere la cinta muraria che in passato cingeva e proteggeva la cittadina.
Dopo una breve sosta affacciati al magnifico belvedere parte concretamente il nostro cicloitinerario. Lasciamo Cisternino e ci dirigiamo verso Locorotondo.
Da via San Quirico, sulla destra, ci gettiamo in discesa su via Martina Franca, che prima di abbandonarci e diventare SP13, ci lascia su una stradina asfaltata, via Benedetto Croce, che parallelamente alla SP11/SP134, corre in direzione Locorotondo appunto. Non la abbandoniamo più. Fra morbide curve e dolci alti e bassi, ci porta lentamente a destinazione, diventando prima Contrada Fasola, poi via del Parco e successivamente Contrada Tagaro. Entriamo a Locorotondo evitando la SP134 virando a sinistra per via della Difesa che da un lato ci tiene lontani da flussi veicolari decisi, ma dall’altro mette alla prova le nostre gambe, l’unica volta durante questo percorso, con una bella ascesa.
Durante i quasi 9 chilometri che dividono le due cittadine abbiamo avuto un piccolo assaggio delle bellezze paesaggistiche che offre questo territorio a chi decide di viverlo in bicicletta. Abbiamo attraversato Contrada Barbagiulo, Calabrese, Palmisano, Figazzano e Tagaro immersi nella natura, nei silenzi e nella magia regalati dal continuo incedere dei muretti a secco, accompagnati da mandorli, fichi, querce, viti, olivi e fichi d’india.
La sede stradale non è molto larga. Quasi completamente asfaltata. Ricca di curve e modesti sali e scendi. Queste caratteristiche la rendono interessante da pedalare ed assolutamente non noiosa. Comunque nonostante sia segnalata come percorso cicloturistico, e sebbene corra parallela alla più veloce strada provinciale posta poco più a nord, occasionalmente è possibile incontrare qualche automobile. Distanza, caratteristiche altimetriche e del fondo stradale rendono questo itinerario alla portata di tutti ed adatto ad ogni tipo di bicicletta, salvo forse gli ultimi 500 metri resi un po’ ostici dalla presenza di una breve ma intensa salita.
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