Decalogo del cicloviaggiatore
Ci stiamo preparando per il grande viaggio ed è il momento giusto per ricordarci le regole per approfittare al meglio dell’esperienza che stiamo per fare. Abbiamo stilato un decalogo che, secondo la nostra esperienza, deve necessariamente essere rispettato per trasformare una pedalata più o meno lunga in un’esperienza piacevole ed indimenticabile.
1. Mappe
Sapere dove andare è la cosa più importante per un tour in bicicletta. A tale scopo serve una buona mappa. Per i percorsi più battuti ci sono delle guide dettagliatissime, ma per gli itinerari più insoliti si può fare affidamento solamente su una cartina geografica accurata, una bussola e il proprio senso dell’orientamento. Una buona mappa ha una scala di almeno 1:250.000, riporta le curve di livello, le strade panoramiche e distingue in modo inequivocabile le mulattiere dalle strade secondarie. Per l’Italia niente di meglio delle cartine del Touring Club; per l’Europa si può fare affidamento sulle carte regionali Michelin; per il resto del mondo, i migliori cartografi sono indubbiamente gli editori tedeschi della Reise Know How e della Freytag. Inutile dire che tutto quanto può essere sostituito da un buon gps, ma noi siamo all’antica e crediamo che non ci sia niente di meglio che spiegare una carta a terra e decidere il percorso.
2. Cibo
Fare un viaggio in bici o un’escursione in MTB o in bici da corsa sono cose diverse. Il cibo è il combustibile ed è sempre meglio viaggiare con il serbatoio pieno. Non c’è niente di peggio di dover rallentare oltre che per la salita o per il vento contrario a causa delle “cotte” che capitano quando andiamo in riserva. Dalla nostra esperienza abbiamo imparato che la cosa più importante è mangiare tanto e spesso e che trasportare tanto cibo non è mai una cattiva idea. Ovviamente sono da prediligere alimenti che si digeriscono in fretta, tendenzialmente carboidrati a pranzo e proteine a cena; frutta, biscotti e qualunque cosa si abbia a portata di mano durante la pedalata. Un’idea per la colazione? Pane, burro di arachidi e miele… L’importante è non dimenticare di mangiare prima di avere fame, lo stesso dicasi per l’acqua.
3. Bicicletta
La bicicletta è l’elemento meno importante di tutti. Se pensiamo che Stevens ha fatto il giro del mondo con un velocipede e che Mauro Vanoli è arrivato sull’Himalaya con una graziella, ci si rende facilmente conto che l’importante è che la biciletta sia robusta, possibilmente comoda ed inderogabilmente efficiente, che abbia un portapacchi e una sella che faccia al caso nostro.
4. Chilometraggio
Il turismo in bicicletta non è uno sport, è un modo di viaggiare, di scoprire il mondo lentamente. E se ci sono molte cose da scoprire, bisogna investire molto tempo che, probabilmente sarà sottratto al pedalare. Sdraiarsi sotto l’ombra di un ulivo dopo pranzo e farsi un sonnellino è una scoperta eccezionale, anche fare il bagno in un fiume è una scoperta, annusare un fiore mai visto prima o fare una foto… Essere schiavi del chilometraggio probabilmente non aiuta a godersi il viaggio. Se si ha fretta forse è meglio provare col treno.
5. Allenamento
Nonostante il turismo in bicicletta non sia uno sport, l’allenamento è una condizione fondamentale per la buona riuscita di un viaggio. Viaggiare in bici significa trascorrere diverse ore al giorno in sella, in una posizione innaturale a cui occorre abituarsi. Come? Pedalando, ovviamente. Trovare il tempo per allenarsi non è facile, soprattutto per chi lavora e vive in città, però se si trasforma la bicicletta da articolo sportivo a mezzo di trasporto si può trovare il tempo per allenarsi ogni volta che si va al lavoro, o dal panettiere, etc. Il resto dell’allenamento viene da se durante il tour, basta avere l’accortezza di lasciarsi le salite più impegnative verso la fine.
6. Conoscenze tecniche
La bicicletta ha una meccanica semplicissima ed estremamente intuitiva. Imparare a cambiare una camera d’aria, a regolare i freni e il cambio è davvero alla portata di tutti ed è un peccato farsi rovinare un viaggio a causa banalissimi incidenti. Avere il controllo completo del proprio mezzo di trasporto offre l’opportunità di non dipendere in nessun modo dagli altri. Qualora qualcuno avesse qualche dubbio “sul come si fa”, qui si possono trovare un po’ di informazioni interessanti.
7. Abbigliamento
Non essendo il turismo in bicicletta una pratica sportiva, non occorrono capi di abbigliamento particolarmente tecnici. Un pantalone con il fondello è l’unico vero capo indispensabile, per il resto, vale la regola generale del vestirsi a cipolla e dell’evitare i capi di abbigliamento in cotone (se si bagnano impiegano un’eternità ad asciugare e a contatto con la pelle sembrano come lastre di ghiaccio). Il buon senso fa il resto, quindi sempre meglio portarsi dietro una giacca impermeabile. Se avete un centinaio di euro da spendere, comprate una giacca in tessuto windstopper, difficilmente ve ne pentirete. Noi cerchiamo di avere sempre due pezzi di ogni indumento che ci portiamo dietro tenendo ben presente che la temperatura più fredda che affronteremo sarà quella in cui indosseremo tutti i nostri indumenti. Per le scarpe, un paio chiuse e un paio di sandali basteranno.
Per quanto riguarda la sicurezza, è caldamente raccomandato l’uso del caschetto e dei guantini (non aspettate di cadere per apprezzarli).
8. Equipaggiamento
Il tema equipaggiamento è forse il più soggettivo e più dibattuto in assoluto: quale è l’equipaggiamento ideale? La risposta è “dipende”. Dipende da dove si va, in che stagione, dalla lunghezza del viaggio, costumi locali, ma soprattutto, dipende da dove si mangia e da dove si dorme. Dormire in tenda o in albergo fa una bella differenza in termini di spesa e di cose che si portano dietro, anche mangiare in un ristorante o cucinare fa differenza. Da non dimenticare in ogni caso sono: una lampada, una pompa, una camera d’aria di ricambio, dei leva copertoni, delle chiavi a brugola e delle fascette da elettricista, un cordoncino di 3 o 4 metri (per il bucato), un coltellino multiuso, della crema solare, salviettine umidificate, aspirine e qualunque cosa vi faccia star bene e che non sia troppo ingombrante. Quando chiudete le borse cercate di lasciare un po’ di spazio per il cibo e per i souvenir che raccoglierete durante il cammino.
9. Ottimismo
Un ciclista pessimista è uno che pensa che pioverà, che sarà investito da una macchina, che non ce la farà a raggiungere il passo, che si perderà. Il pessimismo raramente è di aiuto ed imparare a sviluppare ottimismo è la cosa più importante per intraprendere un viaggio in bicicletta. Parlare con se stessi aiuta molto: raccontarsi le cose belle che gli occhi vedono, i profumi e i rumori, raccontarsi delle storie, cantare. Soprattutto cantare, possibilmente a squarciagola.
10. Aiutare gli altri ciclisti
I ciclisti sono degli amici che non abbiamo ancora conosciuto, persone con cui abbiamo almeno una passione in comune. Il minimo che si possa fare è solidarizzare ed aiutarsi vicendevolmente.
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