Con la primavera, i dolci declivi marchigiani si vestono di verde intenso. La sua campagna, la cui eleganza conserva le tracce di un fiorente passato feudale fatto di corti, abbazie e castelli, si fa bello col rosa dei peschi e del blu dei suoi numerosi corsi d’acqua.
Il rapporto che gli abitanti hanno con la propria Terra è da sempre un indice del loro amore e rispetto per l’ambiente, e in queste campagne in cui l’impatto umano ha saputo dosarsi in armonia con la maestosità della natura il cicloturismo è probabilmente il modo più gentile e profondo di entrare in contatto con essa. Da sempre regione in disparte dalle rotte martoriate dal turismo di massa, le Marche sono attraversate dal progetto Ve.Le, che unirà Venezia a Lecce lungo l’antica tratta della ferrovia adriatica, e questa lunga ciclovia è un ottimo pretesto per una deviazione nell’interno, dove le sue strade tortuose nascondono gioielli storici e naturalistici.
Del resto, il collegamento di queste zone col mare è ben servito con la ciclabile Falconara / Genga, lunga circa 54 km, che con dislivelli dolci offre opportunità di collegamenti anche con la stazione FFSS di Genga / San Vittore.
La zona che abbiamo esplorato ha la città di Fabriano come centro di riferimento e il B&B La Colombaia come base di partenza, situato sulle colline di Genga in una posizione strategica. Il posto è infatti adatto a esplorare con giri brevi e piacevoli le numerose attrattive di questa zona, ed è immerso nella natura incontaminata a cavallo tra due riserve naturali d’eccezione: il Parco Regionale Gola della Rossa, a due passi dalle celebri Grotte di Frasassi, e quello di Monte Cucco.
Meta perfetta per innumerevoli soluzioni cicloturistiche, è un casale del Seicento completamente ristrutturato in modo conservativo, che unisce l’eleganza e il fascino spartano delle usanze contadine a un comfort semplice e silenzioso.
B&B La Colombaia – Offerta Bike
Si tratta di un luogo in cui arrivare di proposito, al riparo dal corso di grandi strade trafficate, adagiato sulla sommità di un’altura nei pressi di Genga: proprio per questo costituisce sia un ottimo luogo di sosta per un tour lungo del Centro Italia, sia una doverosa deviazione nell’interno per chi viene dalle tratte adriatiche, sia una base di appoggio per girare in tutta tranquillità i dintorni, optando per una soluzione di relax adatta a qualunque tipo di allenamento.
A proposito di allenamenti precari, il servizio della Colombaia è corredato da un negozio di bici che noleggia ottime e-bike Meg Raptor a pedalata assistita (dopo un iniziale senso di colpa nell’evitare la fatica, devo confessare che ci ho preso gusto) e bici da corsa Tropix con telaio in carbonio, oltre che city bike e mountain bike Torpado. Questo fattore, unito alla vicinanza col treno che favorisce l’intermodalità, rende accessibile il cicloturismo in queste zone così ricche di dislivelli anche a dei pedalatori alle prime armi. È inoltre disponibile un furgoncino per il trasporto bici dal negozio al B&B, che distano circa 5 km l’uno dall’altro.
Primo itinerario
Per un giro da un’oretta e mezza è consigliato questo anello piuttosto semplice di 20 km, ricco di saliscendi bruschi ma brevi che valgono ampiamente il dislivello.
Mappa
Altimetria
Traccia gps | Mappa kml
Il punto di partenza è il noleggio bici, proprio di fronte alla stazione ferroviaria e in prossimità della ciclabile Genga/Falconara. Da qui costeggiamo per qualche centinaio di metri il tranquillo scorrere delle acque celesti del fiume Sentino per lanciarci subito nella scalata di tre o quattro ripidi tornanti, in direzione della frazione di Pierosara, con la sua bella torre medievale. Il paesaggio cambia prospettiva immediatamente, dalle ombrose e umide gole si fanno largo le prime folate di vento e dagli orizzonti rocciosi si passa in pochi metri alle panoramiche sulla valle incorniciata dal Monte Revellone. Ai lati, boschi di pini; più su, qualche rapace. Dopo circa 5 km di salita, arriva la meritata controparte, e ci si può tuffare dall’altro versante dell’altura, in pieno Parco Regionale, facendo attenzione all’attraversamento daini (ne abbiamo visti un paio nascondersi nella boscaglia!).
A questo punto è doverosa una deviazione a destra per il laghetto presso la Frazione Fossi, per poi tornare in direzione di Genga tra cascatelle e torrenti. Compiuto il giro lungo attorno al Monte Frasassi, è tempo di godersi il meraviglioso tratto di SP15 che si inabissa nelle omonime Gole: veniamo gradualmente circondati dalle pareti rocciose che amano sorprendere con formazioni bizzarre e architetture ardite, mentre a destra torniamo a costeggiare le acque del Sentino, che ci accompagneranno di nuovo in paese conducendoci attraverso il canyon.
Dall’altro lato sorge un tempietto incastonato nella roccia del Santuario della Madonna di Frasassi (o Infra Saxa), costruito dal Valadier, che fa da contrappunto all’entrata delle celeberrime Grotte, sull’altra parete.
Subito prima di tornare a Genga Stazione, passiamo il ponte medievale e l’antica cinta muraria medievale addossata sul corso del fiume Sentino.
Secondo itinerario
Un altro anello leggermente più lungo, circa 25 km, con dislivelli forse meno ripidi ma più costanti (si parte dai 500m del B&B per scendere e risalire più volte, per un dislivello complessivo di 533m), che percorre le incantevoli campagne della Strada Provinciale di Genga subito sopra Fabriano fino a Nebbiano, per poi raggiungere Sassoferrato e di lì tornare alla Colombaia.
Mappa
Altimetria
Dalla frazione di San Fortunato ci lanciamo in una violenta discesa (occhio alle curve cieche, potrebbe arrivare qualcuno nel senso opposto!) piena di profumi di erba tagliata e di sottobosco, per arrivare a valle, nei pressi del bivio per Meleto.
Da qui in poi inizia un lungo tratto di graduale salita, in cui il recupero della quota è alleviato dal corso di torrenti e da panorami di strade a serpentina che sembrano disegnare sui campi. La Strada comunale di Trinquelli recita fieramente sotto il cartello blu dell’indicazione l’avvertimento “Strada dedicata al gioco della ruzzola”: un monito orgoglioso che lascia una punta di inquietudine.
Ruzzoliamo quindi fino a goderci lo spettacolo della vallata successiva, quando, passato il dislivello di Castel Montorso, Fabriano ci appare distesa al centro di una miriade di colli, colline e montagne, un panorama perfetto e sorvegliato dai solenni Monti Sibillini, ancora innevati sullo sfondo. Di fronte, il profilo austero del Monte Vettore; alle spalle, profumo d’Adriatico. Il ritorno consigliato fa il giro lungo per Sassoferrato, e di lì si risale per le colline fino a tornare al B&B.
Il traffico è praticamente inesistente, e nei 50 km complessivi dei due itinerari le automobili incontrate in tutto saranno state 6 o 7; il fondo è sempre asfaltato e in buone condizioni, anche da queste zone partono molti sentieri sterrati e single-track per mountain bike.
Altre mete interessanti nei dintorni sono Gubbio, a una quarantina di chilometri (il confine con l’Umbria è davvero vicino), Fabriano, per una visita alle celebri cartiere, il museo della carta e anche un museo dei mestieri in bicicletta, le numerose abbazie e castelli medievali, i numerosi sentieri escursionistici dei parchi regionali, i borghi più piccoli e folkloristici.
E come ogni cicloturista che si rispetti, la fatica della pedalata deve essere compensata con ottimi cibi casarecci, vino locale alla faccia del salutismo, e un riposo in luoghi tranquilli e silenziosi. Queste zone sono famose per il salame di Fabriano e per i tartufi, oltre che altri prodotti di terra che vale davvero la pena di provare.
B&B La Colombaia – Offerta Bike
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